Intruglia (piatto versiliese)

Non so se questa ricetta sia soltanto tipica della Versilia o se si estenda anche ad altre zone della Toscana. Comunque a casa mia si è sempre mangiata. E’ un piatto tipico invernale, da gustare in diversi modi che ora vi illustrerò!intruglia
Ingredienti:
fagioli borlotti
cavolo nero
cavolo verza
dado vegetale
olio buono toscano (bello deciso)
sale
farina di mais

Procedimento:
Come prima cosa si cuociono i fagioli borlotti come di consueto (in acqua con gli odori). Poi una parte di questi fagioli vanno passati con il passatutto (diciamo più della metà) e i restanti si lasciano interi. Quando li passate aggiungete acqua abbondante, perchè poi in questo brodo andrà cotto il cavolo. Dopo aver fatto questa operazione, si mette il pentolone con il brodo di fagioli sul fuoco, si aggiunge del dado vegetale e del sale qb e si fa bollire, poi si fa cuocere nel brodo il cavolo nero e il cavolo verza. Si potrebbe usare anche solo il cavolo nero, ma secondo la mia mamma in questo modo viene più delicato. Si cuoce per circa 45 minuti (ma anche 1 ora, perchè più il cavolo cuoce più si insaporisce e più è buono). Quando è cotto, si buttano nel pentolone anche i fagioli lasciati interi (non prima, altrimenti cuociono troppo).

Considerazioni:
In casa mia si usa mangiare questa “zuppa” la sera, bella calda, e il giorno dopo… sempre che ne avanzi (!), si fa di nuovo bollire il brodo (aggiungendo acqua, se necessario) e quando bolle si butta la farina gialla “a pioggia”, come quando si fa la polenta, e si gira con un mestolo di legno per 45 minuti. Poi si impiatta nelle scodelle e si fa rapprendere per un po’, prima di servire. Ovviamente, si serve con un filo d’olio evo buono (quello toscanaccio). Si mangia caldo (ma anche freddo…) con il cucchiaio. E di nuovo, il giorno dopo, in casa mia si fa così… se avanza… si mette su un tagliere di legno, si taglia a fette spesse 1 cm come minimo, si fa asciugare bene (meglio farlo la mattina per la sera) e poi si frigge in olio di semi bio. Questo era un pasto tipico contadino toscano. Pochi ingredienti, poveri ed economici… (olio a parte). Adesso, nei ristoranti del centro, un piatto del genere te lo fanno pagare un occhio della testa… Il mondo è proprio strano! E questo è il primo fuoco dell’anno: la temperatura è scesa parecchio e in casa è freddo. Il camino riscalda e fa compagnia 🙂fuoco

Sostieni anche tu la libera informazione!

Scegli per i tuoi acquisti prodotti certificati VEGANOK e invita i tuoi conoscenti a fare lo stesso.
Solo con la partecipazione di tutti potremo fare la differenza per la salvaguardia del pianeta.

Per conoscere meglio VEGANOK, scarica qui il nostro rapporto di impatto Etico.
Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
  1. Che buona Loira, questa appena riesco a destreggiarmi con 2 mani te la faccio pari pari e vado a memorizzarmela subito, ciao tesoro come va il tuo mal di schiena???? Un abbraccio

    Reply
  2. che meravigliaaaaaaaaa eppoi pure frittaaaaaaaaaaaaa 😀

    Reply
  3. belllo tutto: il caminetto però… che sogno!

    Reply
  4. che bello!! mi hai ricordato questo piatto stupendo che mia nonna faceva quando ero piccola (io sono toscana, abitavo proprio al confine con la liguria, mi sa che la zona è la tua…) .. pensa quanto ero scema, io brontolavo che puzzava tutta la casa!!! poi son riuscita a gustarmelo solo crescendo!!! grazie di avermelo ricordato, penso che lo rifarò, in versione polentosa però! 🙂

    Reply
  5. si’,ottimo
    si fa anche a Pontremoli dove si chiama polenta o zuppa incatenata.
    ebbi l’occasione di provarla una mezza vita fa in un ristorante di Milano, “Gianni e Dorina” che c’e’ ancora e fa anche uno splendido menu vegetariano.

    Reply
  6. Intruglia=Paciocco=eWWWWWiWAAAAA

    Reply
  7. Buonaaaa! da provare, solo che ho mamma a casa che non ama la polenta 🙁 Vabbuò vada per la zuppa semplice 😉

    Reply
  8. mai sentita ma mi ispira parecchio e mi ispirerebbe ancora di più potermela gustare accanto a un bel camino come il tuo (magari mentre si stanno cuocendo delle belle caldarroste….). come è andata poi la prova abito?

    Reply
  9. LOIRA CARISSIMA,
    BEL PIATTUZZO, DA PROVARE SICURAMENTE!!!
    GRAZIE PER LA SPLENDIDA IDEA!!! 😉
    IN QUESTI GIORNI LA PREPARO!!!

    Reply
  10. Fantastico intruglio e invidia pazzesca per il camino.

    Reply
  11. Niente male davvero, lo proverò!

    Reply
  12. io conoscevo questa ricetta come polenta incatenata! è buonissima…la preparo spesso, anche se purtroppo a Roma il cavolo nero si trova poco e niente.

    Reply
  13. Questa mi mancava, mai sentita prima.
    Assolutamente da provare.

    Reply
  14. a casa mia si chiamava farinata (la faceva la nonna).
    buonissima.

    Reply
  15. Ciao a tutti!
    @Chicca, il mal di schiena va meglio. Sto facendo dei massaggi….
    @Mak, non sono proprio al confine con la Liguria, ma molto vicina (una ventina di km, credo…)
    @MariaPia, prova abito indimenticabile! Ho già dato l’acconto! Ne ho provati tre, ma il primo è stato amore a prima vista!
    @Annie, grazie! fammi sapere com’è andata!
    @Rossella, basta spostarsi di qualche km e anche qui in Versilia assume altri nomi! Siamo proprio strani!!!

    Reply
  16. Mi piacerebbe un piattino così davanti al fuoco… sogno con gli occhi sul monitor…

    Reply
  17. non l’ho mai fatta..ma visto che la temperatura è calata vortiginosamente..me la farò in una di queste sere….però accompagnata da 2 kg di pane….ok ok ho esagerato..1kg :mrgreen:

    Reply
  18. Ti assicuro che dopo una piattata di questa roba il pane non ti serve!!!!

    Reply
  19. Buongiorno
    ma sulla ricetta non dice quando si deve usare la farina di mais, mi puoi far sapere?
    Grazie

    Reply
  20. A Querceta, quasi centro geografico della Versilia storica, si usa solamente il cavolo nero, dopo le gelate che lo rende più tenero, ed al posto dei fagioli borlotti i fagiolini ricavati dall’essicazione delle stringhe, (in commercio sono difficili da trovare, io ho un orto ed a primavera pianto i fagioli da un metro, quelli troppo maturi per essere cotti con il pomodoro li lascio sulla pianta fino a quando sono appassiti, a questo punto si sbucciano e li congelo, si possono anche seccare. Ci vuole molta pazienza a sgranarli ma il sapore, per chi apprezza i sapori decisi, ci guadagna. si completa il piatto fumante con un filo d’olio e.v.o. quercetano.

    Reply
  21. ciao..oggi la sto cucinando..la faceva mia nonna e era buonissima…mia madre invece..non l’ha mai cucinata..io abito da sempre a forte dei marmi e la mia nonna era una vera cuoca a prepararla!

    Reply

Lascia un commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Vai alla barra degli strumenti