Ever green

Eccomi in punta di piedi per la prima ricetta: un frullato niente male ideato per caso salvando alcuni spinaci e kiwi che imploravano in ginocchio…  riciclati subito in un tripudio di verde.

Ingredienti:
spinaci freschi (se avete quelli in busta siete avvantaggiati sennò vi toccherà pulirli a lungo dalla loro abbondante terra, eh sì)
4 gambi di sedano
7 kiwi (questi venivano dall’orto dei miei: bbonii)
1 ciuffo di rucola
3 cime di puntarelle

Procedimento:
Tagliuzzate tutto e frullate con mezzo bicchiere d’acqua. Semplicissimo.
Il difficile è berlo tutto, a me ha saziato per bene.
E’ stata la mia cena accompagnato da barchette di finocchio depurativo e dolce che si abbina very well all’acidulo del frullato.

Se per caso i vostri kiwi saranno più maturi e dolci, come ad esempio quelli gialli, allora godrete il tutto senza pizzichio di lingua. Quindi prendete le gondole di finocchio e immergete in tazza: tutto rigorosamnete by finger!

Nota:
Vi lascio con una poesia di Mariangela Gualtieri che ascoltavo recitare a radio3 mentre preparavo l’ever green. Dedicata a tutt* voi.

da “Naturale sconosciuto”
“Per tutte le costole bastonate e rotte.
Per ogni animale sbalzato dal suo nido
e infranto nel suo meccanismo d’amore.
Per tutte le seti che non furono saziate
fino alle labbra spaccate alla caduta
e all’abbaglio. Per i miei fratelli
nelle tane. E le mie sorelle
nelle reti e nelle tele e nelle
sprigionate fiamme e nelle capanne
e rinchiuse e martoriate. Per le bambine
mie strappate. E le perle nel fondale
marino. Per l’inverno che mi piace
e l’urlo della ragazza
quel suo tentare la fuga invano.
Per tutto questo conoscere e amare
eccomi. Per tutto penetrare e accogliere
eccomi. Per ondeggiare col tutto
e forse cadere eccomi.
che ognuno dei semi inghiottiti
si farà in me fiore
fino al capogiro del frutto lo giuro”.

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Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog

Pubblicato da Tarantola

Sgobè! Sono Antonella. Amante dei felini dai quali credo sia stata allevata. Vivo a Bologna, esiliata felice da terre remote lucane e vulcaniche. Mi svegliavo ogni mattina con le sette cime del Vulture a farmi da cornice, le uniche cose che mi mancano qui. Forse alla fine del mio viaggio ci ritornerò, non senza aver spulciato prima i mille possibili anfratti di questa Terra. Vegana da un anno (e non immaginate quanto mi pesino quei 24 in cui ero onnivora inconsapevole); d'un colpo tutto mi si è capovolto addosso e scosse telluriche hanno fatto emergere ciò che i miei sensi non riuscivano a cogliere. Ora mi chiedo come è possibile che la mia empatia con il mondo animal-vegetale non mi abbia aiutata? Proseguendo questo entusiasmante cammino mi sono ritrovata in men che non si dica crudista, in barba a tutti gli eccessi hardcore di sempre! Mangiatrice di frutta in fieri (questa sconosciuta!). Ma ogni tanto il cotto ritorna e quì posterò sicuramente qualcuna delle tante ricettuzze fotografate before raw;) fin da bimba miravo all'etologia ma poi ho dirottato il timone verso lo studio di bipedi ahimè non sempre sapiens e da grande vorrei fare la sarta: con bisturi e pinze però! Nel tempo libero dallo studio di una medicina che sempre meno mi si confà amo leggere e danzare, il nuoto e l'acqua da buona cancerina. Mi interesso di femminismi e arte tutta. Tendente all'inorganico, sogno di andare a vivere in un tronco d'albero. Vi seguo da sempre, questo blog è un buon modo di fare attivismo antispecista prendendo per la gola i passanti e anche un bell'esempio di condivisione di vite cruelty-free. Le mie non-ricette saranno solo un piccolo gesto per ricambiare la vostra presenza quotidiana. Lascio ai grand* chef qui presenti le creazioni vere. Un abbraccio e buona vita a tutt*