Assaggio: vino L’arca di Zerbosco

Oggi parliamo del vino “L’Arca”, l’unico attualmente certificato VEGANOK della cantina Zerbosco: ecco la prova assaggio insieme a Giuseppe Serratore e Giulia Oggiano, rispettivamente sommelier e chef del Ristorante Enoteca Osteria Del Lago di Bolsena,

E’ la prima volta che mi cimento nel ruolo di assaggiatrice di un vino. Tutti sanno che amo bere un buon calice a tavola e solo a tavola, reputo il buon vino un elemento indispensabile nel costruire i piaceri della vita. A patto che il consumo resti limitato, molto limitato, e la qualità sia elevata, molto elevata.

Adoro scoprirne di nuovi in ogni occasione che reputo speciale, pronta a lasciarmi stupire da nuove scoperte senza aver paura di nuove delusioni. Il mio gusto per il vino si sposa meravigliosamente con il mio gusto per l’avventura e il mondo del vino è per me un viaggio sempre straordinario. Nonostante questo, è ovvio che per un test degno di questo nome abbia chiesto aiuto a un vero esperto, la cui amicizia è per me motivo di vanto: Giuseppe Serratore. E lui, da vero amico, ha supportato questa prova con estrema disponibilità. Oltre a essere un grande esperto di vini, Giuseppe è anche sommelier del Ristorante Enoteca Osteria Del Lago di Bolsena,  tra i miei preferiti grazie alla Chef Patron Giulia Oggiano, che ha inserito nella propria offerta anche un menu VEGANOK davvero completo e sempre sorprendente.

Oggetto di questa prova è il vino “L’Arca”, l’unico attualmente certificato VEGANOK della cantina Zerbosco. E’ giusto spendere due parole sulla scelta del nome, che incarna perfettamente i principi etici della scelta vegan – che io, in qualità di Presidente di Associazione Vegani Italiani, rappresento. L’Arca, il nome, è un omaggio agli animali e alla struttura che anticamente li aveva portati in salvo dal Diluvio Universale, e il tutto è anche ben rappresentato nei disegni nell’etichetta. E’ un invito a rispettare ogni forma di vita e a preservarne l’incolumità. Quale miglior presentazione per un vino vegan?

Ricordiamo che la certificazione VEGANOK di cui è dotato non si riferisce solo agli ingredienti di origine animale, (anche perché il vino, tecnicamente, non può avere ingredienti non vegan, altrimenti non potrebbe definirsi “vino”) ma anche al processo di chiarificazione – che purtroppo viene spesso effettuato con sostanze di origine animale (albumine, caseine, sangue di bue, ecc). Si tratta di “coadiuvanti tecnologici” che legalmente non rientrano nella categoria degli ingredienti; quindi, senza una specifica certificazione, non sono mai indicati sull’etichetta. Ovviamente, per ottenere la certificazione VEGANOK tale processo, se presente, deve venire attuato senza sostanze animali, ma non solo. Anche i materiali utilizzati per il packaging (il vetro della bottiglia, la carta e la colla dell’etichetta, l’inchiostro per la stampa, il tappo e il sigillo plastico) sono rigorosamente controllati affinché la presenza di sostanze animali non sia possibile.

Particolare del sigillo superiore, realizzato in materiale senza sostanze animali

Dopo questo doveroso chiarimento, torniamo al vino in questione. Si tratta di un vino rosso fermo con una gradazione alcolica del 13,5%, prodotto in Italia a confezionato in una bottiglia dallo stile classico da 0,75 lt.


Per la corretta informazione al consumatore e per semplificarne il riconoscimento sullo scaffale, il logo
VEGANOK è ben presente sul fronte, mentre sul retro è indicato il codice azienda di controllo (1094).

Giuseppe Serratore ha definito L’Arca come un vino “dal colore vivo, rosso e intenso, floreale, fragrante e dal sapore persistente. La scelta ideale per il consumo con pietanze vegetali. Un’interpretazione enologica moderna per quanto riguarda i vini vegani che si abbina bene a pietanze semplici, proprio quelle che la cucina vegana sa esprimere al meglio”. Sì, mi ritrovo perfettamente a mio agio nella sua definizione, che sottoscrivo in ogni parola. Su suo consiglio abbiamo iniziato la degustazione accompagnandolo a una prima portata di crostini con cicoria ripassata (la mia passione, viste le mie origine Umbre) e formaggio VEGANDOR Filante… Uno spettacolo!


Sempre d’accordo con Giuseppe, abbiamo poi chiesto alla chef Giulia Oggiano una preparazione dal gusto più strutturato e L’Arca ci ha sorpreso per come ha saputo accompagnare il nostro piatto di fusilli di farina di lino, conditi con olive nere, pomodori secchi e arricchito da scaglie di formaggio VEGANDOR Stagionato.

Davvero un’esperienza piacevole. D’altronde, a cosa serve il vino se non ad accompagnare i migliori momenti della nostra vita, caratterizzati da buon cibo e buona compagnia? Quello che mi sento di aggiungere a questa piacevole prova, è il ringraziamento alla cantina Zerbosco che da ormai da tre generazioni coltiva viti a Montù Beccaria, in sette diversi vigneti in poco più di quattro ettari.

Vivo in campagna, ho diversi piantoni di olivi e so cosa vuol dire gestire un terreno e produrre con esso. La sfida che ogni giorno la natura ci propone e che ci troviamo ad affrontare, quando superata, ci dona soddisfazioni indescrivibili. L’aver dedicato tanta energia per la produzione del vino L’Arca non è solo un obiettivo produttivo di un’azienda, ma piuttosto un segnale e uno sforzo a favore delle future generazioni, a cui qualcuno dovrà pur insegnare – con i fatti e non solo con le parole – cosa vuol dire il sacrificio per l’ottenimento dei risultati..

Info prodotto: www.veganok.com/it/product/vino-vegano-larca
Info azienda: www.veganok.com/it/company/zerbosco

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Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
  1. Interessante, non conoscevo la marca. Sembra un ottimo vino.

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  2. Assaggiare questo vino con Renata e i nostri amici è stata un’esperienza davvero piacevole 🙂

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