Baldi – Rive di Ogliano

Qualche giorno fa con mio marito siamo entrati in un’enoteca che hanno aperto da poco vicino a dove abitiamo attratti dalle ampie vetrate e dall’arredamento stile moderno ma anche retrò con quei tavolini, le sedie stile “arte povera” e parte dell’arredamento con separè in ferro battuto, davvero uno stile non indifferente e ci ha proprio colpiti. Ammetto anche che è facile che mi attirino i nuovi locali in particolare le enoteche, ho sempre avuto la passione del vino tanto che questa primavera ho fatto un corso di avvicinamento al vino, l’ho trovato davvero appassionante e prima o poi un bel corso per “sommelier” lo farò, compatibilmente con i prezzi che non sono proprio abbordabilissimi. I primi vini vegani che avevo assaggiato ad essere sincera non mi avevano entusiasmata molto ma ultimamente si stanno facendo passi da gigante nel campo e questo sinceramente è un vino prosecco vegan veramente ottimo.


L’azienda Baldi è un’azienda agricola con sede a Conegliano in provincia di Treviso, dal lontano 1938 l’azienda è produttrice di vini prosecchi, ma anche spumanti e grappe. Questo è il primo prosecco vegan prodotto dall’azienda ed è un DOCG quindi garantito (denominazione di origine controllata garantita … addirittura meglio del DOC se si può). Come vedete il logo VeganOk è ben visibile sull’etichetta assieme al logo e nome dell’azienda, al luogo di produzione delle uve e della certificazione DOCG, della località di produzione e del tipo di prosecco Superiore Brut.

Ho notato che non c’è sul retro della bottiglia il codice azienda, necessario secondo il disciplinare, anche se come riportato sul sito delle certificazioni VeganOk il codice è 0717 ma mi premuro di chiedere informazioni in merito. Tornando al vino stappandolo si ha una bella sensazione di “gas” e bollicine, tipica del prosecco ed è proprio come si “sentisse” che è di quelli buoni. Il colore è giallo paglierino e le sue bollicine salgono nel calice “frizzanti” e delicate, molto belle da vedere e, dal momento che anche l’occhio vuole la sua parte, le bollicine di questo prosecco lo soddisfano. L’odore è agrumato con fragranze di mela verde mentre al sapore risaltano nuovamente le note agrumate ed ha un ottimo equilibrio fra note olfattive e gusto, se non l’avessi detto abbastanza volte lo ripeto ed è decisamente un ottimo prosecco. Sul sito parlano di abbinamenti alquanto strani per un prosecco vegan … nel senso che ne parlano come un prosecco prodotto nel rispetto della vita animale ma consigliano l’abbinamento con diversi prodotti derivati animali. Questa cosa sinceramente mi fa pensare che la volontà di avere questa certificazione è più marketing che una scelta etica ma voglio pensare di sbagliarmi. La cosa che non mi è piaciuta leggere è che contiene solfiti perchè se pur naturalmente prodotti nel mosto del vino coi lieviti, se ne è indicata la presenza significa che cen’è una dose maggiore di 10 mg per litro e quindi vuol dire che sono stati aggiunti. I solfiti non hanno controindicazioni per le persone non allergiche mentre nelle persone allergiche causano “i classici mal di testa”, niente di chè per quello ma sono sempre delle sostanze chimiche aggiunte a quelle naturalmente prodotte dal mosto ed i lieviti e le aggiunte non mi piacciono quasi mai.

Il vitigno usato per questo prosecco è al 100% il glera che è un vitigno a bacca bianca con tralci color nocciola che produce grappoli grandi e lunghi, usualmente usato come base per il prosecco aggiunto ad altre varietà. Fra tutti i prosecchi vegan questo è veramente il migliore che ho assaggiato, è davvero proprio buono. Ci sono ancora passi da fare secondo me perchè la certificazione VeganOk sia anche un pò più filosofia di vita ma sicuramente è un’ottima scelta ed un ottimo prosecco.
La bottiglia da 0,75 costa 8 euro circa un buon rapporto qualità/prezzo. La gradazione alcolica è di 11,5% vol. e va servito a circa 7° – 8°.

Sito azienda e prodotti:

Prosecco Baldi

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Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
  1. non bevo alcol, però è bello sapere che anche l’enologia italiana sta cambiando

    bless and love!

    Reply
  2. Si sta cambiando ma deve farlo bene…
    La mancanza del codice azienda da puó essere motivata dalle etichette stampate antecedentemente la certificazione VEGANOK, ma il suggerimento di associarlo in modalità non vegan è davvero inaccettabile e di dubbio gusto.
    Mi auguro che provvedano a correggere quanto prima e ci permettano di acquistarlo visto che pare un ottimo prodotto

    Reply
  3. Sono d’accordo Luca.
    Già Sauro se si cambia che si cambi bene!!!

    Reply

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