Olio di cocco


Alimento che sta trovando una larga fetta di mercato da poco tempo a questa parte, estremamente versatile (non solo come alimento), andiamo a conoscere l’olio di cocco.
Come nel precedente articolo riguardante l’olio di palma, l’articolo (per quel che mi concerne) sarà rivolto agli aspetti legati al suo uso sul nostro organismo e non sulle implicazioni etiche a esso legate, per questo lascio spazio alle vostre conoscenze, ai vostri commenti e interventi.
L’olio di cocco (detto anche olio di copra) si ricava dai frutti dell’omonima pianta tipica delle coste tropicali.
I semi di questi frutti (noci di cocco), privati dell’involucro fibroso più esterno e di quello legnoso che li avvolge, sono bianchi e saporiti. La loro mandorla essiccata e detta copra, ed è la materia prima per la preparazione dell’olio.
L’olio di cocco viene prodotto per pressatura della copra e successiva raffinazione, ottenendo oli di qualità via via inferiore in relazione alla materia prima utilizzata.
L’olio di cocco può essere estratto attraverso l’elaborazione “secca” o “umida”, la lavorazione a umido è  meno efficace di quella a secco e la resa è inferiore del 10-15%  e i processi umidi richiedono anche degli investimenti di attrezzature ed energia che comportano costi maggiori.
L’olio viene poi raffinato per rimuovere gli acidi grassi liberi e ridurre la tendenza all’irrancidimento.
Un migliaio di noci di cocco mature, ovvero 1.500kg circa, producono circa 170 kg di copra da cui possono essere estratti circa 70 litri di olio di cocco.
L’olio di cocco “raffinato”  sbiancato-deodorizzato (RBD) è ottenuto per pressatura idraulica della copra riscaldata, l’olio di cocco “grezzo” non è adatto al consumo perché contiene contaminanti e dev’essere comunque ulteriormente raffinato.
A differenza dell’olio di cocco vergine, l’olio di cocco raffinato non ha sapore o aroma di cocco e viene utilizzato per la cottura, per la trasformazione alimentare industriale o per scopi cosmetici ma anche industriali e farmaceutici.
Largamente utilizzato nella cosmetica sotto forma di creme o unguenti, l’olio di cocco ha una principale  azione lenitiva ed emolliente viene usato in cosmetologia per la preparazione di latti grassi e saponi.
Questo olio contiene circa il 50% di acido laurico (acido grasso saturo a 12 atomi di carbonio che viene convertito a monoleina nell’organismo umano) la monoleina ha spiccate proprietà antivirali, antimicrobiche, antiprotozoarie e antiruggine (un vero e proprio alleato per il nostro organismo).
Nutrizionalmente contiene (dati come sempre approssimati):Acido laurico 44 – 51 % Acido miristico 13 – 18 % Acido palmitico 8 – 10 % Acido caproico 6 – 10 % Acido caprilico 6 – 9 % Acido oleico 5.5 – 7.5 % Acido stearico 1 – 3 % Acido linoleico < 2.5 %, vitamina E, K e J.
Interessante è il contenuto di micronutrienti soprattutto sali minerali, come ferro, potassio, rame, zinco, magnesio, fosforo e vitamine B1, B2 e B3.
L’apporto calorico come per gli altri oli risulta molto alto, circa 862 calorie per 100 grammi ed è composto principalmente da grassi saturi (92%), fonte di energia, che però non vanno ad incidere sul colesterolo poiché sono a media catena (quelli dannosi sono gli acidi grassi saturi a lunga catena), piccola parentesi merita l’argomento acidi grassi, l’olio di cocco ne è ricco e fanno bene alla salute in quanto hanno proprietà antivirali, antimicrobiche, antisettiche, antiprotozoarie ed antifungine,
proprietà dimagranti, proprietà energetiche e anche antiossidanti.
Su tutti i “media” questo alimento viene pubblicizzato come una panacea per ogni male, gli vengono attribuiti poteri quasi miracolosi, ma attenzione, non esistono prodotti così perfetti per il nostro organismo, come sempre la verità sta nel mezzo.
Al di là dei suoi benefici ha come ogni alimento aspetti “negativi”, come gli altri oli (citandone alcuni: palma, colza, oliva, girasole, soia ecc…) si tratta di un “grasso” e va inserito nella propria alimentazione con moderazione e nelle giuste quantità, evitando perlopiù un eccesso di grassi (o di qualsiasi altro macronutriente).
Essendo un prodotto come ho inizialmente detto “estremamente duttile”  riporto una carrellata di benefici-usi-piccole  curiosità legate ai molteplici usi e effetti dell’olio di cocco: contrasta l’herpes, le infezione alle orecchie, lenisce il mal di gola, allevia le insolazioni, efficace in caso di pidocchi, emolliente per la pelle e i capelli, lucida mobili e scarpe, efficace antiforfora e dopobarba, utile antiruggine e lubrificante.
Come sempre per finire, qualche curiosità sul cocco: Il nome scientifico “Cocos nucifera” deriva dai primi esploratori spagnoli che vedendola le diedero il nome cocos che letteralmente significa “faccia di scimmia”, questo grazie alle tre tacche che sembrano occhi e al dado che assomiglia alla testa di una scimmia… L’olio estratto si presenta in forma solida sotto i 24° mentre sopra a suddetta temperatura fonde e diviene liquido… In India la tradizione vuole che per benedire un matrimonio occorre agitare una noce sulla testa dello sposo e successivamente dopo averla rotta cospargere attorno agli sposi il liquido….. Nel 2000 le noci di cocco cadendo dalla pianta hanno ucciso 150 persone mentre gli squali ne hanno attaccate 79 (10 delle quali sono morte)….. In India, durante una visita ufficiale del presidente degli Stati Uniti Obama, come misura di sicurezza la polizia ha ordinato di raccogliere tutte le noci di cocco adiacenti suo passaggio.

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Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
  1. Ottima recensione…
    ci sono innumerevoli aspetti etici che sarebbe interessante approfondire, sia ambientali legati al peso ecologico che la coltivazione di cocco e la successiva trasformazione genera, sia ad aspetti oiù intimi della scelta vegan, legati al tipo di raccolta di cocchi che spesso coinvolge animali…
    C’è anche da dire che l’olio di cocco è stato una soluzione pratica nel sostituire l’olio di palma e questo ha certamente aiutato l’abbandono in massa della palma per lo meno nell’uso alimentare. Va anche ricordato che se la produzione evitata dalla palma si sposta sul cocco (che è oltretutto meno produttivo della palma per kmq) non è che abbiamo risolto, anzi…
    Insomma sono analisi estremamente articolate che includono diversissimi punti di vista… c’è ancora molto da approfondire…

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  2. Resta da capire se l’olio di cocco è salutare nell’alimentazione oppure se va usato solo o preferibilmente per le sue proprietà cosmetiche

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  3. Le implicazioni etiche, come per qualsiasi alimento-prodotto, che per arrivare in un punto deve far il giro del globo sono infinite e molteplici. Anche da un punto all altro di una nazione in teoria, i grandi spostamenti implicano sempre grandi consumi e un sacco di problematiche ambientali se ci pensiamo.
    Sono problemi che riguardano l’intera popolazione senza distinzione di dieta (intendo vegan, paleo, onnivori, vegetariani ecc…) e senza distinzione di razza secondo me, come dico sempre il dito non va puntato contro un singolo bersaglio.

    R, personalmente ho letto diversi studi che affermano che l’uso di questo olio sia preferibile solo come cosmetico, altri che lo posizionane secondo solo all olio EVO per le sue proprietà nutrizionali, altri che ne consigliano il consumo ma solo alle popolazione dei paesi di origine per la predisposizione genetica all’assimilazione (questo punto lo trovo interessante ma per un discorso totalitario dell’alimentazione).
    La mia personalissima opinione è che si tratta sia di un ottimo cosmetico sia di un ottimo alimento

    bless and love!

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  4. Veramente interessantissimo. Mi hai dato dei consigli utilissimi!!! Grazie mille

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