Dolcettino coccoLino

Ciao! Da qualche tempo sono in fase depurativa, quindi non mi sono data a ricette troppo elaborate o ricche… Tuttavia questi dolcetti sono ammessi, data la loro semplicità negli ingredienti, per avere la dose quotidiana di slurposità.
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Ingredienti:
105 g di datteri denocciolati (16 medio-piccoli)
20 g di semi di lino
20 g (più qb) di cocco in scaglie
5 g di crusca in briciole
5 g di polvere di polpa di carruba
40 g di sciroppo d’agave

Procedimento:
Sminuzzare i datteri denocciolati, anche grossolanamente. Io l’ho fatto con una mezzaluna, se non temete di fondere il frullatore fate pure con quello. Mescolare ad essi prima tutti gli ingredienti secchi (del cocco solo 20 g), poi lo sciroppo d’agave che farà da legante. Prendere un pezzo di carta da forno grande quanto la vostra leccarda e distribuirvi al centro un po’ di cocco (sui 10 g), dopodiché versare sopra alle scaglie il composto appiccicoso (il cocco serve per non farlo attaccare troppo alla carta). Dividere in 6 parti uguali e prendere uno stampino o coppapasta di diametro sui 5 cm. Mettere all’interno dello stampino una delle 6 parti e dare la forma schiacciando bene con un cucchiaino o simili. Rimuovere lo stampo schiacciando delicatamente per non rompere la forma, se succede basta in ogni caso rifare l’operazione di pressaggio; farlo per ogni sesto, poi distribuire sopra ogni dolcetto un po’ di cocco a mo’ di decorazione. Ora si può procedere in 2 modi. Il primo è più lungo, ma più salutare e a mio parere i dolcini sono anche più buoni: infornare a 50°, con il forno leggermente aperto (se la porta non rimane aperta da sola basta inserire un cucchiaio di legno) e lasciar seccare per circa 2 ore. La seconda strada è infornare a 150°, aprendo ogni tanto per far uscire il vapore, per circa 25 minuti. In questo modo il succo d’agave caramellizza un po’, ma soprattutto il resto dei componenti si cuoce per davvero, mentre con il primo metodo questi rimangono entro la definizione di crudo. Passato il tempo scelto, i dolcini vanno lasciati raffreddare in modo tale che solidifichino perfettamente. Poi sono pronti!

Il punto:
Questi dolcetti sono nati dal bisogno di consumare semi di lino e avere uno snack da portare a lezione di circa 100 kcal. È importante dividere l’impasto in 6 proprio per avere questo valore nutrizionale, ma se non vi preoccupa non seguite il numero. Mi pare di capire che lo sciroppo d’agave sia estratto a caldo, se si usasse quindi altro (lo sciroppo d’acero credo sia estratto a freddo) e si seguisse il primo procedimento si otterrebbero dei dolcetti crudi. Sono molto soddisfatta di questi, hanno un gusto cioccolatoso grazie alla carruba mescolata con i datteri, più quello del cocco con il quale sono fissata da un po’. Fortunatamente sono abbastanza sazianti, altrimenti sarebbero da “uno tira l’altro”. A presto! 🙂

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Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
  1. Che belli! Grace li adoro già, e, forse i semi di lino si sentono meno (non li amo troppo). Baci

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  2. Dunque… Cocco…. Carruba… Sento già il buono ssssslurpeteeeee

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  3. STRAWOW!!! 😯
    Per quanto mi riguarda, non c’é molto da dire: IRRESISTIBILI 😀
    Considerali già fatti e pappati :mrgreen: !!!

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  4. ….preziosi cuoricini… come te piccola Grace! 😉
    Sono talmente belli che non oso nemmeno rubartene uno :mrgreen:

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  5. meravigliosi!!!!i dolcetti per la merenda perfetti!!!!
    se ne avessi uno tra un pochino….

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  6. Grazie a tutte!! <3

    @Terri: esatto, il lino non si sente 🙂 l'importante è bere dei liquidi subito dopo, così rilascia mucillagini e il gioco è fatto!

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  7. Appena prendo i datteri (un dì, costano :D) li faccio… Mi serve proprio qualcosa di bilanciato, anch’io calcolo spesso (…sempre…) cosa mangio, ma se ci sei tu che mi fai già i calcoli… bè, meglio 🙂

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  8. Grazie Teresa!! <3

    Mi fa piacere Stever! In realtà anch'io pensavo costassero, invece li ho trovati biologici a 2,50€ per 250 g, mi aspettavo di più! Ma ovviamente cambia da città a città. Grazie a te comunque 🙂

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  9. Eh purtroppo tutto si può dire di Verona tranne che sia una città amica del portafoglio :/ ma comunque non mi perdo d’animo, ci arriverò e ti saprò dire 🙂

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