Una bellissima utopia


Un’utopia? Un sogno ricorrente? Pensate che bello che un giorno ogni ristorante ed ogni produttore di alimenti fosse obbligato a evidenziare l’uso di sostanze di origine animale e se ciò fosse visto da tutti come un abbassamento della qualità del prodotto un pò come succede per gli OGM. Pensate che bello se un giorno il dar da mangiare ai bambini la carne e i latticini venisse finalmente considerato un atto sbagliato e una violazione dei diritti di quel bambino che “quando sarà grande potrà decidere da solo se cibarsi di animali o no”. Dovrebbe essere dovere per ognuno di noi fare in modo che quell’inevitabile giorno arrivasse il prima possibile.

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Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
  1. 🙂 CONCORDO 🙂

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  2. sarebbe bello e qualsiasi cosa io possa fare io sono qui

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  3. ciao VeganBlog,

    quali sono i prodotti alimentari che ad oggi non riportano sufficienti informazioni in merito all’uso di sostanze animali?

    Sicuramente ogni miglioramento in termini di trasparenza verso il consumatore è sicuramente apprezzabile.

    Ma non capisco perchè una scelta diversa dalla vostra deve essere vista come una scelta qualitativamente inferiore.
    Mi sembra un atteggiamento oltranzista, discriminatorio e irrispettoso nei confronti di chi la pensa diversamente.

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  4. Caro Michelangelo,
    il problema di base che non ti fa ben comprendere la filosofia vegan è che essa si basa principalmente sull’evitare sofferenze e soprusi agli animali.
    Tu pensi che un Vegan abbia il diritto di nutrisri (e vestirsi)come vuole ma non abbia il diritto di dire a te come farlo, mentre un vegan pensa che nessuno abbia il diritto di torturare, umiliare ed uccidere altri esseri viventi e senzienti per proprio gusto o divertimento (perchè di quetso si tratta visto che non esiste nessuna oggettiva necessità di farlo).
    Un vegan sente il dovere di difendere non solo la propria scelta 8che è cosa che appartiene alla facsia personale), ma anche il diritto di chi, in quel momento, non ha strumenti per difenderlo alla stessa stregua di come. durante la guerra c’erano persone che nascondevano altre persone (apertamente contro la legge che in quel momento era dettata dal più forte proprio come in natuta) per difenderne il diritto alla sopravvivenza minato da altre persone che ritenevano di avere il diritto di ucciderle perchè secondo loro erano esseri inferiori e in natura era scritto così.
    Puoi ben immaginare che in quest’ottica, non puoi pensare che un Vegan ti possa riconoscere alcun diritto di far torturare ed uccidere intenzionalmente degli esseri senzienti per nutrirti dei loro cadaveri, nè deve essere un vegan a riconoscerti tale diritto, perchè un diritto del genere non ce l’ha nessuno ed il fatto che le regole della natura non si basino su diritti e sull’etica, ma sulla sopraffazione non ci consente di applicare tali linee di comportamento anche nella nostra società che fortunatamente si basa sul diritto in continua evoluzione.
    Se fosse lecito e si avesse il diritto di comportarsi secondo le leggi della natura o di altre specie animali, allora dovremmo accettare passivamente le guerre, la violenza, gli stupri, potremmo lasciare morire gli ammalati, nutrirci dei nostri simili ed altre cosucce che evidentemente nessuno accetterebbe più.
    Spero che adesso questo punto della questione sia più chiaro e che tu possa meglio apprezzare l’etica Vegan che è essenzialmente basata sul rispetto e la difesa dei diritti altrui.

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  5. perchè dici che per il patè devono torturare le oche per giorni? le normative europee ormai sono standard per tutti i paesi e impongono ai produttori severe norme atte a garantire la non sofferenza degli animali che vengono uccisi dopo venire tramortiti per non provare dolore

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  6. VeganBlog, ti ringrazio per i chiarimenti sia in questo che nell’altro post.

    Comprendo meglio l’etica vegan, pur non condividendola.

    In primo luogo perchè attua una demonizzazione, utilizzando un vocabolario esageratamente cruento e non oggettivo: un contadino che uccide il coniglio o il maiale per mangiarlo, non può essere paragonato a un bambino che tortura un gatto per il gusto sadico di infliggere dolore. Chiaramente le finalità, le motivazioni e le modalità sono ben diverse e soprattutto non viene mai meno il rispetto degli animali, evitandogli sofferenze.

    In secondo luogo perchè la filosofia vegan estende (permettimi il termine) i principi dei diritti umani agli animali, giocando su un’ambiguità: da una parte l’uomo è visto in contrapposizione agli animali, con le sue leggi, il suo presunto atteggiamento prevalicatore, ecc. dall’altra è equiparato agli animali in quanto anche lui essere vivente.
    Delle due l’una: o l’uomo è un essere diverso dagli animali, dunque superiore, con diritti e doveri diversi. dunque il diritto alla vita di un uomo è diverso da quello di un animale (questo non significa mancanza di rispetto, ma solo una diversa considerazione). Oppure l’uomo è un animale alla pari degli altri, quindi come il leone mangia la gazzella, così l’uomo mangia la mucca.

    Infine il concetto di “essere senziente” è un altro punto ambiguo. Questo perchè se i cani, i gatti e i vitelli, possono provare dolore ed avere comportamenti che suscitano empatia nell’uomo, non direi lo stesso dei pesci o dei molluschi il cui sistema nervoso si limita a governare azioni involontarie secondo un principio di azione/reazione.

    A mio avviso, l’amore per gli animali si esplicita anche nell’amore e nel rispetto del cibo, contro l’omologazione dei sapori, l’agricoltura massiva, le manipolazioni genetiche.

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  7. Ciao Michelangelo,
    evidnetemente qualche punto di incontro parlando lo si incontra… per esempio, se come tu concordi, anche il vitello è un essere senziente ed è quindi in grado di provare dolore e sofferenza e certamente anche alcune emozioni (magari in forma diversa da noi, ma pur sempre ben definite) come umiliazione, paura, angoscia, solitudine (proprio come un cane. Se tutto questo è vero, allora siamo sicuri di avere il diritto di provocargli tutto questo male solo perchè la natura ci ha dato la forza per farlo?
    Caro Michelangelo, da quel poco che hai scritti penso di capire che mai e poi mai accetteresti di praticare simili torture ad un cane o ad un gatto, allora ti chiedo (aldilà della difesa ad oltranza del proprio ruolo in questa discussione), riesci a guardare negli occhi un vitello e ad essere sinceramente e serenamente convinto che la sua sofferenza non abbia un valore più alto del nostro volerlo mangiare?. In questa risposta tieni anche conto del fatto che, natura o non natura, moltissimi vegani come noi sono la prova di fatto che NON è in nessun modo necessario per un’alimentazione equilibrata nutrirsi di quel povero vitello…

    Proviamo quindi a soffermarci su questo aspetto senza addentrarci sul problema dei molluschi o di altre forme di vita più elementari (problema che potremo affrontare successivamente) e forse potremmo trovare comunque un punto condivisibile di incontro tra persone con la sincera voglia di migliorarsi e capire.

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  8. Per l’anonimo interlocutore (magari la prossima volta inserisci un nome o un semplice soprannome, giusto per rendere più consultabile la discussione),
    dovresti approfondire maggiormente la tua conoscenza dell’argomento perchè il patè d’oca viene prodotto non con le carni dell’oca, ma con un procedimento lungo e dolorosissimo per la povera oca che viene bloccata ed ingozzata a forza fino alla morte.
    Puoi vedere anche dei video su questa mostruosa ed inaccettabile pratica qui:
    http://www.goveg.com/feat/foie/
    http://www.tribunal-animal.com/galeries/clips/stopgavage.htm

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  9. Ciao VeganBlog,

    le mie idee restano tali e quali come esposto al post 7.

    Il tema delle forme di vita più elementari, così come della definizione di “essere senziente” resta privo di giustificazione, dunque non vedo alcuna controindicazione (anche da parte dei vegan) ad un bel piatto, che so, di spaghetti con le vongole.

    Il fatto che uomo, in quanto superiore, abbia, oltre che la forza e l’intelligenza per nutrire e mangiare animali da allevamento, la sensibilità nel trattarli decorosamente non significa che non abbia diritto a mangiarli, come vuole una naturale catena alimentare.

    Allevare un animale non significa torturarlo e, sinceramente mangiarlo non mi fa sentire in colpa in nessun modo.
    Il coniglio si uccide con un colpo alla nuca, nessuna tortura, morte istantanea. Idem per le galline, polli e tacchini.
    Sono contrario dunque alle torture inflitte agli animali (tipo vivisezione) ma non a ucciderli in maniera indolore per mangiarli. Compresi cani e gatti, anche se non rientra nelle nostre abitudini (a Vicenza mangiano i gatti, ma non ho mai provato).

    Sono un convinto sostenitore del diritto naturale dell’uomo a cibarsi di animali, uova, frutta e verdura, senza alcun senso di colpa. Così come nessun animale onnivoro si sente in colpa quando mangia un altro animale.

    Inoltre sono un convinto sostenitore del piacere della buona tavola, come forma di arte, creatività ed identificazione socio-culturale di un popolo.

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  10. Michelangelo,

    tu dici “Inoltre sono un convinto sostenitore del piacere della buona tavola, come forma di arte, creatività ed identificazione socio-culturale di un popolo.”

    bene,
    allora anche i Khmer Rossi che riportarono in auge una forma di cannibalismo rituale che attribuiva alla cistifellea, estratta a persone ancora vive e assunta seccata e grattugiata, il potere di curare qualsiasi malattia hanno diritto alla “protezione” della loro usanza in quanto identificazione socio-culturale di un popolo.
    ah, il problema è che estraevano la cistifellea a persone vive, bhe, la prossima volta basta digli di fare come per “il coniglio che si uccide con un colpo alla nuca, nessuna tortura, morte istantanea. Idem per le galline, polli e tacchini.”

    In più tu dici “Il fatto che uomo, in quanto superiore, …” mi ricorda molto un’altra frase : “il fatto che un ariano, in quanto superiore,…”. La tua visione antropocentrica è molto pericolosa.
    ciao

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  11. Cara Jessy,

    Innanzitutto il cannibalismo non c’entra un bel nulla. Ho scritto: “Sono un convinto sostenitore del diritto naturale dell’uomo a cibarsi di animali, uova, frutta e verdura, senza alcun senso di colpa”.

    Capisco che l’espressione “uomo, essere superiore…” può risultare quantomeno antipatica. Però innanzi tutto porla sullo stesso piano di “un ariano, essere superiore…” mi sembra completamente fuori luogo oltre che eccessivo.
    Mi riferivo ad una superiorità dell’uomo verso gli animali, ripeto ANIMALI, non di alcuni uomini verso altri uomini, ripeto UOMINI. Per carità, non sia mai.

    Il fatto è, come commentato nel post 6. che il dogmatismo vegan gioca su un’ambiguità.

    Lo ripeto:

    1. O l’uomo è un essere diverso dagli animali, dunque superiore, con diritti e doveri diversi.
    Dunque il diritto alla vita di un uomo è diverso da quello di un animale (questo non significa mancanza di rispetto, ma solo una diversa considerazione).

    2. Oppure l’uomo è un animale alla pari degli altri (visto che per te la vita di un uomo vale quanto quella di un animale).
    Quindi come il leone mangia la gazzella, così l’uomo mangia la mucca.

    Delle due, quale?

    Reply
  12. Ciao Michelangelo,
    mi permetto di intervenire a tuo post rivolto a Jessy relativamente al punto 1

    perchè limitare le possibilità a due?
    Perchè se l’uomo e comunque diverso dagli altri animali sotto certi aspetti automaticamente tu lo definisci come “superiore” accreditando a questa superiorità il diritto di uccidere gli altri animali?…
    Prova a considerare che in questo caso, il termine “diverso” non implica necessariamente un concetto di superiorità o inferiorità, prova a dimmaginare che l’essere umano si è evoluto maggiormente per certi aspetti legati all’intelligenza dove probabilmente è superiore
    (anche se mi vengono in mente alcuni conoscenti che si astengono da questa regola evolutiva 🙂
    ma forse si è involuto per altri aspetti più legati alla fisicità perdendo l’efficienza di molti dei suoi sensi primari…
    insomma mi smebra che il termine “diverso” proprio in questo caso non sia direttamente collegabile a “superiore” se non per il semplice fatti di essere semplicemente “più forte” proprio come un uomo o un Popolo più forte di un altro uomo o Popolo in passato (e purtroppoo anche adesso) definendosi “superiore” decise di annientarlo inquanto “inferiore”

    Reply
  13. Ciao VeganBlog,

    ti ripeto che il mio intento è solo quello di cercare di capire, senza prevalicare (nè essere prevalicato). Provo ad essere più chiaro.

    Come “superiore” intendo, proprio come dici tu, “evoluto maggiormente per gli aspetti legati all’intelligenza”.

    Non riesco a capire una cosa: per un vegan l’uomo e gli animali stanno sullo stesso piano o no? Sono uguali o diversi?

    Se sono UGUALI allora “l’uomo è un animale alla pari degli altri. Quindi come il leone mangia la gazzella, così l’uomo mangia la mucca.”

    Se sono DIVERSI allora (come scritto nel post 6.) “il diritto alla vita di un uomo è diverso da quello di un animale”.
    Quindi non è possibile porre sullo stesso piano i confronti “uomo vs. altro uomo” con “uomo vs. animale”.
    Dunque sia l’argomento del popolo forte che schiaccia il popolo debole o (ancor più offensivo) del cannibalismo sono completamente inadeguati.

    Ti ripeto, a conclusione, che sono un convinto sostenitore del diritto naturale dell’uomo a cibarsi di animali, uova, frutta e verdura, senza alcun senso di colpa. Così come nessun animale onnivoro si sente in colpa quando mangia un altro animale. Penso che questa mia scelta meriti di essere rispettata così come rispetto le scelte vegan.

    ———–

    Riporto come argomento separato e di mio interesse per la compensione della filosofia vegan, una domanda rimasta aperta:

    * Come si comporta un vegan davanti a un cane che, per istinto, uccide un topo senza mangiarlo (violando dunque il diritto alla vita del topo) ?

    Reply
  14. Ciao Michelangelo, alla tua domanda
    * Come si comporta un vegan davanti a un cane che, per istinto, uccide un topo senza mangiarlo (violando dunque il diritto alla vita del topo) ?

    rispondo che non esiste “un vegano”, nè esiste un regolamento da seguire. Un vegano è innanzitutto una persona che ha scelto la via più semplice e naturale di vivere. Quella di non far del male. Tale scelta, pur potendo essere praticata dall’oggi al domani da chiunque senza alcun problema, sia di ordine pratico, che alimentare, è comunque una scelta che si svilupperà, che andrà avanti nel suo cammino rafforzandosi e migliorandosi con il tempo (la vita funziona così).
    Quindi non esiste una risposta univoca alla tua domanda..
    Posso dirti quello che faccio io con il mio cane che pare gradire proprio la pratica da te descritta… Personalmente, facendo in tempo, salverei quel topo o qualsiasi altro animale oggetto di quel trattamento, ben sapendo che non sto togliendo cibo al mio amoco cagnotto, che è certamente ben nutrito e in perfetta salute, ma sapendo altrettanto bene che è un’azione basata più sul sentimento che sulla ragione vera e propria. In sostanza non avrò cambiato niente al mio cane e al resto del mondo, ma da quel momento ci sarà un topolino in più a non aver sofferto. nell’ottica che ho sposato mi sembra raginevolmente la cosa più giusta e logica da fare, senza per questo scendere in fanatismi o isterie verso chi si comporta diversamente.

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  15. Ciao VeganBlog,

    ti ringrazio sia per la risposta, disinvolta, chiara e serena, sia per aver preso le doverose distanze da atteggiamenti oltremodo fanatici.

    Un saluto.

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  16. Grazie Michelangelo girerò il tuo saluto anche al mio cane :-)))

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