Le ultime di stagione, ahimè,però sono ancora dolcissime.
Le pere Volpine sono una varietà antica dei “frutti dimenticati” (è il nome di una sagra che fanno tutti gli anni dalle mie parti, dedica attenzione a quei frutti che nessuno più conosce e commercializza. Conocete Cristiano Cavina? L’ultimo suo libro, “i frutti dimenticati”, viene di lì) .
Sono piccole pere che si mangiano solo cotte e con il vino sono una chicca culinaria.
Ingredienti
Pere volpine
vino rosso (sangiovese, cabernet…
zenzero (non è obligatorio)
Se non sono dolcissime o vi piacciono “glicemiche” potete aggiungere zucchero o malto.
Cioccolato fondente al 70% bio Mascao altrocommercio(ottimo anche in cucina).
Burro di soia ( uso burro o panna di soia a seconda se voglio una salsa al cioccolato fuso più scura e con sapore deciso, o se la voglio chiara e con sapore più delicato)
Scorzette di arancio o zenzero candito
Procedimento
Lavate le pere e adagiatele sulla teglia da forno.
Mettete tanto vino fino a coprire il fondo delle pere.
Una spolverata di zenzero gratugiato e cuocete in forno ben caldo per circa 30 minuti (oppure fate la prova stuzzicadenti)
Lasciatele intiepidire nel forno e nel frattempo mettete a bagnomaria la cioccolata, il burro e se occorre un goccio di latte di soia.
Date alla salsa di cioccolato la consistenza che più vi piace rimescolando gli ingredienti che sono a bagnomaria.
Mettete le Volpine sopra ad un piatto e colate sopra il cioccolato.
Lasciate raffreddare un poco e mettete le scorzette sulle pere come se fossero il loro gambo.
Considerazioni
E’ una ricetta che richiede poca elaborazione ma è di grande effetto, soprattutto quando avete degli invitati a cena e non conoscono le Volpine; inizialmente li vedrete dubbiosi ma, come assaggiano gli compare il sorriso godurioso sul viso…… 🙂
Mi spiace che le foto non diano merito perchè in realtà si presentano molto invitanti.
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Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
Davvero un aspetto godurioso queste volpine! 🙂
Un’altra scoperta, per me! Credo di non averle mai viste, almeno dalle mie parti. Bello sapere che ci sono posti dove la gente si dedica alla riscoperta dei prodotti di Madre Terra dimenticati. Una volta in tv ho scoperto la roveja, altro cereale che non ho mai trovato
invitanti! se riesco a trovarle le preparo!
che dolcetto invitante!!
peccato che non saprei nemmeno dove trovare le volpine 🙁
Bella ricettuola, utilizzabile anche con qualche altro frutto.
Una domanda (a cui rispondi solo se vuoi) in che zona abiti, sai com’è mi interessano le sagre 🙂
Ho capito dove abiti e da un po’ sogno di venire. Wow, le famose volpine! Peccato che solo queste, tra le tante varietà da cottura una volta esistenti sul nostro territorio, abbian avuto la fortuna di essere riscoperte..scusate, sono sempre un po’ eretica 😛
Grazie Mo’ per questa bella ricetta e per averne parlato sul blog.
@Gianluca: la roveja è il progenitore del pisello attuale, una specie di pisello selvatico – detta così è molto approssimativa e un botanico si arrabbierebbe, ma tanto per capirci..
Golose volpine! A trovarle!
@neofrieda79 Si, si, giusto. Per la fretta non ho specificato adeguatamente 😉
wow che carucce, ovviamente non le conoscevo 😉
Che carine, non le conoscevo queste perine 🙂
nemmeno io le conoscevo. che belline 😀 e coperte di cioccolato saranno state buonissime 😀
..ehm per chi non ha le volpine può usare i peroni Abate??? 😀
…anche se credo il gusto sia diverso 😀
che belline davvero!!! quanta varietà di frutti ci da la natura…altro che le solite 2 o 3 del supermercato!!
@Nadir: la sagra è a Casola Valsenio in provincia di ravenna e la fanno ad ottobre, se non l’hai mai vista merita anche se negli ultimi tempi è diventata un po’ commerciale…come tutte le cose che diventano famose.
Ci trovi un sacco di varietà in disuso nel normale commercio di frutta e verdura. Come avrai capito abito in provoncia di Ravenna in Romagna e sono fortunata perchè ancora in alcune realtà (Gas,associazione “civiltà contadina” ecc)si trovano ancora frutti e semi antichi.
@Chicca:poco distante da Como avete le pesche del lago di Monate che sono una meraviglia per l’anima e il corpo, le ho mangiate poche sere fa e ancora ne conservo il ricordo!(ovviamente erano sciroppate: gradito regalo).
@neofrieda79: credo che stia in noi riscoprirle ed io tramite il Gas ho potuto mangiare e riscoprire tante varietà che non son più in “uso”.
Bèh se capiti da queste parti fai un fischio.
@Nello: con l’abate?….puoi sempre provare….magari cuocile molto così un po’ si restringono :))
Credo che uno degli aspetti dell’essere vegani sia anche la ricerca di quella parte di natura che qualcuno ci vuole negare (perchè ce l’hanno già nascosta con la commercializzazione di prodotti cosidetti ibridi e con il farci intendere che non c’è alimento non raggiungibile alle nostre tavole).
Ecco perchè uso solo cibi di provenienza locale e biologica.
bbbbone!!!