Pancosanti

…ovvero quando la permanenza a casina tra le Crete dà i suoi buoni frutti :-). Avevo sempre voluto prepararlo, anche perchè di base è un dolce vegano, solo che stando quassù da sola, con forno che chiamarlo forno è un’iperbole…non me l’ero mai sentita, ecco. Mio babbo ne va ghiotto (da buon senese) e dato che il 30 Agosto è il suo compleanno ho pensato di coccolarmelo un po’.


Il Pancosanti (Pan co’ Santi) è un dolce tipico senese la cui origine si perde ovviamente nella notte dei tempi. Di base è un dolce povero, che veniva preparato tradizionalmente sotto al periodo di Ognissanti, anche se adesso lo si trova già da Settembre. Come suggerisce il nome, è in realtà pasta del pane, a cui si aggiunge zucchero e, udite udite, dosi generose di pepe (e questo gli conferisce un sapore molto medievale). L’altra componente fondamentale sono i cosiddetti “santi”, ovvero uvetta e noci. L’origine religiosa del dolce è dimostrata dalla croce che viene incisa prima di infornarlo (le massaie un tempo si segnavano mentre la incidevano), io non essendo particolarmente religiosa non mi sono segnata ma l’ho fatta comunque 🙂

Ingredienti:
800 gr di farina (io ho usato l’integrale ma la prossima volta metterò un quarto di manitoba)
400 ml di acqua tiepida
40 gr di lievito di birra (un cubetto e mezzo circa)
1 pizzico di sale
100 gr di gherigli di noci
2 cucchiai di olio evo
200 gr di uvetta
100 gr di zucchero
pepe a volontà macinato (meglio se macinato al momento)
rosmarino e un pizzico di cannella

Procedimento:
E’ un po’ lungo, ma più che altro per i tempi di attesa. Si scioglie il lievito nell’acqua tiepida. Dopodichè lo si aggiunge alla farina (con la classica fontana insomma), con un pizzico di sale. Si lavora bene e lo si lascia riposare per un’oretta, al solito in un posto lontanto dalle correnti e al calduccio (io non ho avuto problemi in tal senso…abbiamo patito i 35 gradi e senza un soffio di vento…). Nel frattempo si procede alla parte spassosa…preparare le noci. Io non ho molta pazienza e con lo schiaccianoci ho un conflitto non risolto, diciamo :-P. Comunque ho affrontato la fase con così tanta calma e filosofia che quando ho finito di sgusciarle la pasta era pronta (no vabbè ho preparato anche la cena nel frattempo). Sempre mentre la pasta lievita mettete a rinvenire l’uvetta in un po’ di acqua tiepida (da conteggiare a parte rispetto alla dose indicata). Mettete i gherigli di noce, spezzettati in modo molto grossolano, a soffriggere con i due cucchiai di olio (evo, per carità, ovviamente meglio ancora se toscano e bello saporito) e un rametto di rosmarino. Riprendete la pasta e reimpastatela con noci, uvetta, 100 grammi di zucchero, cannella e pepe. La quantità è a discrezione, io andavo per assaggini successivi, ma direi che un cucchiaio ce l’ho messo tutto! Ci sta benissimo, è quello che lo rende particolare. All’inizio dispererete ma poi tutto si ingloberà alla perfezione.

A questo punto, rimettete a riposare per 3 ore, trascorse le quali prenderete la pasta, la modellerete come da foto (con o senza croce decidete voi!). Io ho fatto cuocere per 15 minuti a 220° e per 40minuti a 200°.

Alla fine è venuto ottimo!! Il babbo era proprio contento 🙂


Secondo me è uno di quei classici prodotti da forno che se fatti con la pasta madre ne guadagnano moltissimo, soprattutto si conserva di più ed è più leggero; e sicuramente, anche se il lievito non si sente, ha anche un sapore lievemente diverso.

Ovviamente non vi aspettate un vero e proprio dolce…non è un dolce…è Pancosanti!!!

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Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
  1. ah..il pancosanti!! dolce senese.. che bello! non ho mai provato a farlo.. che belle foto!!
    bravaaa!!!

    Reply
  2. Tanti auguri al tuo babbo 😛

    …lo hai coccolato proprio con i fiocchi (visto anche il pacco finale 😉 )

    bravissima Ele 😛

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  3. Eleonora, tantissimi auguri “al tu’ babbo”!!! Ho pronunciato bene? eh eh Il pacco dono è elegante nella sua semplicità! La classe…
    Il pancosanti è delizioso e l’idea del pepe mi attira tantissimo!!! Un abbraccio

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  4. Di questo non ne avevo mai sentito parlare, ha qualcosa a che vedere col panpepato? In tutti i casi è da provare 🙂
    Io invece dovrei decidermi a tradurre un paio di ricette in inglese (che così mi esercito pure) e ad iscrivermi sul sito .en
    baci

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  5. @ Pimpi: eh eh anche io ero un po’ preoccupata perchè è lunghetto da fare ma poi alla fine c’è poco da stargli dietro. E poi viene grosso e dura per qualche giorno, non lo esaurisci in un pasto insomma quindi ne vale la pena. A proposito (di niente)…se sai l’inglese che ne dici di diventare chef anche sul sito inglese? se ti interessa contattami!

    @ Nello: grazie Nellino!!! Si hai ragione il mio babbo lo coccolo parecchio anche perchè non è stato bene da febbraio a luglio – niente di grave, ernia al disco poi operata e si spera risolta, ma stando quassù e vedendolo ogni due/tre mesi…insomma a questo compleanno me lo volevo coccolare! A proposito spero che il tuo babbo stia meglio anzi bene 🙂
    Quando è che posti i tuoi capolavori sul VeganWiz, a proposito? Io no lo faccio (ma sono sempre tentatissima) perchè hai un tuo account e sei chef anche lì e soprattutto perchè vedo che l’inglese lo sai eccome!!!!

    @ Titti: sulla carta hai pronunciato bene, manca il contributo vocale però :-P. Quando postavo le foto ti ho pensata perchè si vedono le mie manine sante. Il pacchetto…devi sapere che l’incarto è fatto con la carta da forno perchè in casa non ho trovato altro e dovevamo andare appunto a festeggiare il compleanno, però anche io sono stata soddsfatta. Anche perchè poi ho trovato una busta di carta arancio della stessa tonalità del fiocco…insomma, è venuto elegante 🙂

    @ Nadir: no, il panpepato è un’altra cosa ancora, è praticamente il panforte nella declinazione senese diciamo. Quello si che ha un sapore decisamente medievale! sai che potrei provare a fare anche quello sostituendo il miele con il malto…bella ideona mi hai dato, quando torno per qualche giorno giò lo faccio! Sarebbe grandioso se potessi postare qualche ricettina in inglese…a proposito, proprio oggi ho tradotto e inserito i tuoi fagottini!!!

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  6. Lo so Ele 🙁 infatti anche Barbara mi disse che non poteva pubblicarle per me nel veganwiz.fr, visto che ho un account mio 🙁

    (…ma chi me lo ha fatto fare a registrarmi??? :mrgreen: )

    No scherzo 😛 Ti prometto che nel fine settimana accontenterò te e lei 😛

    Un bacione ed un grosso abbraccio al tuo papà da parte mia 😛

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  7. E’ un piacere leggere la descrizione della preparazione di questo magnifico dolce non dolce; sei riuscita a trasmettere il senso della tradizione, il calore con cui le donne nel passato lo preparavano. Quasi mi sembrava di essere li con te mentre lo impastavi. Un dolce stupendo! amo far rivivere le nostre tradizioni, ormai quasi dimenticate. Bravissima, un capolavoro 🙂
    Augurissimi al papa!

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  8. @ Felicia: grazie!!! Ma che bel messaggio che mi hai lasciato, sono quasi commossa. Come quasi tutti nel veganblog io amo sperimentare ma ci sono delle pietanze che, essendo tradizionali non mi permetterei mai di reinventare. I dolci senesi poi hanno sempre un sapore medievale, come detto più volte in questo post, e mi fa battere il cuore pensare di preparare (o mangiare, via, il più delle volte :-P) cibi che si tramandano da secoli…penso appunto al Pancosanti, al Panforte, ai notissimi Ricciarelli, ai Cavallucci…si sente che sono sapori di altri tempi ecco. Io sono architetto e credo molto nella similitudine tra architettura e cucina…aggiungici che sono architetto nel ramo della conservazione e con le ricette tradizionali ci vado a nozze, ho per loro un rispetto reverenziale insomma 🙂

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  9. Ele, volevo dirti, nel commento precedente, delle mani ma poi è partito il click e non ho fatto in tempo.
    Bellissime mani, ma questo lo sai già!

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  10. Anche per me è così, amo inventare, azzardare, ma appena ne ho l’occasione un tuffo nel passato lo faccio volentieri.
    A volte mi manca la figura della nonna o del nonno con i loro racconti, nella mia famiglia non ci sono tradizioni culinarie, mia madre non mi ha insegnato nulla, ho letto e mi sono documentata. Solo per il gusto di conoscere e sapere.

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  11. Fantastico mi intriga mi hai ricordato il mio PAN COI FIC postato qua sul blog che non faccio da secoli…non ridere Ele sai che anch’io pur non essendo una gran praticante quando faccio il pane e lo incido dico sempre un AVE e mi segno 🙂 Proverò a farlo!

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  12. Eleonora che bella questa ricetta!!Veramente complimenti!hai reso benissimo il senso di tradizione che ci sta dietro!

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  13. Intrigante!! Mi piacciono i dolci poco dolci! 🙂

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  14. @Ele, grazie. Giuro che appena riesco vengo a iscrivermi di là.
    Bacio

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  15. anch’io sono attratta dal suo essere un dolce poco dolce! ma dimmi un po’, poi il pepe lo si sente molto?
    pepe o non pepe (che mio marito detesta) lo proverò senz’altro!
    grazie della bella scoperta! ^__^

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  16. Eh, si vede che io sono senese solo di adozione, perché a me proprio non piace… 😯 🙁 ma il tuo lo avrei assaggiato comunque!

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  17. Uh ma che bello! adoro il pancosanti! quest’anno devo rinunciare a assaporarlo visto che la mia abituale visita a siena per lavoro è saltata! magari potrei prepararlo io seguendo la tua minunziosa spiegazione… ma temo di non avere la stessa pazienza e le stesse doti! Bravissima!

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  18. Ele, ma che meraviglioso pacco regalo! Sai che anche mia mamma fa il compleanno il 30 Agosto? e mia sorella ha fatto per lei una meravigliosa torta Veg, peccato che non ho la foto!

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  19. Non ho mai amato questo dolce semplicemente per la presenza di uvetta.. 🙁 lo so, ma non mi piace proprio. Però ho sempre amato i riccitelli ( ora non più ovviamente ) comunque sei stata proprio brava, tanta pazienza ed un ottimo risultato che ha reso felice il babbo.. SEI STUPENDA!! ^_^

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  20. Grazie a tutte!!! cerco di rispondervi.

    @ Titti: grazie :-* ma lo sai che da quando me le hai fatte notare ci facio caso anche io? non penso che siano belle, solo che prima non me le guardavo insomma. Davvero, mi hai “aperto” un piccolo mondo!

    @ Felicia: anche le mie nonne non mi hanno insegnato nulla, una era troppo simpatica, non sapeva assolutamente cucinare, in cucina era capitan Fracassa!! Mia mamma qualcosa mi ha insegnato ma anche lei sostanzialmente sperimenta per cui di base mi ha insegnato questo

    @ Nadir, Suso, Marilu’, Cri: Grazie :-*

    @ Chicca se lo fai fammi sapere se ti e’ piaciuto poi! Ti conviene farlo con la pasta madre, te che ce l’hai

    @ Marta: no secondo me non si sente tanto, ovviamente dipenda da quanto ne usi. Non lo percepisci come pepe, ma come…boh, retrogusto pizzichino, nel senso che non senti il sapore del pepe.

    @ MAria Pia: o che lavoro fai che vieni a Siena per lavoro? Di pazienza un po’ ce ne vuole (ma lo dico io che ne ho zero), quanto alle doti….capirai che doti ci vogliono 😛

    @ Tati: che coincidenza carina! Spero che abbiate festeggiato bene come noi, e’ stato veramente un bel compleanno

    @ Mimi: Grazie 🙂 Si chiamano ricciarelli comunque, non riccitelli! E forse si possono fare sostituendo il miele con il malto e lo zucchero. Provero’!

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  21. Beeeellooooo! Questo lo faccio! Magari lo impasto col Kenwood… :mrgreen:
    E lo cucino nella cocotte di ghisa che da un’aria così casereccia ai pani… e anche una bella forma!
    Neanche a me piacciono le uvette, ma davanti a tale bellezza la curiosità vince!!!
    E anche lo traduco, lo programmo magari verso metà ottobre visto che é tipico dei primi di novembre… si si!

    PS: Nello: che ragazzo d’oro! Siamo fortunate Eleonora: questo WE sarà tutto per noi!!! 😆 😈

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  22. Dimenticavo: credo che i Ricciarelli abbiano anche albume montato a neve, li trovo simili agli amaretti come consistenza… Piacevano molto anche a me, bisognerà provare a veganizzarli con il sistema di Micillo per i finti amaretti! 🙂

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  23. Pizza ciao!!! Grazie per i complimenti 🙂 si anche a me piacerebbe tradurlo, anzi a dire la verita’ e’ un sacchissimo che non metto qualcosa di mio…grazie della mail a proposito, graditissima e lunghissima come piacciono a me!!! ti rispondero’ nel fine settimana.
    credo che tu confonda i ricciarelli con i cavallucci, e’ possibile? i ricciarelli sono molto molto morbidi, mentre i cavallucci hanno una consistenza piu’ da biscotto e piu’ simili agli amaretti insomma. Puo’ darsi comunque che ci sia dell’albume di uovo, non saprei, non li mangio comunque da quando sono vegan. Ad ogni modo guarda alcune ricette del pancosanti prevedevano le uova per dire eppure il sapore e la consistenza non le richiedevano (e francamente mi sembrava una follia, dato che e’ pane, e non una torta!!!). Mi informo meglio e veganizzo, poi con calma (molta calma) eventualmente procedo. I cavallucci sono quasi sicura che siano vegan, forse c’e’ appena un po’ di miele, facilmente sostituibile con malto.

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  24. Ho guardato su Internet: nei Ricciarelli Sapori c’é il bianco d’uovo, ma in molte ricette (come quella delle Paste di Mandorle, dolce siciliano uguale o simile ai Ricciarelli) non c’é l’albume. La ricetta é molto semplice (acqua zucchero mandorle un po’ di farina) quindi sarà da fare!!! Io intanto mi sono segnata questa! 😆

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  25. Si infatti Pizza alla fine si tratta di legare insieme gli ingredienti quel tanto che basta per formare le losanghe da mettere in forno. Poi con la cottura si compattano (devono comunque rimanere molto molto morbidi); quindi secondo me se anche uno usa il malto al posto dello zucchero gia’ e’ un ottimo inizio. Non trovo la ricetta dei finti amaretti di Micillo! o quale e’?

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  26. Non é proprio una ricetta, aveva lasciato un commento che io mi sono copiata:

    Micillo:
    ieri sera al pub ho fatto un risotto di zucca,e mi sono portato di nascosto parmaveg e panna di soia per mantecare. Poi l’ho fiorito con amaretto fatto al momento con maizena,mandorle e qualche seme di pesca,tutto frullato con un goccio di panna e poi croccantato in padella  e finalmente ridotto in granella.

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  27. ganzo!!! pero’ non saprei come usarlo nel caso dei ricciarelli…sai che io provo a farli prima senza uovo, vedo che esce, poi se proprio non mi stanno insieme ci penso!…al limite agar agar…
    grazie :-*

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  28. Ti mando via mail una ricetta che ho trovato e che mi sembra sensata…

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  29. Bellissimo. Complimenti. Sembra molto invitante. 😉
    Auguri al tuo papà.

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  30. scusa hai ragione, ricciarelli… Che scema!! 😆 non so perchè mi sia venuta riccitelli 😆 a forse sì, è il cognome del marito della mamma del mio fidanzato 😆
    comunque ribadisco che anche il pancosanti è delizioso, se non fosse, per me, per l’uvetta che non gradisco purtroppo 😉

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  31. ola’.
    qui si parla delle mie ricette,grazie,onorato.
    in effetti ho fatto una granella di croccantino per riprodurre l’amaretto,che in realta’ non va sul risotto di zucca ma nel ripieno dei turtei mantovani e ferraresi,per assonanza ho voluto guarnire cosi’ il risotto.
    Comunque complimenti per la ricetta e la presentazione.
    Amo i piatti della tradizione, e questo per me e’ nuovo, conosco il panpepato,adoro il panforte ed il pane del pescatore,tra l’altro tutti veganizzabili sostituendo il miele con malto o sciroppo d’acero ( secondo me migliore ).
    Per i cavallucci : farina00, zucchero, noci, frutta candita, carbonato ammoniaco,quindi sono GIA’ VEGAN.
    @ Pizza pie
    ti assumerei come mia public relation manager !
    le cocotte che usi cosa sono, Creuset,Staub o Godin ?

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  32. Cavallucci ricciarelli cantucci maritozzi pani pepati e non! Aaaaah! Delirioooooo! Smettetela! 😆
    Devo fare i ravioli con la zucca e la granella adesso anche!!! Anch’io preferisco lo sciroppo d’acero, più fluido e di sapore più gradevole.

    @Micillo: é solo memoria 😆
    Le mie cocotte preferite sono le Staub (lo immaginavi vero?), ne ho avute anche di Ikea e senza marca, ma da quando ho comprato le pentole della Cristel che vanno in forno le ho vendute, ho tenuto delle piccole cocottes individuali, insostituibili! Nelle Cristel ci faccio anche il pane 😛

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