Orecchiette con portulaca

Ignoravo la Portulaca finchè non ho letto la ricetta di Grazia http://www.veganblog.it/2009/08/19/farfrittata-con-portulache/.

E comunque non ci avevo mai pensato neanche dopo, ma oggi l’ho vista su un banco di un mercatino bio e, tornando a casa ho scoperto che in giardino ne avevamo eccome, tant’è che la toglievamo dai vasi perchè si espande un po’ ovunque, essendo un’erba infestante spontanea.

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Dunque, invece di continuare a gettarla, oggi è finita in un piattino di orecchiette.

Questa è quella che si è intromessa in un vaso del nostro giardino

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Venendo alla pasta, mentre le orecchiette (queste sono di farro) cuocevano, ho prelevato solo le foglioline dalla pianta. Ho messo in una padella olio, aglio, un po’ di cipolla, un peperoncino, salvia. Dopo che si sono insaporite un attimo, ci ho aggiunto le foglioline di portulaca, regolando il sapore.

Ci ho versato la pasta con ancora un po’ di acquetta e ci ho messo sopra anche un po’ di prezzemolo. Beh, non male quest’erbetta snobbata come erbaccia!

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Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
  1. cavoli, è questa la portulaca! c’ho anch’io il giardino pieno! è tipo pianta grassa, giusto? cioè le foglie sono spesse… grassoccie
    proverò senz’altro a farci qualcosa!

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  2. Anche io prima la estirpavo, da adesso in poi non lo farò, ma devo stare attenta a che non lo faccia la mia metà 🙂

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  3. Come ricordava qualcuno, oltre a me, ricordiamo che la portulca è ricca di omega 3, che si dice servano tanto al nostro orgnismo…

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  4. la prossima volta che andrò da mia mamma perlustrerò tutto il giardino! ma gli omega 3 non si distruggono con la cottura? Mi sembra che una mia amica usasse la portulaca anche per le insalate, mi devo informare!

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  5. per Milou: è lei, con le foglie grassottelle, non lasciartela scappare!
    per Cri: confermo che gli omega 3 se ne vanno in cottura, ma la portulaca può essere mangiata cruda in insalata, sperimentato personalmente!

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  6. Ups, ho trovato scritto così:
    “Gli omega 3 sono grassi molto delicati e non andrebbero sottoposti a temperature maggiori di 100 gradi per pochi minuti, soprattutto se in presenza di ossigeno.
    Per farti capire l’olio di lino, che contiene molti omega 3, andrebbe addirittura spremuto in condizioni di temperatura controllata e in assenza di ossigeno, per garantirne la perfetta integrità nutritiva.”

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  7. Belle! Proprio questa mattina ne ho strappata un po’ nel mio orticello, o cresce lei o le mie verdurine 😉

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  8. bbbbbuone!!!questa ricetta mi si addice proprio: la farò!!!

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  9. salve a tutti non vorrei essere la disfattista del momento ma la portulacca non è quella che vedo in foto con le orecchiette! la portulacca è una pianta molto diversa dalla foglia carnosa, quella in immagine sembra essere un prezzemolo o al massimo un coriandolo.
    Per togliere qualsiasi tipo di dubbio consiglio di andare su google e digitare portulacca e selezionare immagini e “purtroppo” non è quello che è nell’immagine. Ho studiato a lungo le erbe data la mia attività e mi spiace “intervenire” ma è sempre a fin di bene e conoscenza..

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  10. Infatti nella foto del piatto di orecchiette quello che si vede è prezzemolo! Perchè ce l’ho messo sopra una volta cotte e condite. Il condimento vero con portulaca e aglio…come ho scritto, non si vede bene ma è in mezzo alle orecchiette.

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  11. Eccola qui. Giusto l’altro giorno mi lamentavo con un mio amico perchè, a causa del mio pollice nero, muore tutto quello che pianto. Lui giustamente consigliava: Portulaca! Portulaca! Il punto è: riuscirò a far morire anche quella?

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  12. Gli omega 3 sono acidi grassi polinsaturi, ovvero lunghe catene di Carbonio saturato con l’idrogeno, all’interno del quale possono sorgere legami doppi. In particolar modo, il doppio legame dell’omega3 si trova tra il 3° e il 4° atomo di carbonio.
    Grazie a questo doppio legame, la sostanza non riesce a compattarsi, rimanendo dunque liquida.
    Tutto cio serve al nostro organismo ad evitare che le molecole si compattino all’interno della vena, bloccando così la circolazione e provocando un infarto.

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