Stevia


La stevia, alimento che si è guadagnato un posto enorme nell’attuale scena alimentare, merita un approfondimento necessario
La “Stevia rebaudiana” è una pianta  perenne di piccole dimensioni, della famiglia delle Asteraceae,  di originaria di Paraguay e Brasile, pianta perenne poco resistente al gelo, ha fiori ermafroditi molto piccoli e numerosi.
La stevia è conosciuta dai popoli del sudamerica da diversi millenni, oltre che per il potere dolcificante delle sue foglie, anche per le proprietà medicinali antinfiammatorie e antiossidanti. In occidente sta spopolando come dolcificante, in quanto è molto più dolce del comune saccarosio.
I principi attivi sono lo stevioside, e il rebaudioside A, che si trovano in tutte le parti della pianta ma sono più  concentrati nelle foglie, che seccate (disidratate), hanno un potere dolcificante (per effetto della miscela di stevioside, rebaudioside A, rebaudioside C, dulcoside A) da 110 a 270 volte il comune zucchero.
La stevia rebaudiana contiene dei glucosidi che presentano nella forma chimica alcuni anelli di glucosio ma non viene metabolizzato come uno zucchero ecco perché non ha pressoché  proprietà caloriche.
Inversamente allo zucchero i principi attivi non hanno alcun potere nutrizionale (zero calorie), e sono relativamente stabili nel tempo e alle alte temperature, ideali quindi per cotture tipo dolci o bevande calde.
In commercio la troviamo in diversi formati, sotto forma di foglie fresche e in polvere, in forma di estratto disidratato,in forma di concentrato liquido di estrazione acquosa,nelle etichette degli alimenti i glicosidi steviotici hanno una loro sigla: E960.
Lo stevioside, ha attività antitumorali, antinfiammatorie, antidiabetiche e immunomodulanti.
La Stevia ha dimostrato, in studi sperimentali, anche di non ledere i denti e di possedere un effetto antipertensivo valutato in persone con ipertensione di tipo moderato dove risultò sicuro e tollerabile.
In medicina è impiegata anche oggi, in particolar modo per chi soffre di glicemia, per la cura della pelle (efficace contro acne, disidratazione, rughe e inestetismi cutanei) e nel trattamento dell’ ipertensione.
Viste le sue proprietà, la Stevia può anche essere efficace per  il diabete, il sovrappeso ed altri disturbi simili connessi con il consumo degli zuccheri.
Le foglie sono usate in Asia, come dolcificante, in un’ ampia varietà di cibi e bevande.
In America meridionale è usata da secoli come dolcificante ma soprattutto come pianta medicinale. In Brasile è utilizzata come rimedio della medicina popolare per il diabete.
Recentemente un importante studio effettuato in Thailandia ha dimostrato che lo stevioside, principio attivo della Stevia, sarebbe in grado di modulare un importante fattore di trascrizione – NF-kB – implicato con i suoi effetti antinfiammatori ed immunomodulanti anche nella flogosi e nella cancerogenesi.
Lo stevioside contenuto nella Stevia potrebbe agire con tale meccanismo di regolazione persino su lesioni muscolari, permettendo un rapido recupero da un infortunio muscolare con una idonea somministrazione.
La Stevia ha rivelato inoltre azione antinfiammatoria, antifungina e protettiva del pancreas.
Contrariamente ad oggi, siè sempre pensato che la Stevia e i suoi derivati fossero genotossici e  carcinogenici, quindi responsabili della formazione di tumori. Nel 2007, in seguito a numerosi studi sull’argomento, la FAO ne ha stabilito la totale sicurezza, e nel 2011, dopo la pubblicazione di uno studio scientifico effettuato dall’ANS, l’uso della Stevia come additivo alimentare è diventato legale nell’Unione Europea.
FAO e OMS hanno comunque fissato in 4 mg al giorno per chilogrammo di peso corporeo il limite superiore di utilizzo “consigliato” salubre della stevia, una quantità che è più che sufficiente per permetterci di utilizzarla come dolcificante.
Come ogni alimento si consiglia  sempre e comunque la moderazione, seppur non siano stati per ora riscontrati effetti “contro” veritieri e reali, sembra che questa sia una straordinaria pianta estremamente utile come alleata per alcune patologie o per “dolcificare” qualche momento della nostra giornata.
Curiosità:La prima descrizione di questa pianta la troviamo stilata dal botanico paraguayano Moises Santiago Bertoni (1857-1929), ma fu classificata in modo definitivo da William Botting Hemsley (1843-1924), il suo nome, rebaudiana, deriva dal nome del chimico Rebaudì che per primo cominciò a studiarne le proprietà edulcoranti.
Al contrario della forma liquida o cristallina, il gusto delle foglioline lascia un retrogusto finale che ricorda la liquirizia
Giacomo Bertoni nel 1884 emigrò in Paraguay per studiare agronomia, nelle foreste del Paraguay s’imbattè  in una pianta bizzarra della quale, nell’87 segnala che “…mettendo in bocca anche un sol briciolo di foglia o di ramoscello, si è sorpresi dall’estrema dolcezza che vi è contenuta tanto che un frammento d’una foglia grande appena pochi millimetri mantiene la bocca dolce per un’ora e qualche piccola foglia è sufficiente ad addolcire una tazza di caffè o di tè forte …”. La chiamò, orgogliosamente, Eupatorium bertoniana, oggi la si chiama Stevia.

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Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
  1. Bellissimo articolo Luca!

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  2. Davvero un altro bellissimo articolo non sapevo tutte queste cose della stevia. Mi piacerebbe trovare la pianta.

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  3. Luca, l’ho piantato stevia 1 maggio – cresce velocemente e si vede che posticino dove l’ho messa le piace. Mi hanno detto durante inverno freddo scompare per poi vegetare di nuovo in primavera. Confermo la dolcezza delle foglie masticate e il retrogusto della liquirizia.

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  4. Questa serie di articoli dedicata alla conoscenza degli alimenti è particolarmente interessante, esaustiva e comprensibile. Avevo già piantato la stevia, e la ripianterò: grazie

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