Frittatina di vitalba

Eccomi con un’altra ricetta particolare. Mio marito mi ha portato un mazzetto di germogli di vitalba e io come al solito devo inventarmi una ricetta. Sapevo che ci si fanno delle frittate così ho provato a farla alla mia maniera vegana naturalmente…

Ingredienti:
1 mazzetto di germogli di vitalba
qualche filo di erba cipollina
1 bicchiere di farina di ceci
2 bicchieri di acqua
1 pizzico di sale
2 cucchiai di olio evo

Procedimento:
Ho fatto la solita pastella con la farina di ceci, l’acqua, il sale, l’olio. Ho sbollentato i germogli di vitalba (bisogna usare solo le punte tenere) ed ho tagliuzzato l’erba cipollina. Le ho aggiunte alla pastella mescolando bene e l’ho fatta cuocere in forno a 200° per 1/2 ora circa. Più facile di così…

Considerazioni:
Forse più difficile è trovare la vitalba (chiamata anche vizzatori, loppori) soprattutto per chi abita in città, ma se andate in campagna è facile vederla arrampicata sopra qualche albero o siepe. Lo so non è molto  conosciuta, ma le nostre nonne la conoscevano senz’altro quando non esistevano i supermercati e dovevano servirsi al supermercato della natura. Attenzione, bisogna usare solo i germogli che ci sono adesso, perchè tutta la pianta sarebbe velenosa e bisogna sbollentarli prima di usarli. Adesso ve la faccio vedere già raccolta, ma forse era ancora meglio fare la foto sul posto dove la troviamo. Alla prossima cercherò di farlo.

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Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
  1. vitalba è un bellissimo nome per una pianta!
    ottima la frittatina! 😀 grazie per darci l’opportunità di conoscere nuovi vegetali 🙂

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  2. Ma è meravigliosa! 🙂 🙂

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  3. è da manuale questa frittata! uffa, quanto mi piacerebbe conoscere tutte queste meraviglie della natura, è che quando non si è capaci poi si rischia appunto di avvelenarsi e così queste conoscenze si perdono..

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  4. Che bella frittata e che bravo marito che va per erbe. Il mio al massimo mi porta la salvia o il rosmarino!

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  5. Quest’erba selvatica non la conosco.
    Ho anche un libro sulle erbe commestibili spontanee, ma non è molto comodo andar per campi con un mattone appresso!
    Credo che prima o poi mi farò un corso per il riconoscimento delle erbe selvatiche.
    Sapete di qualche associazione o privato che li tiene?

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  6. Sono interessata anch’io alla conoscenza delle erbe selvatiche sommestibili. Che bella questa frittatina. è meravigliosa!

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  7. “quando non esistevano i supermercati, e dovevano servirsi al supermercato della natura…” 😛

    Mitiche le nostre nonne, e chi come loro (anche oggi) mette in pratica queste tue parole: forse all’epoca non c’era il progresso di oggi, e quindi bisognava arragianrsi per forza di cose, ma credo che certe usanze e certi modi di fare siano dettati maggiormente da una consapevolezza innata 😛

    …non conosco la vitalba, e a quanto vedo si è prestata benissimo per la tua farifrittata 😛 Bravo a tuo marito che te l’ha consegnata, e brava a te che l’hai saputa cucinare degnamente! 😛

    Complimenti Pina 😛

    (ti ho appena mandato un’email…)

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  8. Non vorrei sbagliarmi ma dalle mie parti (in Basilicata) questa pianta viene chiamata “vitacchia” e anche qui viene usata per fare delle frittate! buonissime!

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  9. penso che il nome botanico sia clematis vitalba, il bosco di solito ne e’ pieno, e’ una pianta che crescendo diventa infestante e si attacca alla piante come una pianta parassita..i suoi fiori sono insignificanti, ma ha un colore verde bellissimo..io la amo molto per la sua tenacia nell’attaccarsi..i suoi germogli sono prelibati in frittata come quelli del luppolo e della silene…ah si’ che le ns, nonne ci sapevano fare…

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  10. é molto bella la tua frittata di vitalba,ma come ho detto per altre erbe spontanee…sono molto ignorante in materia.Ho proprio paura a raccogliere qualcosa di sbagliato.Magari avessi qualcuno vicino come te,che mi consiglia su quelle giuste da raccogliere.

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  11. ciao @pina! sono sempre affascinanti i tuoi piatti! c’è la natura dento 🙂 grazie! 😀

    Federica 🙂

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  12. Ma che bella questa frittatina! E’ perfetta!

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  13. Non avevo mai sentito di quest’erba…però mla tua frittata è molto interessante!! 😀
    anche io come Valentina ho un po’ paura di far danni a raccogliere e mangiare erbe spontanee…per ora mi sono limitata all’ortica e al tarassaco..ma se non erro anche violette e trifoglio sono commestibili, sbaglio? 🙂

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  14. Ogni tanto ricevo la vitalba in dono da qualche anziano dei dintorni di casa, che conosce le erbe, le raccoglie poi le regala volentieri…che bontà tutte le erbe di campagna! Sarebbe proprio interessante conoscerle tutte 🙂

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  15. bella questa frittata ma io odio la farina di ceci e mi piacerebbe sostituirla, come posso farlo? Mi interessano tutte queste foto su pinte e germogli vari, continua a metterle! 😉

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  16. Grazie a tutti.Anche se non ho molto tempo cerco di mandare soprattutto ricette un pò insolite per aumentare la conoscenza. Del resto siete tutti così bravi e mi piacerebbe conoscervi uno ad uno e scambiarci le conoscenze. Mio marito è un appassionato di erbi e di piante in generale e fa dei corsi per il riconoscimento sia di erbi che di funghi e io cucino…….Quest’anno ha portato anche me per mostrare le mie preparazioni culinarie che sono state molto apprezzate e naturalmente hanno incuriosito perchè vegane.L’ultima giornata sulle erbi l’abbiamo domenica prossima poi riprenderemo in autunno perchè adesso le piante “talliscono”cioè vanno in fiore ,ma anche quelli non sfuggono al nostro interesse. Non faccio mai un’insalata senza fiori soprattutto edesso in primavera.
    Quest’anno ce ne sono stati tanti ed abbiamo raccolto tanto che non ne posso più, però fa tanta soddisfazione far conoscere queste cose a gente interessata.
    Se qualcuno di voi vuol venire una domenica alle nostre giornate erboristiche vi assicuro che si impara tantissimo anche un solo giorno ma dal vero

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  17. Bellissima questa frittata!! allora verrò da te oppure no? Speriamo..Io spero di non dormire in macchina 🙁

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  18. Dalla foto sembra una pianta che qui chiamano luppolo o asparagi selvatici, non so se sia la stessa cosa.
    @Polyhedral: se non ti piace la farina di ceci puoi farla con la farina di lenticchie mescolata con un po’ di farina normale

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  19. Vero quello che dice Pina, che i germogli giovani sono meno tossici della pianta più matura, ma comunque sono tossici, io la conosco ma non mi azzarderei mai a mangiarne, le saponine e gli alcaloidi contenuti comunque non fanno bene, meglio il luppolo, almeno per quanto mi riguarda 🙂

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  20. Ecco un’altra pianta che non conosco. Uffa, siete tutte così brave a riconoscere ed utilizzare le erbe di campo…io, invece, riesco a malapena a distinguere la menta dall’ortica 🙁
    Proprio oggi ho letto su di un volantino che qui dalle mie parti si terrà fra qualche giorno una sorta di lezione “sul campo”, aperta a tutti, per il riconoscimento e la raccolta di erbe selvatiche (con pranzo annesso), solo che occorreva prenotarsi entro ieri…sono arrivata tardi, mannaggia 🙁
    Complimenti per la tua ricetta 🙂

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  21. Romina: non so se verrai da me a dormire . Devi contattare Rosalba che organizza i pernottamenti.
    Nadir:da noi la mangiano tutti. del resto le saponine e gli alcaloidi sono anche nella borraggine, basta non mangiarne troppo.
    Annalisa:non è il luppolo anche se gli somiglia e si si usa anche lui per fare frittate

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  22. Carissima Pina di dove sei? Io qualche erba la conosco. Io sono di Como, naturalizzato. Io come tutti i meridionali conoscevo il nome in dialetto ma non il nome in italiano, nel fare la ricerca è capitato il tuo sito. Complimenti, mi fa piacere che c’è ancora gente come te (scusa il tu, ma io sono contrario agli altri pronomi)che fa pubblicità alle erbe selvatiche, io nel mio piccolo sono uguale a te, e non avendo a chi tramandarle le sto dicendo a chi mi chiede. Ancora complimenti. Buon giorno

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  23. Mario Bruno D’Onorio De Meo 12 Maggio 2017, 20:57

    Io nella mia campagna non riesco a distruggere questa pianta erbacea ed infestante che non brucano nemmeno capre pecore e cavalli; mia madre buonanima mi raccontava sempre che durante l’ultima guerra per fame e carestia qualcuno disperatamente raccoglieva queste cime di vitalba (così si chiama da noi) per mangiare qualcosa in mancanza di altro

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