Pistiddu ‘e domo

Un dolce barbaricino molto particolare, che ho scoperto a capodanno e, da allora, provato a riprodurre con Enri…

in pratica si tratta di una frolla profumatissima ripiena di un composto dolcificato con mosto d’uva cotto.

Ingredienti per la frolla:
2 tazze di farina di semola di grano duro
100 g di margarina di soia non idrogenata
1 tazzina di fruttosio
la scorza di 1 limone grattugiata
1 pizzico di sale
acqua qb

Ingredienti per il ripieno:
1 tazzina di sapa (mosto cotto)
1 tazzina di semolino
1 tazzina di purea di mela (opzionale)
la scorza di 1/2 arancia grattugiata
1 pizzico di cannella
acqua qb

Procedimento:
La sapa è uno sciroppo molto dolce ottenuto dalla cottura del mosto fresco d’uva, perciò viene anche detta “mosto cotto”. Si tratta di un modo antico di ottenere un dolcificante, tramite una lunga cottura che concentra gli zuccheri della frutta, con un risultato che è allo stesso tempo tonico, ricco di energia e facilmente conservabile. Nel supermercato sotto casa (nel frigo del reparto frutta e verdura) ho trovato un prodotto similare a base di uva, che ha una consistenza più solida ma che può egregiamente sostituire la sapa.

Nella foto i miei due aiutanti, Enri e Parsifal, vi mostrano gli ingredienti del ripieno. Ma procediamo con ordine: per prima cosa preparate la frolla unendo la semola, il fruttosio, il sale, la scorza di limone e la margarina e, da ultimo, l’acqua. Fate una palla e lasciate riposare (in alcune ricette ho visto che si può mettere anche il lievito, ma a noi è venuta migliore la versione senza). A parte preparate il ripieno mescolando la sapa con un po’ d’acqua (circa 1 tazzina) poi fate bollire, aggiungete il semolino e la scorza di arance grattugiate. Fate cuocere finché non si addensa, assumendo la consistenza di una marmellata piuttosto solida quindi aggiungete la cannella e, per un risultato più morbido, la purea di mela.

Tirate la sfoglia su un foglio di carta forno (deve venire abbastanza sottile)

poi metteteci il ripieno
e richiudete.

Non vi resta che decorare con la rotella dentata o uno stuzzicadenti la superficie del pistiddu, che in origine veniva fatto in occasione di Sant’Antonio Abate e perciò può, in alcuni casi, presentare anche simboli religiosi (nelle pasticcerie sarde utilizzano degli stampi appositi). Volendo esagerare potete lucidare la superficie spennellandola con una miscela di acqua e malto, quindi infornate a 180° fino a cottura.

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Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
  1. Interessantissimo davvero e molto bello! Complimenti a tutti e tre!

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  2. …ma specialmente a Parsifal! 🙂 grazie!

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  3. Oggi il blog è un attenatato!!! Ma cos’è questa meraviglia Luu!!! Non ho parole! ” Raviolatrice e tiratrice di sfoglie” Ahahah, ciao! 🙂

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  4. Ma che belli! Adoro le specialta’ regionali…e poi adoro la sardegna! Grazie luu! Complimenti!

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  5. @rossella: forte, “Raviolatrice e tiratrice di sfoglie” 😀 😀 !
    @federica @Cassiopea: grazie ragazze 🙂 🙂

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  6. Wooow ottimo, nono conoscevo questo dolce. Adoro la sapa!!!! complimenti 🙂

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  7. Che ricetta super!! Il mosto d’uva mi fa impazzire poi.. E’ davvero particolare 🙂 Credo di aver mangiato questo dolce tanti anni fa in sardegna.. Mi piacerebbe rifarlo!

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  8. :-O complimentissimi!!! (parsifal è bellissimo)

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  9. Complimenti a te e ai tuoi fedeli aiutanti!!!

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  10. Non è che ne hai tenuto qualcuno? 😉

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  11. Una delle tante cose che mi affascina notare nelle tue ricette, è vedere sempre qualcuno dei tuoi mici intento a curiosare mentre prepari :mrgreen:

    …sono trppo forti i gatti quando curiosano!!! 😛 😛

    Chissà che bontà questi pasticcini ripieni *___*

    W Luu, W Enri, e W la Sardegna 😛 😛

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  12. Ma che bella ricetta! Mi piace! 😉

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  13. Che buoni! Complimenti davvero a tutti e 3 gli chef!

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  14. sì sì, proprio buonini… anche i tentativi con le polveri lievitsnti non erano male; apparivano un po’ gonfiottosi, e quindi piuttosto improbabili, come pistiddos; la cosiddetta ‘margarina’ non è una margarina, ma una miscela di oli vegetali non manipolati, di consistenza burrosa! una composizione accettabile, abbiamo pensato… 🙂

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  15. Bunissimi!! Qui da noi la Sapa si chiama Saba 🙂 ne ho un vasetto in casa, che non sapevo come usare. Grazie per lo spunto! 😀

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  16. Meravigliosi. Che carini i tuoi aiutanti. 😉

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  17. Io amo il pistiddu.. e non lo mangio da troppo tempo! Devo provvedere!

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