Cassoeula della nonna

E si, perchè ho seguito pari pari (senza carne ovviamente!) la ricetta della mia adorata nonna, che ne ha fatta davvero tanta di cassoeula con la polenta in vita sua! Lei ora non c’è più, ma è sempre nel mio cuore e nei miei pensieri pre-nanna 🙂

Ingredienti:
1 verza pulita e tagliata a listarelle non troppo piccine
1 gambo di sedano
1 carota
1/2 cipolla
1 cucchiaio di dado vegetale in polvere
2 cucchiai di concentrato di pomodoro
1 cnfezione di seitan al naturale
1 confezione di mini wurstel di seitan
olio evo buono qb (io ho abbondato un pochino!)

Procedimento:
Ho tagliato sedano, carota e cipolla a tocchettini e li ho messi in una casseruola con l’olio ed il concentrato di pomodoro. Ho dato una bella mescolata e poi ho aggiunto la verza. Ho fatto cuocere 5 minuti e poi ho rimestato il tutto e ho proseguito la cottura per altri 10 minuti. Ho poi aggiunto i wurstel ed il seitan tagliato a striscie spesse (tipo cotenna… bleeeeee!!!) e ho continuato la cottura con il coperchio semi aperto per circa 45 minuti a fiamma bassa, mescolando spesso. La verza deve essere bella “spappolosa” 🙂

Naturalmente ho servito con abbondante polenta taragna fatta nel paiolo di rame che ho ereditato dalla mia nonnina 🙂

Il punto:
Ho dei ricordi bellissimi della mia nonna e mi manca ancora molto nonostante non sia più con me da 5 anni. Questa ricetta la dedico a lei per tutto l’amore che mi ha dato e per tutte le volte che mi ha stretto forte a se. Ti voglio bene nonna… ovunque tu sia…

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Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
  1. I nonni mancano a tutti. E ricordarli preparando le loro specialità è forse il miglior modo per celebrarli… complimenti 🙂

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  2. Questa ricetta è carica di amore e tenerezza…anch’io ancora ho negli occhi e nel cuore la mia nonna, sebbena sia “partita” per il suo viaggio da molti anni, era la mia cavia preferita nell’assaggio dei piatti, e anche se qualcosa non riusciva proprio bene, per lei era sempre tutto buonissimo! Brava Goodlights 🙂

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  3. Che meravigliosa ricetta piena d’Amore! Bravissima… poi mi ispira cosi`tanto… la provero`! Il paiolo é fantastico, ricco di valore affettivo… la polenta cucinata li é una polenta speciale, altroché quei marchingegni elettrici di nuova generazione!

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  4. Le ricette del cuore sono sempre le migliori e non hanno difetti! 😉

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  5. Che dolce che sei 🙂 !!Ottima ricetta 😉

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  6. Che bello sentirvi parlare delle vostre nonne!
    Dai, ditemi quali erano i loro piatti forti. Quelli che solo a sentirne il profumo, già vi sentivate felici…

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  7. ahahah..no dai scherzo, mia nonna faceva il pane e io ogni volta che andavo a trovarla bramavo per una bruschetta di pane col pomodoro, ma senza buccia. Si lo so non è una ricetta vera e propria, ma io suo pane era proprio buonoo.

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  8. Immagino Romina!

    La mia nonna, cassoeula a parte (io mangiavo solo la verza però!), faceva una torta di mele da competizione ed un riso giallo con i funghi da svenimento 🙂
    E poi, quando ero piccina, mi facevano impazzire le sue polpette che infilavo nella classica michetta e mangiavo perfino di merenda!!!

    Concordo con tutte voi.
    Quando una preparazione è fatta con amore, per quanto semplice, è buona per forza 🙂

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  9. eccomi qua con il (quasi) consueto commento all’assaggio dei piatti di goodlights, visto che sono il fortunato divoratore delle sue godibilissime creazioni. per la cronaca, quello della foto era il mio piatto 🙂

    che dire?

    buona, buona, buona.

    perchè il cuore della cassoeula, checchè se ne dica, è la verza, e se la verza è buona (o ancora meglio, autoprodotta come la nostra) metà del lavoro è fatto.

    la goodlights è sempre prodiga di squisitezze, e anche se per la cassoeula si è fatta un po’ pregare devo dire che il risultato è impeccabile. Il gustino è indicibile, perchè la cassoeula è una di quelle cose che o l’hai assaggiata e sai cos’e’, oppure non c’e’ niente da fare, non c’e’ modo di spiegarla se non dirti che ricorda l’abbraccio della Big Mama immortalata in via col vento. Ti travolge, potrebbe stenderti, e quando pensi che sia troppo tardi ti ingloba con tanto amore e ti lasci andare.

    occhio solo al seitan che usate. se non è autoprodotto, scegliete quello al naturale, perchè il rischio che rilasci aromi non tanto lombardi c’e’, e rischiate di avere una cassoeula fusion che – per carità – sarà anche buona ma non è cassoeula.

    tra l’altro il seitan si spappola allegramente e conferisce proprio quell’effetto consistenza che mi ricordavo da piccolo. che poi l’assaggiavo e basta perchè più di un paio di forchettate non riuscivo a mandarle giù (solo dopo, ho capito perchè).

    occhio ai wurstel di seitan per la stessa ragione: la goodlights, dimentica del mio suggerimento al momento dell’acquisto, ci ha rovesciato dentro la confezione intera da 10 miniwurstel, il che ha complicato un po’ le cose, pur non compromettendo il risultato.

    ne sono avanzati 5. stasera per noi hot dog vegan.

    al prossimo assaggio!

    m.

    ps: si sa, la cassoeula è più buona il giorno dopo. ma, anche se sembrava veramente troppa, non è riuscita a superare la giornata : )

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  10. Un piatto fantastico veramente! Bravissima! E complimenti anche alla nonna! 😉

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  11. un piatto favoloso…! 🙂 complimenti a te e alla tua nonna, secondo me è fiera di te, da lassù 🙂

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  12. Fantastico piatto! Sarà davvero felice la nonna di sapere che la ricordi con affetto! Complimenti 😀

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  13. Bellissimo piatto e beata te che hai dei ricordi così teneri di tua nonna…io sono stata sfortunata con entrambe!!!

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  14. Da svenimento, non so se mi piace di più il piatto o la polenta che lo accompagna… tutti e due!!! Voooooogliooooooo tutti e dueeeeeeee! 😆

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  15. Bellissima ricetta, la proverò. Grazie 🙂

    Le mie due nonne erano entrambe dolcissime e speciali.
    Nonna Coletta, di Taranto, faceva le polpette di mollica di pane che friggeva e poi ripassava in un sughetto di pomodoro dal sapore sublime, ma era famosa anche la sua focaccia pugliese con cipolle e olive. Faceva pochi piatti, ma metteva amore in tutto ciò che faceva, non solo in cucina.
    L’altra nonna, Lilia, dell’Isola d’Elba, era stata cuoca in un ristorante. Ovviamente non aveva studiato da chef, ma pare fosse molto apprezzata per la sua fantasia e la sua capacità di creare piatti molto saporiti con pochissimi ingredienti – avendo sei figli e passando attraverso il fascismo e la II guerra mondiale questa virtù era quasi d’obbligo. Ricordo soprattutto i suoi minestroni, le zucchine ripiene e i fiori di zucca fritti.

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  16. Grazie Pamela e Pizza 🙂

    Lyliakar, bellissimi i ricordi che hai delle tue nonne…

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  17. ma che bell’idea… devo decidermi a provare i wurstel vegan: nn ho mai amato gli originali qnd ero ancora onnivora al 100 % ma darò 1 opportunità in più a quelli veg, di certo più genuini ed etici

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  18. Fatina, a me non dispiacciono affatto. Ho una prefrenza per quelli di seitan però. Quelli di tofu hanno una consistenza più morbida che non mi convince.

    Non mangio spesso seitan e tofu, ma devo dire che certi prodotti son proprio buoni 🙂

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  19. il dado vegetale quando si mette? e serve aggiungere acqua (brodo) in cottura forse?

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  20. La mia nonna mi direbbe :” nani sta ghe? Se l’é cala roba chi?”

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