Cacio dragoncello

Non ero sicura di voler condividere questo veg-formaggio. Mi sembrava di plagiare l’ormai famoso Vero formaggio vegano di Lali. Ma dopo quasi due giorni di stagionatura in frigo e diversi utilizzi, ho deciso che cacio dragoncello è un formaggio troppo godurioso per tenermelo tutto per me. Allora, eccolo qui e… ovviamente, è dedicato a Lali la nostra maestra di veg-formaggi.
Cacio Dragoncello
Ingredienti:
426 g di cavolo rapa (kcal 115.02, kcal 27/100 g)
400 g di acqua
25 g di kanten (kcal 4, kcal 16/100 g)
100 g di lievito di birra (kcal 54, kcal 54/100 g)
40 g di pasta di cipolla (kcal 16, kcal 40/100 g)
3 g di gomashio (kcal 17.07, kcal 569/100 g)
1 manciata di dragoncello secco
1 pizzico di sale
1 pizzico di pepe
1 pizzico di assafoetida
1 manciata scarsa di pepe in grani
poco miso rosso
poco olio di semi di girasole

Procedimento:
Grattugiare il cavolo rapa e metterelo in pentola. Sciogliere il kanten nell’acqua indicata e unire al cavolo rapa. Portare ad ebollizione a fuoco lento aggiustando di sale e pepe secondo i gusti. Fare bollire per alcuni minuti fino a che il composto non si sarà addensato e aiutato con il leccapentole lascerà le pareti del tegame pulite. Solo per ultimo, a fuoco spento, aggiungere gli altri ingredienti eccetto il miso e l’olio. L’olio infatti serve solo per ungere leggermente la forma e poi cospargere di un leggerissimo, giusto un velo, di miso rosso, quello a salatura media. Quindi versare il composto, cospargere di dragoncello e lasciare raffreddare a temperatura ambiente senza coperchio, quindi in frigo con coperchio.

Considerazioni:
Tot 873 g freddo kcal 206.09, ovvero kcal 23.61/100 g. Quando si apre il contenitore, l’odore è forte di cavolo. All’assaggio, però, l’aroma di cavolo non c’è e ricorda molto il pecorino sardo semistagionato di montagna, quello che i pastori fanno in Barbagia, con regole di pulizia un po’ dubbie, e che di solito sono buoni candidati per diventare casu marzu (formaggio marcio) con tanto di vermi saltellanti!! Qui ovviamente di vermi non ce n’è, la pulizia è stata curata al massimo 😆 e il sapore è un po’ piu peposo. Guardando bene la figura, si intravede una schiumetta biancastra, segno che il miso, benché poco, ha penetrato il formaggio e ha leggermente fermentato. Cacio dragoncello si grattugia che è una meraviglia con un grattugino a mano: come ho fatto oggi a pranzo su degli shiritake, sembrava pecorino romano!! Come nel caso del pecorino, cacio dragoncello è assolutamente una delizia spalmato con un po’ di malto di riso: perfetto! Oggi ho fatto un esperimento con le proteine isolate della soia. Domani lo rifarò perchè, per diventare “un fatto”, il risultato deve essere riproducibile. Se avrò successo lo pubblicherò e sarà sorprendente.

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Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
  1. premesso che hai unito dragoncello e cavolo rapa che sono 2 alimenti che dire che adoro è riduttivo, ma una domanda è d’obbligo: dove hai trovato l’assafetida !? qui l’ho cercata ovunque anche nei tombini ma non la si trova nemmeno pagarla tonnellate d’oro!!

    bless and big love R!

    bentornata 🙂

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  2. Ha un aspetto meraviglioso!

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  3. Beh é quasi identico a quello che volevo postare… a questo punto mi sa che non lo pubblico più…
    Complimenti Rita

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  4. che bello. ricorda un crudele formaggio siciliano,quello coi grani interi di pepe. onestamente, era buonissimo. ma oggi ,grazie ai veg formaggi, davvero,nessuna nostalgia.
    riguardo al miele, Lali aveva elaborato alcuni validissimi sostituti veg.

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  5. Rita stavolta ti sei superata! Bellissimo questo veg-cacio. Grazie a te e alla nostra maestra Lali, che mi ha fatto conoscere il cavolo rapa! 😀 Ciaoooooooooo

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  6. Che cos’è l’assafetida? Mi intriga parecchio!
    Bello sformaggio, mi fa proprio gola!
    Secondo me per sostituire il miele amaro può andare bene il malto d’orzo che non è dolce, come gli altri malti, a noi piace tanto.
    Stasera ho provato le tue Radamash brown, uno stuzzichino davvero sfizioso! Brava Rita!

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  7. D, è catalogata come spezia viene anche chiamata Sterco del diavolo o concime del diavolo, è una via di mezzo (prendi ciò con le pinze poiché il sapore e odore è proprio tipico suo) tra aglio zafferano e pepe nero…per render vagamente l’idea…

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  8. Uau che ricettina!!!!! Peccato che ormai sto cavolo rapa m’ha fatto venire una rapa per capello da nervoso visto che qui non esiteeeee!!!!!! Rita ho fatto acquistare da una mia amica i semi di psillio e le bucce (sono per me ma non sono capace…hehehehe) secondo te le bucce di psillio sono la crìusca che hai usato per i filanti?? sono pacchi da 1 kg e sono sui 18 E a confezione ma dovrebbero durare almeno due anni,io li posso mettere sottovuoto eventualmente in monopacchettini da 100 200 gr. Mi dai qualche consiuglio su come usarli?? almeno all’inizio per prenderci la mano 😉 Mi ispirano tipo per addensarmi i pudding la mattina o per fare simil gelatine ma su internet ho trovato solo che sono lassativi!!

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  9. Ps tra parentesi….lo hai frullato tu per farli a polvere nei filanti o si sciolgono da soli??

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  10. Uh che strano!!! Grazie Luca per le delucidazioni, non l’ho proprio mai sentita ma se ricorda l’aglio mi piacerebbe di sicuro! Però perchè “Sterco del diavolo”?!?!Che nome ingrato per una spezia!!!!!

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  11. Luca, l’assafoetida l’ho presa da spice-master.com
    Sono stataindecisa per mesi se comprarla o meno perché l’odore è davvero fetido, tipo pipi di gatto e molto persistente. Però nelle pietanze, in cottura, cambia completamente e ha un aroma troppo bello, aglio, cipolla, spezie varie non saprei dire, ma lo adoro. Tra l’altro, non è altro che il seme della ferula macinato. La ferula è una pianta endemica della Sardegna, citata da Dante nella Divina commedia nella parte in cui dice peste e corna della Sardegna. A me era stato sempre detto di stare alla larga dalla ferula perché è velenosa, se le pecore la mangiano muouino e leggende varie. Tutto falso, tutto falso. Magari le pecore muoiono ma a me piace pensare che gli umani non siano ancora diventati pecore del tutto (anche se in Italia ci si avvicina molto!!) e infatti non si muore a mangiare semi di ferula macinati !! assafoetida ehehehe

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  12. Dida, il miele amaro è dolce e amaro allo stesso tempo. È un miele molto particolare, viene dal corbezzolo e qui è molto apprezzato e più costoso del normale. Cmq anche del veg miele o del malto va bene anche se ripeto non è assolutamente lo stesso gusto … ho paura che farò un piccolo sgarro e lo metterò sul cacio dragoncello perché sono troppo curiosa.

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  13. Soei99 nei filanti ho usato le bucce di psillio in polvere, acquistate su myprotein.it (http://www.myprotein.it/nutrizione-sportiva/bucce-intere-di-fibra-di-psillio/10530061.html) in confezione da 500g se non ricordo male. Durano tantissimo visto che ne basta poco, ma la quantità dipende dal grado di acidità del liquido da addensare. Te lo vendono come lassativo, ed è vero se ne mangi tanti, ma i pochi grammi che bastano per addensare non ti danno l’effetto lasssativo. Cmq llo psillio fa bene , rilassa lo stomaco, riduce l’assorbimento di sostanze dannose (metalli pesanti, etc.) e aiuta la digestione. Io ne uso sempre uno o due grammi a colazione. Talvolta lo alterno alla gomma di xantano o l’agaragar. Se devo cuocere l’agar agar è più efficace, ma anche a freddo è cmq salutare. Esiste un manuale degli addensanti su Internet, se lo ritrovo indico illinkoppure lo metto sul mio server e lo potete scaricare.

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  14. che meraviglia!!!

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  15. Dida, Rita ha spiegato il perché del nome 🙂

    mitiche, bless and love!

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  16. Complimenti per la ricetta.A Milano l’assafetida puoi trovarla in qualunque negozio etnico. Io l’ho presa qualche mese fa in un negozio indiano.Non ho avuto il coraggio di aprire la confezione perchè anche da chiusa sprigiona un odore talmente forte e sgradevole che aveva impreganto l’armadietto,per cui l’ho avvolta nella pellicola di plastica e poi l’ho messa dentro un vasetto di vetro.Ma quanto bisogna usarne? Ho paura poi di compromettere il gusto e non rieuscire a mangiare il piatto. E come si fa a conservare la confezione aperta?

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  17. scusa rita ma il cavolo rapa è mica il sedano rapa?quesito rivolto a tutti i verdurai!

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  18. no billy sono diversi…il sedano rapa lo chiamano anche sedano di Verona, il cavolo rapa a differenza fa parte delle crocifere, hanno forma gusto consistenza diverse…l’unica cosa che li accomuna è il “rapa” e il fatto che sono poco conosciuti e poco apprezzati 🙂

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  19. grazie lu..allora mi sa che non l’ho mai visto…sostituirò col sedano rapa , ne ho uno in dispensa ma non ho voglia di farlo tutto impanato e fritto…per quanto sia la morte sua!

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  20. io il sedano rapa lo taglio a rondelone poi lo passo alla pietra (tipo melanzane o zucchine per intenerci) e appena è bello brustolito ci lancio sopra lievito alimentare in scaglie e peperoncino come se piovessero….divino!

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  21. …buona idea…più leggera!grazie!

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  22. ciao.ah quindi l’assa foetida è il seme della ferula? non lo sapevo .e si ,la ferula è velenosa ,e mortale, per gli animali che se ne nutrono.povere pecore.da non confondere la ferula con il finocchietto selvatico…

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  23. Il sedano rapa tagliato a bastoncini come le patatine fritte e poi abbrustolite su pietra o con forno crisp. Sembrano patate dolci fritte

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  24. Ma questa assafoetida si trova anche in montagna giusto??? A me sembra di averla vista …

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  25. CHe io sappia la ferula il Italia cresce solo in Sadegna. Assomiglia molto al finocchietto selvatico, e si confonde facilmente. E cmq mi sembra strano che cresca in montagna, è una pianta che ama il sabbioso e l’arido, però effettivamente cresce anche in Barbagia, dunque forse anche il montagna …

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  26. Dimenticavo, qui con i rami grossi di ferula ci si fanno degli sgabelli. Alla prossima occasione ne posto una foto

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  27. Bo forse mi sbaglio io è che mi ricorda tanto una pianta che vedo in montagna. Mi sarei ritenuta fortunatissima se la potevo trovare lì 🙂 ehehe

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  28. ooooh :Q____ sbav. ma quanto dura questa meraviglia? E’ possibile sostituire il cavolo rapa? Dalle mie parti proprio non si trova 🙁

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  29. Valentina prova con il cavolfiore, ha un gusto simile al cavolo rapa, più forte … saprà più di cavolo oppure metti più acqua

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