Pane a fette di farro Roberto

Si sa, il pane fresco è la scelta migliore, ma non sempre si ha il tempo per comprarlo/farlo, oppure ci si trova senza all’ultimo, quindi sempre meglio avere qualcosa di confezionato pronto in casa. Meglio ancora se è un prodotto certificato VEGANOK e biologico come questo pane Roberto. La confezione mi piace molto perché ha dei colori che spiccano e sono ben accostati, credo sia per questo che l’ho adocchiato. Bianco, rosso e verde..tre colori semplici ma che rendono chiara la lettura di tutto ciò che è scritto. E poi trovo che sia una confezione pulita e armoniosa, non caotica.
Poi ho visto il marchio VEGANOK, ho letto che è di farro, che ha i semini di girasole e lino…non potevo lasciarlo lì.

Spesso, purtroppo, di un prodotto viene detto che è integrale, oppure che contiene ingredienti particolari, e poi leggiamo la lista o apriamo la confezione e rimaniamo delusi. In questo caso sarebbe impossibile dato che la finestrella ci permette di vedere le fette pretagliate, i semi sono presenti anche in superficie.

Il logo è posto sia davanti che lateralmente, impossibile non vederlo, anche perché accostato alla certificazione di prodotto biologico, sicuramente una certezza di qualità in più.  Altre indicazioni che mi fa piacere leggere sono poste lateralmente: senza olio di palma e senza latte e derivati (la certificaizone VEGANOK  dà per scontato queste due informazioni, ma sottolinearlo va sempre bene, soprattutto per chi non è vegano, ma vuole evitare di acquistare prodotti con olio di palma oppure è intollerante al lattosio)

Nel retro, vicino al codice azienda, c’è una definizione di prodotto vegan, in italiano e inglese. Mi sembra una bella idea, c’è sempre qualcuno che potrebbe non sapere il significato di questo termine e rendersi conto che mangiare vegan non è una missione impossibile, neanche per il portafoglio. Questa confezione da 400 grammi è costata circa 1.70 euro, sono sicura che a fianco c’era del pane a fette meno costoso, ma gli ingredienti erano molti di più e di qualità inferiore.


Mi dispiace ma non sono riuscita a fare la foto agli ingredienti, ma devo dire che sono stata favorevolmente stupita: la farina di farro e integrale di farro sono ai primi posti con il 60.7%,  ci sono acqua, semi di lino e girasole (7.4%), è presente il gritz di soia (ho dovuto cercare in internet cosa sia: una specie di semolino). Come indicato in più parti è presente l’olio di oliva (2.2%). Qui trovate l’etichetta completa e chiaramente leggibile

La confezione è la classica busta di plastica con chiusura a laccetto, che io non trovo molto comoda perchè inevitabilmente rompo il sacchetto quando lo apro, ma ovvio a questa mia incapacità mettendo le fette all’interno di un barattolo capiente ed ermetico che mi permette di mantenere intatte le caratteristiche.
Viene ben indicato il materiale della confezione e il corretto smaltimento, idem per il laccetto di chiusura.
Interessante l’indicazione delle porzioni presenti all’interno della confezione. Immagino che fossero 17 fette ma la fame mi ha portato ad aprire la confezione prima di poterle contare.

Passiamo alla parte più interessante, l’assaggio! Mi piace moltissimo sentire sotto i denti i semi di girasole e lino, e credo sia ben percepibile la presenza del gritz anche se è la prima volta che mi imbatto in questo ingrediente. La farina di farro si sente, ovviamente non essendoci farina bianca 0/00 il gusto è più forte rispetto al classico pane bianco, e decisamente più saporito! All’apertura della confezione si sente il tipico odore di alcol (con cui il pane viene trattato), ma in pochi secondi sparisce
Se devo trovare un difetto è che risulta un po’ asciutto, sarà perché l’unico grasso contenuto è l’olio di oliva? allora ben venga! Io ci ho spalmato la confettura a colazione, ma mi sono anche tolta lo sfizio di riscaldarlo in padella e metterci un filo d’olio di ottima qualità e devo dire che l’ho apprezzato molto in questa seconda versione, ma credo sia perchè amo più il salato che il dolce. Mi scuso se alcune foto non sono molto chiare, ma la congiunzione della confezione era un po’ arricciata, impossibile spianarla senza romperla.

Pagina azienda:
https://www.veganok.com/it/company/roberto-industria-alimentare/

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https://www.veganok.com/it/products/roberto-industria-alimentare/

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Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
  1. il gritz in genere è riferito alla macinatura di un cereale per renderlo “tipo semola”, che viene poi usato in diverse preparazione, nel profondo sud degli USA è un piatto tipico

    bless and love!

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  2. Silvia Premoli 2 Aprile 2017, 21:12

    Il pane al farro Roberto è finito nel mio carrello della spesa per le stesse ragioni di Sonia, sono stata attrata dalla presenza dei semi di lino e di girasole, poi leggendo gli ingredienti mi è piaciuto il fatto che avesse pochissimi grassi aggiunti. Assaggiandolo poi ho notato che era rustico il giusto e ho terminato la confezione a colazione accompagnandolo a margarina (senza olio di palma) e marmellata di fragole bio . Quindi tutto bene ma devo dire che a differenza degli altri tipi di pane e tramezzini della stessa marca secondo me mantiene l’odore di alcol anche dopo l’apertura della confezione, peccato! Go vegan!

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  3. Roberto è certamente un’azienda con un ventaglio veramente ampio di ottimi prodotti… tante, tantissime varietà di prodotti da forno… difficile non trovarne uno adatto alle proprie esigenze. Questo in particolare non lo conoscevo ma dalla tua descrizione sembra davvero buono
    🙂

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  4. @silvia: la seconda confezione che ho aperto effettivamente ha mantenuto l’odore di alcol

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  5. Anch’io non ho provato questo al farro, ma posso dire che gli altri prodotti della Azienda Roberto non mi hanno mai deluso sia dal punto di vista degli ingredienti che in cucina.

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  6. Lo proverò, effettivamente non si ha sempre il tempo di fare il pane in casa. Grazie del suggerimento

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  7. L’ho provata è buonissima tutti i loro prodotti son contenta che ora c’è una grande considerazione x i vegani quando ho cominciato ad essere vegana più di 30 anni fa’ nn c’era quasi nulla

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