Involtini vietnamiti free

Dedico questa ricetta ad Antonella L., a Nicole e Stefania P.!

Involtini vietnamiti mise en plat

Ingredienti


Per gli involtini e il ripieno (dosi per circa 6 pezzi)

Fogli di carta di riso

Cavolo broccolo (metà di uno piccolo)

Zucca (una fetta)

Spaghettini di soya 1 etto

Farina di ceci 50 g

Farina di mais 50 g

Un ciuffetto di alga arame

Mezza stecca di alga kombu

Salsa di soya

Olio evo

Per la salsa di pesce (nuoc mam) veganizzata

(Fonte: http://www.ilpranzodibabette.com/index.php/2008/02/28/involtini-primavera-vietnamiti/)

6 cucchiai di soya

6 cucchiai di succo di limone

6 cucchiai di acqua fredda

3 cucchiai di alghe nori ammollate e triturate finissimamente (oppure frullate)

Per la salsa Chicca (ormai la chiamo così!)
http://www.veganblog.it/2008/09/11/crema-di-peperoncino-allo-zenzero/

Procedimento per gli involtini


Per prima cosa si preparano le frittatine d’alga. La sera prima o la mattina se per la cena mescolate le due farine di mais e ceci, aggiungete acqua q.b. per avere una pastella fluida, aggiungete un po’ di sale e lasciate a riposare in frigo. Un quarto d’ora prima di procedere alla preparazione mettere a bagno le alghe.

Ungere con olio evo (uso questo per friggere, cercando di usarne il meno possibile) una padellina dove sapete che le vostre farifrittate non attaccano. In un pentolino sbollentate le alghe con un pochino d’acqua, poi prendetele con un colino e mescolatele (lasciandone un po’ da parte per la salsa di pesce vegan) alla pastella. La kombu potete tagliarla a quadrucci per praticità, l’arame potete lasciarla com’è se vi piacciono i disegni astratti che si formano con i suoi filetti altrimenti potete tagliuzzare anche questa.

Procedete con un mestolino per volta di pastella in modo da fare qualche frittatina molto sottile. Ce l’ho fatta anch’io che sono negata con le frittate dopo un anno e passa di training, ma devo confessare che preferisco cuocerla di solito al forno. Stavolta mi andava di fare qualcosa di particolarmente sfizioso…

Arrotolate se ci riuscite la farifrittata e tagliatela in striscioline (questo vale per la frittata di uova secondo me…). Io non ce l’ho fatta e ho sminuzzato la farifrittata alla meno peggio.

frittatina con le alghe

L’alga arame ha formato dei geroglifici che mettono appetito, no?

Si prosegue cuocendo a vapore il cavolo broccolo ben suddiviso in piccole cimette e cubetti di zucca (stavolta ne ho usata una a km zero che mi è arrivata in dono, con una polpa di colore giallino-rosato… non so che varietà sia). La ricetta originale prevedeva zucchine e fagiolini, ma io le ho sostituite con verdure di stagione. Inoltre non ne era prevista la cottura. Ho omesso le cipolle in omaggio ad Antonella, e carote e insalata senza un particolare motivo, ma la prossima volta li farò anche con loro!

Dopodiché si passa alla cottura degli spaghettini che avrebbero dovuto essere di riso secondo la ricetta, ma avevo in casa quelli di soya (che a me fralaltro piacciono di più) e quindi questi ho usato… Ho fatto bollire l’acqua, salato e poi ho buttato circa un etto di spaghetti, dopo un paio di minuti (da bianchi devono diventare completamente trasparenti) erano pronti e li ho mescolati alle alghe rimaste, con un po’ di salsa di soya e olio a crudo.

Segue il lavoro più delicato e impegnativo: la preparazione della carta di riso per l’involtino.

carta di riso

La prima cosa che faccio è ammirarlo… così bianco e trasparente, sembra una Luna! Bisogna maneggiarlo con estrema delicatezza perché è sottilissimo e si frantuma facilmente.

La cosa che più mi incuriosisce è che non c’è bisogno di cuocerlo per mangiarlo, forse potrebbe andare anche in una ricetta crudista… Io ho preparato un’ampia ciotola di ceramica con due dita d’acqua e ho messo a bagno i dischi uno alla volta, schiaccettandoli leggermente per controllare che non si ammollino troppo. Anche se li tirate fuori un po’ rigidi l’acqua rimasta in superficie pian piano li ammolla al punto giusto. È meglio prenderli in questa situazione altrimenti diventano così molli… un groviglio poltiglioso e inservibile, ma buono da sgranocchiare durante la preparazione come anteprima sul loro gusto (bboni!).

Involtini vietnamiti backstage

Ecco qui la zona dei lavori!

Una volta che avete inumidito il foglio di carta di riso potete procedere all’allestimento dell’involtino. Io mi sono aiutata con un tagliere di legno dove ho poggiato il disco.

allestimento involtino di carta di riso 1

Sembra una medusa… Comincio a chiedermi se questo foglio plasticoso sarà adatto a contenere il ripieno… sembra così fragile… (e in effetti Stefania P. ne usa almeno un paio sovrapposti, ma lei poi li cuocerà, invece io no e nelle altre ricette che ho consultato si usa un solo foglio).

allestimento involtino di carta di riso 2

Cominciate con delle striscioline di farifrittata, poi le verdure a vapore e infine sopra gli spaghetti (che avete preparato tagliandoli in piccoli segmenti).

allestimento involtino di carta di riso 3

E poi impacchettate con delicatezza. I lembi sovrapposti si incollano da soli. Prelevate con molta cura e depositate sul piatto di portata (vedi l’immagine in apertura).

Preparate le salsette e portate a tavola!

Involtini vietnamiti zoom 3

Ognuno può condire a proprio piacimento con la salsa di pesce veganizzata e la salsa di peperoncino che ormai chiamo salsa Chicca! Quando Antonella L. siederà a tavola con me a degustare questo piatto le farò una salsetta di yofu, tahin, limone e salsa di soya (di solito la uso sugli involtini di verza nella versione non ripassata al forno), perché lei è allergica al peperoncino e non so se gradisce le alghe nel condimento.

Involtini vietnamiti zoom 2

Decisamente ottimi! E ora spieghiamo perché questi involtini vietnamiti sono free! (liberi!) Sono glutenfree: non c’è traccia di cereale contenente glutine! E sono anche crueltyfree: non abbiamo ucciso i piccoli pulcini maschi come si fa solitamente negli allevamenti in batteria (la frittata è senza uova); e non abbiamo usato gamberi o altre creature marine come si fa purtroppo in Asia.

Due parole sulla dedica

Continuavo a proporre alla mia amica Antonella L. di andare a degustare i piatti che via via ho pubblicato qui in Veganblog, ma ogni volta per via della sua celiachia sommata ad intolleranze e ad idiosincrasie personali nei confronti di certi alimenti mi rendevo conto che aveva potuto soltanto ammirare, ma non rifare e mangiare… così per meritarmi finalmente un suo commento sazio e soddisfatto mi sono arrovellata per un po’… oltre alla celiachia intolleranza per peperoni, rape, pomodori, aglio, pinoli e peperoncino, disgusto personale per cipolla, porri e verza… il caso era proprio complicato… Credo però che con questi involtini stavolta riuscirò a farmi non solo ammirare ma anche mangiare!

Un pensiero a Nicole, che nelle sue preparazioni dà sempre indicazioni per seguire un regime alimentare il più possibile gluten-free e un omaggio alla sua perizia nelle cucine orientali! (Antonella ti suggerisco di andare a dare un’occhiata al suo ricettario!)

E un pensiero a Stefania P. la cui ricetta mi ha spinto a comprare il pacco di carta di riso rimasto in dispensa fino a che non ho trovato il modo di sperimentarlo! (È da molto che non posti ricette, tutto bene?): http://www.veganblog.it/2009/06/13/ravioli-di-carta-di-riso/ (prima o poi la rifarò!)

La ricetta è una libera rivisitazione vegan di questa versione già vegetariana:

http://valeriolamartire.blogspot.com/2009/09/ricetta-involtini-vietnamiti.html

Il blog non è vegan ma glutenfree, e comunque ho voluto citarlo perché mi ha offerto ispirazione. Probabilmente questo è anche un modo per avvicinare gli onnivori al mondo vegan con discrezione e un pizzico di curiosità, no?

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Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
  1. che dire brava! ottima pazienza. immagino solo il gusto! li sto mangiando con gli occhi! domani se trovo il foglio di riso li faccio e ti dico com’erano! Grazie!

    Reply
  2. e mille milllllioni di grazie e baci riconoscenti anche da parte mia!!
    è così bello che ti sia preoccupata di un problema, che non è che ti tocchi direttamente, e che lavorone!!!
    Veganblog è pieno di persone meravigliose!!!
    e ringrazio anche tutti gli chef che pur potendosene fregare, ogni tanto ci regalano qualche ricetta senza-glutine.
    siete meravigliosi(l’ho già detto???)

    Reply
  3. Ciao collega bravissima come il solito questa versione di involtino vietnamita mi ispira proprio domani ci provo

    Reply
  4. Che belli! A me le cose che c’hai messo dentro (e sopra) mi piacerebbero anche da sole…
    da provare.

    Reply
  5. emozionanti! adoro i tuoi post che’ sono così precisi nell’accompagnarci passo passo in un vano – nel caso mio – tentativo di imitazione! davvero senza parole!

    Reply
  6. complimenti per la pazienza….la foglia di riso mi sembra troppo delicata per la mie manine sante….però lo stomaco per mangiare tutto va benissimo!!!!!eh eh!bravissima
    😉

    Reply
  7. ma che meraviglia!!!!!!sto per uscire a cena in un ristorante fusion
    asiatico..mi sta venendo ancora piu fame!!!!!!!!

    Reply
  8. @ Mirko
    spero che trovi la carta di riso, vedrai che sarà una bella scoperta!

    @ Eleonora
    grazie delle tue belle parole, anche tu sei meravigliosa, che oltre a sopportare la limitazione del glutine hai intrapreso la coraggiosa scelta vegan! Quando possibile cercherò in futuro di indicare l’alternativa senza glutine perché mi sono resa conto che è un’esigenza purtroppo diffusa.
    😉

    @ ale63
    salve a te collega! fammi sapere se ti garba!

    @ MentaMarina
    Hai ragione, dentro all’involtino c’è un minipranzo!

    @ Maria Pia
    Hai cambiato look, sei raddoppiata! Spero che prima o poi riuscirai a riprodurre qualcuna delle mie apparentemente complesse ricette! serve solo un po’ di pazienza e organizzazione!

    @ Ambrosia
    hai ragione, e questi vanno giù che è un piacere!

    @ Sary
    Spero che troverai una cena fusion asiatica di tuo gradimento, altrimenti domani prova con questi!

    😉
    😉
    😉

    Reply
  9. che dire? semplicemente meravigliosi!!! i blogger orientalisti si commuoveranno e devo dire che questi involtini hanno aperto una breccia anche nel mio stomaco: sei un genio!
    approfitto mi unisco a te nel salutare stefania p: stefy, dove sei? stai incidendo? sei in tournée? ci manchi, fatti viva!

    Reply
  10. pensa Silvia mentre tu commentavi me io stavo commentando te!
    è un segno di qualcosa! magari si fa risentire Stefania!
    😉

    Reply
  11. per me è una cosa tutta nuova!!! per il momento credo non potrei mai realizzarla, ma che di sicuro un giorno proverò. Soprattutto dopo le feste, che ho tempo per girare in città, mi comprerò tutti gli ingredienti e mi cimenterò. Le tue foto e i tuoi post sono sempre molto piacevoli da leggere e da vedere. Grazie anche per aver aiutato chi ha bisogno di questi spunti importanti per nutrirsi senza crudeltà 😀

    Reply
  12. …l’unico appunto che ti devo fare consiste nella complessità delle tue invenzioni:realizzare le tue ricette è come fare costruire la muraglia cinese ad una ditta edile a conduzione familiare…per il resto..devono essere ‘na libbbbbidine!vai ragazza!

    Reply
  13. Sei veramente grandiosa, prima di tutto son contenta che tu abbia fatto la crema di peperonino allo zenzero 😉 come dice Virginia le tue ricette hanno tanti passaggi ma come dico sempre io è solo questione di buona volontà…..sai che mi ero persa i ravioli di Stefania non è da me!!!! Domanda dove trovi i fogli di riso? In qualche negozio etnico? Me la memorizzo per i momenti di buona volontà 🙂 Ciao Mariagrazia!

    Reply
  14. Ma guarda un po’, ho comprato dei fogli di riso che ho visto al supermercato proprio Venerdi scorso, pensando ‘prima o poi ci faccio qualcosa’….
    Oltre del bene volontario inspirato dal glutenfree, hai anche risposto ai miei pensieri 😉 Grazie!

    Bellissima la ricetta, tutti sapori che mi piacciono

    E che pazienza a fare anche le foto per noi….a me servono tantissimo.

    Reply
  15. Cara, non scappi questi involtini non me li voglio perdere. Quando passo a degustare?????
    Mi hai trasmesso gli odori ed i profumi del Vietnam.

    Reply
  16. @ Nello
    Sarà troppo forte vedere la tua versione degli involtini vietnamiti, sicuramente saprai aggiungerci il tuo tocco inconfondibile, oltre che le tue storielle imperdibili!
    Una domanda che non c’entra niente: ma secondo te la sfogliatella è veganizzabile? E’ uno dei rarissimi dolci che rimpiango e per il quale potrei persino fare un’infrazione trovandomi a Napoli e dintorni…

    @ Virginia
    Il tuo paragone è esilarante, ma forse rende bene l’idea. Beh sai, ho cominciato a sperimentare ricette esotiche tanti anni fa quando ero vegetariana e addirittura onnivora, quindi ho un po’ di training ed esperienza alle spalle… ma è nella ricerca di una veganizzazione che mi sto davvero divertendo!
    Comunque Veganblog è una vetrina, ognuno prende quel che può, non c’è niente di obbligatorio! Anch’io vedo capolavori che considero irrealizzabili… soprattutto nel settore pasticceria! Ma mi fa molto piacere che queste cose siano pubblicate e divulgate, rese almeno in teoria accessibili a tutti!

    @ Chicca
    sono contenta che ti ho fatto recuperare una ricettina così deliziosa! La carta di riso a Roma l’ho trovata in un negozio di specialità alimentari internazionali nei pressi di piazza Vittorio (per i romani: di fronte a Mas). Sicuramente ci sarà un qualcosa del genere anche dalle tue parti, se qualche volta ti capita di andare a Milano c’è addirittura una Chinatown, lì li troverai sicuramente, oppure nei negozietti etnici in via Padova. Te li spedirei ma ho paura che ti arrivino tutti in frammenti!

    @ Susi
    la telepatia di questo blog è un fatto ormai assodato! Sono contenta che questa volta sei stata accontentata te!
    Le foto le faccio volentieri, mi sembra il minimo per aiutare chi vuole provare i miei percorsi ad ostacolo!

    @ Pina
    Ho una bella provvista di carta di riso perché il pacchetto pur non voluminoso e in apparenza costoso (3 euro) ne contiene tantissima! Quando ci sentiamo ci mettiamo d’accordo per il viaggio in Vietnam ok?

    😉
    😉
    😉

    Reply
  17. Come “primo e unico assaggiatore”… la parola “assaggiare” deriva da vari significati di parole latine, “provare” (specialmente il gusto), “esperimento”, “saggio”, ben si adatta a questo tuo piatto veramente spaciale…
    Un piatto buonissimo è dire poco (e poi io sono anche di parte, quindi vorrei aggiungere che l’aspetto iniziale ricorda qualcosa in formazione, che ancora non si è svelato), gli involtini nel piatto sembrano tanti piccoli “grembi”, un omaggio alla fertilità della Terra, delle piante, delle donne stesse (le cuoche vegane…).
    Quando finalmente il contenuto viene alla luce, la creazione si svela e può essere finalmente assaporata, gustata con amore, e il pensiero va a un mondo “free” dalla crudeltà verso gli animali e ricco di solidarietà per tutti (prima ovviamente la tua amica celiaca…)
    Ora ci sarebbe anche una seconda visione ma è ancora più speciale, forse inizialmente anche un pò triste, quindi la scriverò solo se me la chiedi…

    Reply
  18. Mari, sei sempre dolcissima oltre che precisa e brava! anche io adoro le “orientalaggini”, quindi questa ricetta la sento dedicata un po’ anche a me!!!!!!!!!!!!!!! un abbraccio

    Reply
  19. @chicca: io li trovo in tutti i supermercati a torino.
    adoro anche e soprattutto questo della mia città, ormai non si parla quasi più di immigrazione, siamo fusi e integrati in un arcobaleno di colori, e anche per la cucina volendo potresti mangiare tipico ”non-italiano” per un mese di seguito cambiando ogni giorno nazione.

    Reply
  20. Mariagrazia, come sempre le tue ricette sono un capolavoro di pazienza! Ma anche stavolta il risultato deve essere eccezionale!

    Reply
  21. Grazie Mariagrazia, come dice Eleonora proverò a guardare bene anche al super sia mai che ho una botta di c… e li trovo 🙂

    Reply
  22. Mariagrazia, le tue ricette sono sempre fantastiche!
    E tutta questa precisione certosina, proprio un lavoro da traduttrice eheh 😉

    Reply
  23. @ Stefano
    che commmento poetico e di parte! comunque gradito… questa seconda visione speciale un po’ mi preoccupa…

    @ Francesca
    tutte le mie ricette ti sono dedicate di default! lo sai che sei la mia musa! un abbraccio anche a te, spero ti sei ripresa!

    @ Eleonora
    mi piace molto questa fusion torinese, ma anche nei supermercati della mia zona vedo varie zone etniche, ultimamente anche tanti prodotti romeni fra cui una salsina di rafano e barbabietola che divoriamo a cucchiaiate!

    @ Cri
    sì il risultato non era affatto male, ma la prossima volta faccio una semplice spaghettata di soya saltata con verdure, zenzero e peperoncino e vai!

    @ Chicca
    volevo lasciarti un messaggio nei cornetti in fiore, ma c’è di nuovo qualcosa di bloccato! Comunque volevo dirti che sembrano delle mezzelune!
    Vedrai che quando sarà il momento ti troverai la carta di riso fra i piedi ovunque vai!

    @ Fairy
    Carina la tua osservazione. Mi pare naturale, ognuno trasporta in cucina il proprio bagaglio esistenziale!

    😉
    😉
    😉

    Reply
  24. Eh sì 😉
    Ne so qualcosa della precisione dei traduttori, dato che ci sono in mezzo anch’io come studentessa…e ne approfitto per fare i complimenti a tutta la categoria perchè senza di voi chissà quanti scritti importantissimi ci saremmo persi!

    Reply
  25. lo sai che soffro a non mangiarla più??? io adoro la sfogliatella e anche un altro tipo di dolce locale chiamato “frolla”. ma non le mangio più!!! credo si possa veganizzare, ci sto studiando su da un bel pò. se riesco a combinare qualcosa di buono, le faccio e le pubblico!!! 😀

    Reply
  26. @ Fairy
    che studi stai facendo? ti ringrazio a nome di una delle categorie più sfigate della jungla intellettuale…
    Sai già cosa vorrai fare da grande?
    😉

    @ Nello
    A chi lo dici caro Nello, io già di dolci ne ho sempre graditi pochi, le pasticcerie italiane mi hanno sempre procurato il voltastomaco fra canditi, liquori e cremette varie (per me seminauseabonde), e soprattutto il costante retrogusto di uovo crudo dappertutto… (che non mi piaceva nemmeno da onnivora) Per me qui in Italia praticamente i dolci non sono mai esistiti… a parte quelli semplici fatti in casa da nonna e mamma, e poche eccezioni come la sfogliatella!
    Ma qualcosa mi dice che il nostro sacrificio non durerà a lungo…
    😉

    Reply
  27. Un pensiero alla tartarughina che fa ricordare di mangiare con lentezza questi buonissimi involtini. E così me li sono gustati meglio…

    Reply
  28. @ Stefano
    …ma che carino che sei, l’unico a notare la tartarughina!
    beh non è che ti ho scelto a caso…
    😉

    Reply
  29. ora ho letto! 😀 io invece adoro i canditi ed i liquori. Questi ultimi però solo nei dolci. I liquori, le birre, il vino…li detesto, infatti non li bevo mai. Cmq mi sto dando da fare, per trovare una ricetta vegana delle sfogliatelle. Ovviamente se tu e gli altri trovano qualcosa, mi raccomando pubblicatelo 😀 ciao mariag.!!!

    Reply
  30. anche io ho notato la tartarughina..ehm però mi sembrava uno scarabeo 😯

    Reply
  31. Antonella Longo 23 Novembre 2009, 22:44

    Raccontare a parole l’incontro con la tua “dolcezza”, mia speciale e preziosa Maria Grazia, è impresa “impegnativa”. Le parole costruiscono ponti su cui possiamo raggiungere “altissime” mete e traguardi speciali: un cibo buono, sapientemente descritto, eleva lo spirito e gratifica i sensi, offrendo se stesso come “balsamo” d’amore e perla rara, tessuta nel tappeto di colori della nostra infinita fantasia!
    Benedire e ringraziare! Il sogno raggiunge la mia tavola e le mie preghiere diventano il sorriso nel quale nuoto come sirena beata che nel cibo trova appagamento e gioia!!
    Grazie infinite….sei una regina della “cucina”!!!
    A presto
    Antonella

    Reply
  32. @ Nello
    Notizia fantastica: la sfogliatella vegan l’ha già fatta una nostra collega, se vai nel suo blog ‘Naturalmente, vera’ e digiti ‘sfogliatella’ la trovi!!!
    Non so se tenterò presto di riprodurla, ma mi sento già più tranquilla! Se le fai prima te spedisci!
    😉

    Reply
  33. @ Nello
    uno scarabeo? che fantasia! beh l’importante è che avevi notato l’animalino!
    😉

    Reply
  34. ehehehe oggi con calma vedrò la ricetta. grazie di cuore!!! 😀

    Reply
  35. che emozione!! dedicata a me? ma proprio a me me me?!?
    wowowow che gola fanno!!!!!

    li farò di certo!
    baci
    nicole

    Reply
  36. @ Nello
    il massimo sarebbe poterla fare insieme!
    😉

    @ Nicole
    sì sì proprio a te!!!, per le ragioni che ho scritto sopra!!!
    sono sicura che ti riusciranno meglio dei miei!
    un abbraccio
    😉

    Reply
  37. @ Antonella

    Oh meno male, temevo ci fosse ancora qualche ingrediente inopportuno! Sono felice che stavolta il piatto è tutto alla tua portata e che lo hai (virtualmente) gradito!

    Ma che bello – ti ho trasformata in sirena appagata e gioiosa!
    grazie sono commossissima…
    più che regina in cucina mi sento una plebeissima sperimentatrice! se qualche volta l’esperimento riesce, buon per me e per chi mangia con me! ma è bello anche pellegrinare nelle cucine altrui!!! come qui in Veganblog che è un paese delle meraviglie!

    😉
    😉
    😉

    Reply
  38. Sono all’ultimo anno di triennale in “Comunicazione Interlinguistica Applicata” della Scuola per Traduttori e Interpreti…in parole povere, sto studiando la mediazione linguistica in entrambi i settori. Cosa vorrò fare da grande…eh, bella domanda! Non mi vedo portata per l’interpretazione però non ho nemmeno la costanza e la pazienza necessaria che dovrebbero spingermi a voler continuare con la specialistica in traduzione. Sono un po’ confusa. Una cosa che so, tuttavia, è che mi piacerebbe lavorare nel campo della comunicazione e della cooperazione internazionale…ma dato che mi mancano ancora un bel tot di esami ed un’ignota tesina alla fatidica laurea, ho ancora un po’ di tempo per pensarci!
    A te cosa ti ha spinto a voler diventare traduttrice?

    Reply
  39. bella domanda… forse la mia pigrizia, perché viaggiare mi piace, ma in fondo sono molto stanziale e la traduzione mi dà la possibilità di lavorare in casa… e poi perché tradurre in realtà è un modo di leggere non facendosi sfuggire nulla, e quindi per chi ama la lettura la traduzione è il massimo!

    Io ti auguro di completare i tuoi studi (quali lingue?) con successo e di capire con calma quale sarà la strada professionale più adatta. In effetti traduzione e interpretazione corrispondono a personalità completamente opposte, occorre essere riflessivi e introspettivi nel primo caso, invece immediati e spigliati nel secondo. Quindi diciamo che in questo caso già il nostro carattere ci aiuta a capire qual è la scelta più adatta!
    tanti auguri!
    😉

    Reply
  40. Sì, caratterialmente sarei portata più per la traduzione, decisamente! Studio inglese e spagnolo, due lingue comuni è vero, ma molto interessanti secondo me, hanno un sacco di sfumature. Una volta studiavo anche tedesco ma l’ho perso per strada; un giorno mi piacerebbe riprenderlo. Poi beh, altre lingue che mi affascinano sono il giapponese, l’arabo e l’hindi, ma ancora non ho avuto il coraggio di tentare nessuna di queste imprese 🙁

    Grazie davvero per gli auguri 🙂

    Reply
  41. Carissima Fata, per Pasqua visiterò amici e ho già comperato i fogli di riso, perchè fra le varie cose che cucinerò per loro ho selezionato anche questa… 🙂 Grazie per questo tesoro!!! Quando ero molto giovane e mi sono innamorata per la prima volta, facevo le superiori, ero in gita con la classe di fronte alla stazione di Santa Maria Novella a Firenze, di fronte a delle tartarughine di bronzo (credo fosse bronzo almeno) e ricordo che la persona destinataria del mio mutissimo ma furibondo amore, mi si era avvicinata mentre guardavo queste tartarughe pazienti e mi aveva detto “amo moltissimo le tartarughe, sono così timide”…la tua piccola tartarughina mi ha fatto ricordare un giorno di sole abbagliante e cielo azzurro di tanti anni fa…ovviamente il mio innamoramento muto di allora è rimasto solo un mio tormento, visto che non è mai successo nulla, ma le tartarughe sono rimaste per me animali molto speciali… 🙂

    Reply
  42. Vedrai che piacerà, poi fatto da te…
    Struggente il ricordo…
    Vorrei dirti di più cara, ma casco dal sonno!
    buonanotte
    😉

    Reply

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