Hanami dango

Metto da parte le ricette a base di zucca (sono solo rimandate, promesso!) per pubblicare le creazioni di questi due giorni. Ho avuto un attacco di nippomania, che mi ha portata in cucina per svariate ore! Mi capiranno bene se tra di voi ci sono altri chef che sono cresciuti a pane e anime (i “cartoni giapponesi”)… Ma passiamo alla ricetta, le ciance dopo!
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Ingredienti:
100 g di farina di riso fine
70 g di acqua
polvere di carrube (colorante 1)
15-20 g di carota tritata (colorante 2)
zucchero di canna (opzionale)
scaglie di cocco (opzionale)

Procedimento:
Lavorare la farina di riso con l’acqua, fino a farle raggiungere la consistenza del lobo delle orecchie; dividere l’impasto in 3 parti.
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Prendere una delle 3 parti, senza apportare aggiunte; ricavarne 3 palline e metterle da parte. Colorare la seconda delle 3 parti con la farina di carrube, fare di nuovo 3 palline e metterle da parte. Strizzare la carota grattugiata, tenendo il succo, e mescolare i pezzetti con l’ultimo terzo di impasto; se fosse troppo poco arancione, aggiungere un po’ di succo – non troppo altrimenti l’impasto diventa troppo morbido. Ricavare di nuovo 3 palline; se l’impasto dovesse essere troppo perchè la carota ha apportato volume, fare 3 palline della grandezza delle altre 6 e una quarta in più.
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Prendere una pentola, riempirla con dell’acqua e mettere sul fuoco. Quando raggiunge il bollore, versarvi le palline – che andranno a fondo – e lasciar cuocere. Nel frattempo riempite una terrina con dell’acqua fredda. Dopo qualche minuto i dango verranno a galla, proprio come gli gnocchi! Recuperarli con un mestolo forato o una schiumarola e versarli nell’acqua fredda; appena si saranno intiepiditi, tirarli fuori e asciugarli. Prendere 3 spiedini, bagnarli con dell’acqua e infilare in ogni spiedino 3 palline dei diversi colori, nello stesso ordine (marrone, bianco, arancione). Se avevate una pallina in più mangiatela pure!
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A questo punto gli Hanami dango possono essere considerati pronti. Per aggiungere sapore, cospargere con zucchero e cocco. Ecco fatto! Ora si possono mangiare, perfetti se accompagnati da una tazza di tè verde.
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Descrizione:
Dango sta per “polpetta”, “gnocco” o “pallina”, mentre hanami significa “guardare (= mi) i fiori (=hana)”. Infatti gli Hanami dango sono per lo più fatti in primavera, durante la fioritura dei ciliegi: da questo il nome e la colorazione originaria verde-bianco-rosa. I Dango possono essere serviti comunque in altri modi, ad esempio impilati in quattro o singolarmente, dolci o salati, tutti bianchi e con salse colorate sopra… Il Dango è anche uno dei Wagashi, i dolcetti serviti durante la cerimonia del tè.

Il punto:
Dopo la scoperta di questi (e altri) dolcetti, il mio amore per la cucina giapponese è cresciuto ancora! Sono veloci e facili da fare, buonissimi e per tradizione totalmente vegani ;). La mia proposta è perciò fuori stagione, ma volevo provare ugualmente. Come colori ho usato questi, che ricordano le foglie che cadono (… dovrò allora chiamarli Ochiba dango??). Le dosi sono solo per 3 spiedini: mi sono tenuta bassa perchè avevo paura di fare pasticci, duplicando le dosi dovrebbero venirne 7. L’attacco di nippomania mi è venuto perché ho trovato il canale youtube di un ragazzo giapponese che spiega in inglese ed è simpaticissimo! Non faccio nomi perchè è tutt’altro che vegano :|.  Lui stesso usa altri colori (e ha spiegato l’origine del nome, magari sapessi il giapponese), quindi via con le idee! Ultima cosa, penso si conservino a temperatura ambiente. Li ho fatti ieri sera lasciandoli la notte in frigo, mangiandone uno la mattina era diventato troppo duro. Prima di pranzo se n’erano comunque andati :P. Provate e fatemi sapere! Ciao!!

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Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
  1. che carini!!!non li avevo mai visti! sono di sicuro ottimi! credo che li proverò! sembra molto semplice il procedimento! complimenti!

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  2. ma si mangiano solo dolci o anche salati?? 🙂

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  3. Ciao Nuny! Il procedimento è semplice come sembra, sorprendentemente è riuscito al primo colpo anche a me che sono una pasticciona 😉 si mangiano anche salati, ad esempio con semi di sesamo tostati o salsa di soia! Di per sé hanno un sapore neutro, come il riso, quindi hanno infinite possibilità 🙂

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  4. BRAVERRIMA!!! 😀
    A me le biglie di riso colorate… 😆 !!!
    Che ricetta originale e colorata… 🙂

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  5. Ho fatto un pasticcio col commento precedente… 🙄
    Complimenti Grace sei bravissima!!! 😀

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  6. Grazie Grance proverò di sicuro entrambi le versioni!!anche io sono pasticciona, è la ricetta che fa per me 😛

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  7. Grazie Grance proverò di sicuro entrambi le versioni!!anche io sono pasticciona, è la ricetta che fa per me 😛

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  8. Grace complimenti per questi dolcetti e grazie per l’esaudente spiegazione! 🙂

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  9. mi piaccionoooo!!! Anche io sono fan del giappo mondo!! 😛 Brava!

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  10. anche il mio compagno è un nippon-maniaco! devo assolutamente farglieli nella versione salata (non ama i dolci…) proverò con spinaci e carote nere, magari riesco a dargli i colori originali!
    e poi son tanto che semplici che non provarci è quasi un delitto!
    bravissima!! 🙂

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  11. Eccomi a rapporto, anche tu sei un’amante di anime e manga? *^* Io li adoro…
    I tuoi dango sono favolosi!! Complimenti, sembrano davvero usciti da un cartone animato! :*

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  12. Grazie a tutte!!! 😀

    @Lali: Il merito in realtà è solo del popolo giapponese, ne sanno una più del diavolo <3

    @artemisia: prova prova! Il ragazzo del video li faceva verdi (spinaci) e arancioni (carote), magari per ottenere un rosa si potrebbe usare il liquido delle barbabietole!

    @MissNothing: eheh beccata! Pensa che per un periodo di tempo (mi pare verso le medie, sfornavo abbozzi di fumetti!) volevo andare in Giappone e vivere come mangaka… 😆

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  13. wow! e stra wow!!!
    sai in quanti fumetti e cartoni si pappano quei dolcini???!!!
    Mia sorella è nippo-dipendente, prossima cena sorellesca gliele farò come nippo-sorpresa!!!
    Bravissima!!!

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  14. bello!!!mi piace . poi tutto ciò che si può mangiare anche prendendolo con due dita,mi attrae.è da fare,preferibilmente in versione salata.thnks

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  15. Che bella!! Quasi tutti i cartoni di quando ero piccola li avevano ed ora sapere che non ci vuole molto a riprodurli ci proverò, so già come chiamarli per la mia piccola. Grazieee 😉

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  16. Anche io volevo disegnare fumetti! Pensa che alle superiori ho fatto l’istituto d’arte apposta per questo! xD Anche se ho accantonato questo sogno, rimango sempre una grande fan! :3 Vado anche a tantissime fiere del fumetto!

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  17. Grazie a voi!!

    Nica e Giopepi, mi fa molto piacere!! Anch’io appena ho visto di essere riuscita ho pensato: ok, appena torno a casa li faccio a fidanzato e fratello (appassionati di anime e manga)!! Eheheh

    MissNothing: che bellezza!! Allora ci dovrai fare vedere qualche disegno 😀 Io al momento non ho frequentato molte fiere, ogni volta mi riprometto di farlo e penso mi diverterei tantissimo a fare cosplay, ma ancora non ho avuto tempo per mettemici sul serio… Quindi sarà di nuovo la prossima volta ._.

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  18. Devi assolutamente andare a qualche fiera, è un altro mondo! *_*
    Io faccio cosplay da molti anni ormai (anche se ultimamente ho un po’ abbandonato…) e posso dire che è divertente, ma un pochino impegnativo xD
    Però l’esperienza della fiera -anche in ”borghese”- te la consiglio assolutamente! ù_ù

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  19. Allora farò, più ricetta con foto per l’occasione u.u

    Grazie Aurora!

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  20. troppo strana questa ricetta.. mi intriga! tra questa e la crescenza di lali mi obbligate a comprare la farina di riso fine… 🙂

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  21. che belli Grace! Complimenti!!! Io so che si fanno con la farina di riso glutinoso! sbaglio?

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  22. DarmaSin: in realtà ho specificato fine non perché sia venduta come tale, ma perché in passato ho comprato altre farine di riso che erano a grani più grossi e penso non andrebbero bene… In sostanza era farina di riso normale, non impalpabile 🙂

    Luana: grazie! In realtà questi no! Altri dolcini sì – che ho fatto e pubblicherò nei prossimi giorni -, così come altre preparazioni giapponesi. I dango invece sono abbastanza compatti, non appiccicosi, quindi non serve una quantità estrema di amilopectine. Fai conto che io ho usato la farina di riso bio trovata alla coop 😆
    Come ho scritto a DarmaSin, penso che sia piuttosto la grana a influire sul risultato, perché una farina troppo grossa potrebbe non farli venire…

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  23. Ieri appena ho visto la ricetta ho chiesto alla mia migliore amica, anche lei patita di anime, se conoscesse questi dolci. Quando le ho detto che avevo trovato la ricetta hanno iniziato a luccicarle gli ho occhi XD Mi sembrano davvero buoni! Complimenti 😉

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  24. Grazie!!! Mi fa moltissimo piacere, davvero! 😀 Nel frattempo stasera li ho rifatti :Q_

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  25. Allora ė il caso di dire :”Evvai col dango” :mrgreen: eheheh!!!
    Li vedrei bene anche in un laghetto di crema rosa con bianchi fiorellini di zucchero… 😀

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  26. Decisamente :Q_ In realtà l’impasto così stuzzica molto la fantasia, è come lavorare col das!

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  27. Ahhhh che cosa mi hai detto!!! 😯 FANTASTICO!!!
    Ne combinerò delle belle allora eheheheh :mrgreen: !!!
    Bacini 🙂

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  28. Ciao ho provato a farli ,ma mi sono venuti duri gommosi 🙁 una vera schifezza per chi li ha assaggiati …mi potete spiegare perche?

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  29. Che peccato, Sara! 😕 Forse l’impasto era troppo duro?

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  30. Ho avuto anche io lo stesso problema di Sara: troppo duri e, non tanto gommosi, ma..boh insomma, facevano schifo, non sono riuscita proprio a finirli, anzi direi nemmeno a mangiarli. Uno sì, ma il secondo l’ho buttato giù tra conati di vomito T_T
    Ah..non ho usato la tua ricetta..l’ho cercata su internet, alla fine ho messo 50gr di farina di riso e 25 ml di acqua zuccherata..dopo 5 minuti abbondanti li ho scolati, senza che fossero venuti in superficie. Forse ho sbagliato quello? Probabilmente erano anche poco cotti..

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