Pensare anche agli altri…

Siamo uno dei maggiori Paesi d’ Europa dove se non abbiamo la qualifica per fare quel determinato lavoro ci è impossibile svolgerlo. Il che va sicuramente bene se si tratta di chirurgo o geometra, infermiera o operaio su macchinari speciali, o comunque se il lavoro in questione è di importanza tale per il quale una qualifica si rende necessaria. Ma spesso dietro la frase: “Mi spiace non ho la qualifica per fare questo lavoro”, in realtà dietro di se ne cela un’altra: “Non è la mia mansione… Non è compito mio… Quindi io, non lo faccio!”.

E ora alzi la mano chi non è incappato, almeno una volta nella vita, di fronte a persone che si sono fatte scudo della loro “non qualifica” per non fare un lavoro, guarda caso, faticoso o poco piacevole da svolgere. E a quanti di noi non è capitato almeno una volta nella vita di essersi fatti scudo di tale frase? Molti spero che immediatamnete presi da una crisi di coscienza si siano poi cimentati nell’ impresa. Purtroppo però la cosa si fa più spiacevole quando a comportarsi così sono persone che lavorano presso quegli Enti che dovrebbero tutelare la nostra salute o la nostra sicurezza. Spesso, per chi sta dall’altra parte è difficile far valere i propri diritti, ma li abbiamo e dobbiamo ricordarcene. Ad esempio… Le persone che questa mattina hanno rallentato con la loro auto, passando davanti allo scooter del mio vicino di casa, che qualche vandalo aveva buttato per terra, di sicuro non erano obbligati a tirarlo su visto che non era in mezzo alla strada non ingombrava alcun passaggio ne’ recava pregiudizio alla sicurezza. Ma avrebbero potuto farlo… Il problema, è proprio questo, il celarsi dietro al fatto che certe cose non rientrano nei nostri compiti. Secondo me, l’essere dei buoni cittadini comincia da qui, dal protendere la mano verso il prossimo: per far questo non occorre alcun un tipo di qualifica… E’ semmai lo spirito con il quale dovremno cercare di comportarci nei confronti degli altri… Molto spesso… Gli altri siamo noi…

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Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
  1. Hai maledettamente ragione, ma ormai la nostra società sembra si basi solo su individualismo ed egoismo. Le persone non credono più nelle persone, e appena vedono che potrebbero fare qualcosa di utile per il prossimo il primo pensiero che gli salta in testa è “ma chi me lo fa fare?!..Tanto lui per me non muoverebbe un dito!”, oppure ancora “beh se non lo faccio io lo farà qualcun’altro” (vedi l’esempio del motorino in terra che casca propio a pennello!).
    Lo stesso discorso si potrebbe ribaltare a chi, tra un discorso e l’altro, parlando di scelte vegane ti risponde “anche se io smettessi di mangiare carne sarei solo 1 su mille e quindi non cambierei il mondo”…
    Sbagliato caxxo! perchè la gente non crede di poter cambiare il mondo??? perchè è così limitata da pensare di non poter contribuire? Bisogna credere fino in fondo in ciò che si fa! Le piccole cose fanno la differenza!

    Uno “stupido” soleva dire…”Solo chi è così folle da credere di poter cambiare il mondo, lo cambia davvero” – Ghandi –

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  2. Se tutti ci dessimo da fare.. e ci credessimo…Hai proprio ragione !

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