Daifuku mochi

Da quando ho capacità di memoria una parte di me è sempre stata fortemente contagiata dalla cultura giapponese, difatti la mia infanzia ha visto protagonisti quantità e quantità di manga (fumetti) e anime (cartoni animati) da cui ho ricavato tutto quello che conosco sulla loro cultura e tradizione culinaria. Questa ricetta nasce da un mix di informazioni trovate nel web e parla di dolcetti tipici giapponesi chiamati “daifuku mochi”, ovvero dolci di riso porta fortuna. Il ripieno è variabile anche se le 2 composizioni principali vedono l’uso di “anko” cioè fagioli azuki dolci e di marmellata, nulla ovviamente ci vieta di metterci dentro cioccolato, datteri, frutta secca, etc. Sono fenotipicamente bianchi opachi, ma usano spesso coloranti verdi o rosa per dare loro un tocco più allegro.
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Ingredienti:
100 g di farina di riso glutinoso
100 g di acqua
50 g di zucchero
1 cucchiaino di essenza di mandorla (facoltativo)
maizena
zucchero a velo
marmellata (o altro)

Procedimento:
In una ciotola mescolare accuratamente il riso, lo zucchero e l’acqua (nel mio caso anche l’essenza di mandorla) senza formare grumi, coprire la ciotola con una pellicola e mettere in microonde intorno ai 500 w per 2 min. Mescolare di nuovo l’impasto, sempre con l’aiuto di un mestolo, cercando questa volta di formare una palla e rimettere in microonde per 1 altro minuto. Stendere la maizena su un piano e buttarci il mochi, formare un serpentino e ricavare all’incirca 6 palline, anche meno, dipende dalla grandezza che volete che assumano. Prendere una pallina e allargarla così da posizionare al centro il vostro ripieno, nel mio caso marmellata, e chiudere ripiegando i lati sempre a formare una pallina. Eliminare l’eccesso di maizena e spolverare di zucchero a velo e come direbbero in giappone: itadakimasu!* buon appetito.

Il punto: 
Il sapore è molto strano, sopratutto per la consistenza ma questa ricetta è stata un po’ la rivincita su un mondo che non posso scoprire da vicino. Volevo farli da tempo, ma ho scoperto da poco l’esistenza di un negozio di alimentari cino-jappo che ha questi particolari ingredienti utili alla preparazione di piatti orientali. Da ora in avanti che i miei futuri commensali si preparino ad esser cavie dagli occhi a mandorla, ahahah!

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Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
  1. io sono in prima fila! Se questi sono i gustosissimi risultati 😀 bellissima!! tifo per te e tutti gli esperimenti con occhi di mandorla!!!

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  2. Wow! Stefania sembrano davvero buoni! Ma senza microonde come si puo’ fare?

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  3. Che bel post!!! Le mille risorse e sorprese di Veganblog!!! Sei grandiosa Stefania…io li papperei tutti volentieri!!! Buonanotte 😀
    p.s. 🙁 anche io senza microonde

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  4. Incredibilmente squisiti… mmmh 😉 !!!

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  5. Io esser moooooolto curiosa!!! Ho giusto della farina di riso glutinoso che aspetta di esser aperta. Bellissimi. Scusa ma 500 watt a cosa corrispondono circa? Io ho il micro ma mi segna 5 livelli dal più basso al più alto 🙁

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  6. wow! mi son venuti gli occhi un po’ a mandorla a leggere questa bella ricettina…. mi unisco al coro di chi non ha il microonde, illuminaci su un’alternativa… 🙂

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  7. Prima di rispondervi (Silvia e Darma) ho fatto una prova di verifica (non volevo dirvi una stupidata), l’impasto può esser “cotto” anche in una pentola antiaderente a fuoco medio, tenderà ad attaccarsi parecchio ma voi non demordete! Fin dall’inizio cercate di dare con il mestolo la forma di una palla, la consistenza giusta è quella di una gomma. Se volete mettere una musica zen di sottofondo magari aiuta, ahaha, fatemi sapere! Per te Giopepi che hai i livelli al microonde, credo vada bene l’ultima tacca, dovrebbe essere la più potente! Speriam bene;)
    @Lali: grazie grazie:**
    @Ametista e Terri: ringraziamo il market asiatico sotto casa che apre pure la domenica, ho trovato ogni tipologia di pasta di soia, riso ed il cocco in barattolo a poco più di un euro. Il prossimo step è prendere le bacchette, ce ne sono alcune decorate ad opera d’arte, vi terrò aggiornate!

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  8. Per noi la passione per il Giappone è recente e non da quando eravamo piccine, ci sembra un mondo incantato parallelo al nostro!! E questa ricettina ci invoglia davvero…appena torniamo a Roma cerchiamo gli ingredienti e li proviamo 😛

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  9. Sono affascinatissima da questi dolcetti! Giusto ieri ho avuto modo di assaggiare alcuni “nai huang bao”, che sono però di provenienza cinese! Cercavo perciò una ricetta per riprodurli, e, anche se si tratta di un altro piatto, questa si avvicina parecchio! Essendo piuttosto semplice, la voglio proprio provare 😀

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  10. Ciao, come sei stata brava :). Ci ho provato. .. ma la marmellata scappava da tutte le parti.. e la pasta mi si incollava alle dita… non fa per me :(. Mi puoi consigliare un altro uso per la farina di riso glutinosa? Grazie

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  11. Io ho fatti venerdì per una cena etnica dopo aver preparato l’anko e devo dire che il sapore era buonissimo ma mi sono venuti talmente brutti che non ho avuto il coraggio di portarli quindi alla fine me li sono sbafata tutti io😱

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