Fette biscottate classiche

Dopo innumerevoli ricette trovate sul web e su libri vari, dopo modifiche, esperimenti, prove e test, finalmente ho trovato l’alchimia giusta per le fette biscottate come piacciono a noi. E cioè: croccantissime ma che non si sbriciolino troppo, che resistano all’inzuppo in orzo o tè caldi senza spappolarsi prima di raggiungere le fauci, dal gusto neutro ma rustico, assolutamente non unte. Ho provato moltissime farine, tempi e modalità di cottura, lievitazioni… non ero mai stata soddisfatta con la S maiuscola. Invece, ecco! Proprio quando mi stavo quasi rassegnando all’idea che le fette biscottate come quelle che si comprano sia pressoché impossibile farsele a casa e per di più senza ingredienti crudeli, arriva il giusto connubio di ingredienti!

Ingredienti:
400 g di farina di manitoba
180 g di pasta madre rinfrescata massimo 48 ore prima
100 g di malto di mais (avendo carica energetica che tende verso l’alto, è il più adatto ad assecondare le lunghe lievitazioni. Pasquale Boscarello docet!)
250 g di latte di riso
3 cucchiai di olio di girasole

Procedimento:
Sciogliere il lievito madre nel latte tiepido, aggiungendo gradualmente il malto e mescolando bene. Dopo qualche minuto dovrebbe formarsi una schiumetta in superficie, indice dell’avvenuta attivazione del lievito. Aggiungete 100 g di farina, amalgamatela bene e lasciate riposare il composto per almeno 30 minuti. Trascorso questo tempo, incorporate l’olio e la restante farina e continuate a mescolare col cucchiaio di legno, finché vi sarà possibile. Poi proseguite con le mani, fino ad ottenere un impasto liscio, ben idratato, elastico ma non appiccicoso (se dovesse appiccicarsi alle mani, aggiungete poca poca farina, magri sporcandovi appena le dita, finché la massa non avrà l’aspetto che vi ho descritto). A questo punto, formate 1 filoncino ed adagiatelo in uno stampo da plum cake precedentemente oliato. Coprite con un panno umido e fate lievitare in luogo riparato da correnti d’aria finché l’impasto non avrà raggiunto i bordi della teglia (raddoppiato il volume). Nella madia della mia cucina, ad una temperatura oscillante tra i 16° e i 18°, ci sono volute 12 ore, ma i tempi di lievitazione, scusate se sono ripetitiva, sono sempre variabili in funzione della stagione, dell’umidità, dell’altitudine, etc. Quando valuterete completa la lievitazione, scaldate il forno a 180° in modalità ventilata e mettete il pane nel secondo ripiano dal basso (il mio forno ha 4 ripiani). Quando la superficie comincerà a colorarsi, dopo circa 30 minuti, controllate la cottura con uno stuzzicadenti, ma affinché il calore raggiunga bene la massa interna ritengo che la cottura ottimale sia di almeno 40 minuti. Sfornate, avvolgete in un panno pulito e che non sia profumato causa detersivi o altro (in questo modo il pane rimarrà morbido), lasciate raffreddare e riposare per almeno 10-12 ore. Ora potete ricavare delle fette di circa 1 cm di spessore, e farle biscottare in forno statico a 160° per circa 25 minuti, avendo cura di girarle per assicurare la doratura da ambo i lati. Ottime con la marmellata e la crema di nocciole al cacao!

Nota:
Potete lasciare un pezzo di filoncino e mangiarlo morbido: è un delicatissimo pan brioche. Dedico a voi tutti questo delizioso alveolo a forma di cuore, che io interpreto come un segno d’amore e di riconoscenza della Maga (pasta madre) nei miei confronti :). Shanti!

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Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
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  1. Che invidia! Anche io sono alle prese da tempo con il pane per fette biscottate seguendo la ricetta di Boscarello e come lui uso il lievito di birra ma solo perchè non ho PM. le mie vengono molto compatte e bisogna lasciarle lievitare molto se si vogliono un po’ più leggere. Comunque le tue son favolese. Per curiosità come fai a tagliare le fette così sottili? dopo quanti giorni le tagli?

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  2. che belle fette, vorrei provarle davvero! 🙂 la farina manitoba, ricchissima di proteine, produce nell’impasto una rete di glutine vasta e salda; ecco perché puoi inzuppare agevolmente le tue delizie… federica lo farebbe nel lambrusco; tu in bevande più urbanizzate, ahahahahah! 🙂

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  3. cosa dire? sei il mio mito di panificazione!! e il bello è che le tue ricette mi vengono!!!!!!! quindi anche io finalmente potrò dire addio alle fette biscottate comprate!!!!!

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  4. che romantica la tua pasta madre!troppo carina a dedicarti un cuoricino…
    Che bello il tuo panino e soprattutto le tue fette! 😀 complimenti!

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  5. Che belle fette!! sarò ripetittiva…ma con tutte le tue ricette con la pasta madre mi hai fatto venire una voglia irrefrenabile di provare…posso chiederti istruzioni su come autoprodurla, quando sarà venuto il momento propizio? 😉

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  6. @Cassiopea, certo che sì! Comunque sul sito della Comunità del Cibo Pasta Madre trovi tutte le dritte e i consigli necessari per farlo. C’è anche una mappatura degli spacciatori italiani di pasta madre (tra cui ci siamo anche io e mia sorella)…magari puoi provare ad adottarne un po’. Grazie allo spaccio ho conosciuto molte persone che condividono con me la passione della panificazione: è molto divertente e stimola la creatività! 🙂
    @Imo79: non sai quanto mi faccia piacere sapere che realizzi le mie ricette e che ti vengono pure bene!
    @Enri: esatto!!! I pan brioche in cui metto della farina di riso sono molto soffici, ma assolutamente non adatti alla biscottatura. 😉
    @Poly: a Pasqua ho realizzato alcune colombe seguendo la ricetta di Boscarello (quella con tanta cannella e arancia) e adesso, ad averlo nominato, mi sono rivenute in mente…mi sa che mi tocca fare una colombata fuori stagione! 🙂

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  7. Che belle che sono, e che buone!Uffi, non riesco a fare la PM 🙁

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  8. ValeVico ho finalmente la pasta madre..arrivata ieri sera!!!queste fette biscottate potrebbero ispirarmi per il suo primo utilizzo!!
    La signora che mi ha dato la pasta madre mi ha però dato delle spiegazioni circa il suo utilizzo, completamente diverse da come leggo qui sul blog. Mi ha detto che quella che mi ha dato la devo conservare in frigo e poi utilizzarla per panificare senza rinfresco e senza nutrirla. Poi quando l’impasto è lievitato, insomma prima di metterlo in forno, devo togliere un pezzo dall’impasto, lasciarlo lievitare e poi rimetterlo in frigo per utilizzarlo un’altra volta. Per mantenere la pasta madre mi ha detto che devo fare così….non so a chi dare retta e sono un pò confusa..puoi aiutarmi???grazie!!!

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  9. Vale puoi sempre spacciarla come rondine…per restare in tema stagionale! 😉

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  10. beh dopo questa ennesima super ricetta direi che sei davvero la nostra fornaia di fiducia!… 🙂

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  11. valevico: grazie per la dritta…magari mi cerco uno spacciatore bravo, allora…piuttosto che autoprodurre 😆

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  12. Ottima versione! Anch’io trovo che le fette in commercio in genere si sgretolino troppo facilmente (di regola mi si spezzano e cadono nel tè mentro le sto mangiando 🙁 Che nervoso!).
    Peccato che io non abbia la pasta madre…ho provato a farla in casa una volta ma il risultato è stato disastroso 🙁 Poi dubito che avrei la costanza di rinfrescarla quotidianamente o quasi… Quindi, rinuncio 🙁

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  13. @Pamela_823: quello che ti ha detto la tua spacciatrice, può valere nel caso in cui l’impasto in questione sia quello semplice del pane, senza aggiunta di sale, olio o qualunque altro ingrediente. Immagina di fare un impasto come questo delle fette biscottate aggiungendo il cacao: poi che fai, metti via in frigo una pallina di impasto dolce al cacao e lo riutilizzi per fare il pane? Ognuno ha il suo modo speciale di rinfrescare il suo lievito, a seconda delle farine che usa, della quantità che usa, della frequenza con cui lo usa…della consistenza (esistono paste madri liquide, solide e compatte o solide e morbidissime). Se la tua è solida, io ti consiglio di rinfrescarla così: pesala, scioglila in eguale peso di acqua tiepida, aggiungi più o meno il doppio del peso della farina (io uso farina macinata a pietra bio, a volte di tipo 2, a volte integrale, a volte tipo 0, a volte di farro…variare serve a dare più brio alla pm)e impasta. Lascia riposare fuori dal frigo in una ciotola di vetro o coccio, coperta con un panno umido, in luogo riparato, per almeno 6 ore. Poi pupoi usarla come lievito o riporla in frico chiusa ermeticamente (o con pellicola senza pvc) e usarla anche fino a 48-72 ore dopo. ma più fresca è la pasta madre, meglio vengono i bambini. Scusa, ma c’è lo gnomo che chiama!!!!!!! Ciao!!!!!

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  14. P.S. ogni volta che usi il lievito, ricordati di metterne via una pallina di 50-100g in frigo per il rinfresco e la panificazione successivi.

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  15. Evviva, evviva… mi piacciono tanto le tue fette biscottate. La Gigia (la mia p.m.) sarà contenta di finire biscottata!

    @Pamela, la Gigia vive nel frigo e ogni settimana la rinfresco per panificare nutrendola con farina e acqua e lasciandola tutta una notte al calduccio sopra la lavastoviglie (che funziona di sera e il piano resta tiepido per ore e la vibrazione secondo me aiuta a fermentare). Mi pare che lasciandola nel frigo e usandola così, senza rinfresco, non fermenti come dovrebbe. Potrebbe fermentare nella… pancia!

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  16. Che belle le fette col cuoricino! Anche io me le faccio sempre da me e sono le più buone del mondo, le ultime che ho fatto sono con farina di farro e succo concentrato d’uva per dolcificare, buone e leggere e perfette per l’inzuppo…ottima la dritta del malto di mais non la sapevo 🙂

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  17. Ma cosa vedo qui? 😯
    Perfette. Bravissima.

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  18. 🙂 Grazie!!! Felice, io!!

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  19. le ho fatte!ho solo aggiunto un po’ di zucchero e si vaniglia… sono venute ottime! grazie!

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  20. Ally, che piacere leggere il tuo post!! Sono stracontenta che la mia ricetta sia riuscita tra le mani di qualcun altro e che stia deliziando un’altra famiglia! Evviva la condivisione!! 🙂 A presto!

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  21. Ciao, io ho la pasta madre al 50 e 50, 50 farina e 50 acqua, tu quale si? (per la proporzione)

    Che farina usi per il rinfresco? Sempre manitoba?

    Grazie mille!

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  22. Che meraviglia… 🙂
    Ne vorrei un paio adesso da sgranocchiare 😛 !

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