Frutta secca

Molta energia, tanti minerali e niente colesterolo: ecco le principali novità della frutta secca, che la rendono un alimento naturale davvero completo il cui consumo può avere sulla nostra salute importanti effetti positivi a livello di prevenzione di molte patologie.

L’importanza della frutta secca nell’alimentazione moderna è stata ribadita in occasione del Congresso nazionale della Società italiana di Medicina generale, appena conclusosi a Firenze. In particolare, il professor Michele Carruba, nel corso del suo intervento dal titolo “Il ruolo della frutta secca nell’alimentazione moderna”, ha sottolineato come l’effetto benefico del consumo di frutta secca sul rischio di malattie cardiovascolari sia stato ampiamente studiato a livello internazionale. A questo proposito, l’Adventist Health Study, eseguito nel 1992 su un campione di 31.208 persone di razza caucasica Avventista, la cui alimentazione comprendeva abitualmente frutta secca, ha provato che una maggiore frequenza del consumo di frutta secca corrispondeva ad un basso rischio di malattie cardiovascolari. Si osservò inoltre, dopo un monitoraggio di 6 mesi, come coloro che avevano consumato frutta secca 5 o più volte a settimana in maniera regolare presentavano un rischio minore di attacco miocardiaco non fatale (51 % in meno rispetto ai non consumatori) ed un minor rischio di malattia cardiovascolare mortale (48 % in meno rispetto ai non consumatori).

Più recentemente, come ha tenuto a sottolineare il professor Carruba, anche l’Harvard Nurse’s Health Study (1998) ha esaminato la relazione tra il consumo di frutta secca ed il rischio di malattie coronariche, durante un periodo di 14 anni, su un campione di oltre 86.000 infermiere tra i 34 e i 59 anni di età. E’ stato osservato che le donne che consumavano cinque o più porzioni di frutta secca a settimana (una porzione = 28gr) presentavano un rischio minore di malattie coronariche rispetto alle donne che non mangiavano frutta secca o che ne assumevano meno di una porzione al mese.
Anche lo studio eseguito da Lavedrine in Francia su 793 uomini e donne tra i 18 e i 65 anni di età ha dimostrato la connessione tra il consumo di frutta secca – in questo caso noci – e vari fattori di rischio cardiovascolare. Tanto che si scoprì che gli individui che consumavano regolarmente noci mostravano più alte concentrazioni di colesterolo “buono” HDL.

Il dottor Luigi Canciani, responsabile del settore prevenzione della Società italiana di Medicina generale, nel suo intervento Frutta secca e antiossidanti: quale ruolo nella prevenzione?, ha ribadito che consumare una porzione di frutta secca (30-35 grammi), come noci, nocciole o mandorle per almeno 5 volte a settimana (ad esempio a 3 o 4 noci, o a 2 albicocche e 1 prugna morbida essicata la mattina a colazione), può far diminuire il rischio di problemi cardiaci del 35-53%. E questo grazie agli acidi grassi Omega 3 che si trovano comunemente nel pesce azzurro, ma anche nella frutta secca (in particolare le noci) e che sono i principali responsabili dell’abbassamento del tasso di colesterolo totale e di quello LDL (il cosidetto colesterolo cattivo). Altri preziosi alleati della salute del cuore sono, poi, le fibre, alcune vitamine come l’acido folico e la vitamina E, il potassio e i fitosteroli, tutte sostanze di cui la frutta secca è particolarmente ricca.

Il dottor Canciani ha inoltre sottolineato come la frutta secca giochi un ruolo importante nella prevenzione del diabete cardiovascolare. Studi recenti hanno dimostrato come le donne che hanno consumato frutta secca almeno 5 volte alla settimana, presentano un minor rischio di diabete di tipo 2 rispetto a quelle che mai, o solo occasionalmente, ne consumano. Il consumo regolare di frutta secca è, dunque, associato a un certo grado di protezione da questa patologia.

Fonte:www.madiventura.it

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Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog

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