Amaro analcolico

Questa ricetta ha un “gancio” che è Lali_64. Mi ha mandato gli ingredienti senza quantitativi, ovviamente, di un amaro analcolico che si produce dalle sue parti. Ci ho lavorato un po’ su per la gioia, spero, degli astemi. Gli ingredienti hanno tutti la caratteristica di essere stomacico-digestivi. Quindi i principi attivi di un amaro digestivo senza la tossicità dell’alcol per il fegato.
Amaroanalcoolico
Ingredienti:
10 g di china calissaia
10 g di genziana
10 g di rabarbaro
3-5 g di aloe vera
5 g di anice stellato
5 g di semi di finocchio
10 g di rosa canina
10 g di tè verde
5 spezzoni di tronchetti di liquirizia (classica Saila)
1 cucchiaino da caffè di acido citrico (ha la funzione di conservante)
1, 3 l di acqua
200 g di zucchero

Procedimento:
Dall’erborista farsi fare un sacchetto unico delle erbe e dell’acido citrico. A me lo fanno. L’acido citrico è un prodotto naturale estratto dai limoni, che somiglia ad un sale. Ha funzioni di conservante e di ammorbidente. Si usa anche come ammorbidente per il bucato. E’ assolutamente innocuo. L’unico problema è quello dell’aloe vera. L’aloe vera l’erborista non ce l’ha, almeno a me ha detto così. Semmai c’è l’aloe normale. Io mi sono ricordato che ne avevo in casa tra le piante grasse, fuori nel giardino dell’ingresso.AmaroanalcAloe
Per prepararla seguire questo procedimento. Tagliare 3-4 cm di una foglia con un coltellino e poi pelarla, come se fosse un kiwi. Occhio alle spinette, ma non sono “turbolente”. Quello che rimane ha la consistenza gelatinosa, sembra una lingua! Metterla insieme al resto in un vaso a chiusura ermetica. Aggiungere l’acqua. Agitare. Io ho tenuto a bagno in acqua per 1 settimana tutto meno la liquirizia e lo zucchero. Poi ho fatto un decotto di quell’acqua con tutte le erbe e ci ho messo la liquirizia così si è squagliata. Far bollire moderatamente per 10 minuti . Ogni tanto mescolare. Far riposare il decotto fino a farlo diventare meno che tiepido. Scolare pressando un po’ le erbe che rubano parecchia acqua e di conseguenza sostanza e aromi. Travasare tutto in un bottiglione da 1,5 l e far riposare 1 notte. Si crea parecchio deposito. Filtrare (io lo faccio con cotone idrofilo inserito nel tubo di un imbuto e non troppo pressato. Non devono esserci però buchi guardando attraverso il tubo controluce. Quantità di cotone: un pizzico, quanto basta per creare un filtro di 1-1,5 cm dentro l’imbuto). Cercare di non agitare toppo il bottiglione quando si filtra, il deposito ottura maledettamente. Il goccetto finale (50 cc circa) col deposito scuro eliminatelo tranquillamente. Ho fatto caramellare i 200 g di zucchero, era nocciola scuro, ma avrei fatto bene a caramellarlo un po’ di più senza bruciarlo. Quando il caramellato non è più bollente ci ho messo 2 bicchieri del decotto molto caldo. Lo zucchero si è indurito, così ho rimesso tutto sul fuoco basso e ho fatto bollire, piano , girando con un cucchiaio di legno fino a che lo zucchero non si è sciolto: si sente dal fondo e dai grumetti che scompaiono. Tutto questo procedimento spiega perchè ho messo 1,3 l d’acqua per ottenere una bottiglia da 1 l. Bolli prima e bolli dopo, un po’ si consuma. Una volta freddo ho mischiato col decotto che avevo ancora da parte e agitato il tutto. Fatto! Se fosse troppo amaro, secondo i gusti, si fa sempre in tempo ad aggiungerci dello zucchero a cucchiai, facendolo sciogliere agitando. A chi piace molto la liquirizia e volesse sentirla di più si fa sempre in tempo a mettercene qualche pasticca. Si deposita sul fondo e un po’ alla volta si scioglie agitando di tanto in tanto. Sto anche preparando la versione alcolica, ovviamente!

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Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
  1. Mamma mia!! E’ un concentrato di principi strabenefici per me!! E’ una “medicina” col botto :D!! Michele mi farai diventare ciucchettona!! 😀 😀

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  2. Terri con questo puoi andare tranquilla, non c’è alcool, è un amaro morbido, ha del dolce con sfondo amarognolo. Lascia la bocca buona. Non so quanto si conservi. La dose di citrico è sperimentale, ma per ora non si è assolutamente intorbidito. Ci vuole poco, basta farne poco per volta. Tra poco, almeno un ‘altra settimana, uscirò con la versione alcoolica. Allora sì ciucche !

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  3. Grazie, Michele, la tua cantina è una garanzia! 😀 baciottoni

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  4. EVVAI …Michele sei un grandeeeeeee !!!!! 😀 😀 😀 😀 😀
    Sapevo che ci saresti riuscito… W il nostro Maghetto di Veganblog !!! 😆
    ViolasempreViolasempreViolasempreViolasempreViolasempre……

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  5. Grazieeee!!!! Bravissimo, mi segno la ricetta. Adoro gli amari ma non l’alcol, ehehe

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  6. Se avete bisogno di qualche chiarimento di procedimento scrivetemi pure qui, vi rispondo. Ho cercato di essere abbastanza dettagliato, ma magari quello che per me è semplice e naturale per altri è più difficile perché lo fanno per la prima volta. E’ come se io mi mettessi a cucinare, mi verrebbero tanti dubbi. Sono a disposizione.

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  7. Ah, nemmeno farlo apposta, ho fatto l’aloe giusto oggi a lezione (botanica farmaceutica a tecniche erboristiche).
    L’aloe “normale” è l’Aloe barbadensis detta anche Aloe vera, quindi l’erborista dovrebbe averla (l’altra di interesse erboristico è l’Aloe ferox, piena di spine).

    Volevo dire che l’aloe cui fa riferimento la ricetta probabilmente è il succo essiccato tramite calore, di colore bruno e avente proprietà digestive, presente infatti nei fernet. Il gel fresco – che hai ottenuto tu – ha pressoché solo mucillagini ben idratate ed al massimo è emolliente, quindi non svolge bene la sua funzione per la ricetta.

    Ma sono sicura che sia venuto buono ugualmente! :mrgreen: Preciso qui perché prima di oggi pomeriggio non lo sapevo nemmeno io!

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  8. Grace grazie, sembra un gioco di parole ma sono sempre contento quando imparo qualcosa. La ricetta, o meglio le indicazioni dei contenuti dell’amaro analcolico dicono Aloe Vera 6% e se vedi la quantità che ho messo corrisponde più o meno al peso totale delle altre erbe. E se fosse del liquido? quindi 60 cc? A me l’erborista ha detto non ce l’ho, è una pianta. Una volta ho usato un aloe essiccata , e mi sa che conviene usare quella. Il sapore era amaro e l’ho fatta macerare in alcool. Onestamente poi quando si parla di erbe vado con i piedi di piombo perché ognuna ha la sua tossicità (oltre a principi benefici) ad alte dosi. Quello che non ho capito leggendo su qualche sito è il discorso dell’estrazione del principio chimico. Da una parte c’è scritto che bollendo si dimezza il potere delle proprietà chimico farmacologiche, allo stesso tempo parlano di estrazione per pressione ed essiccazione col calore (che probabilmente avviene a temperatura più alta). Allora? Se sai qualcosa me lo fai sapere?

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  9. Ho dimenticato di dire una cosa. Ho letto che questa Aloe ha anche funzioni antifungine e antibatteriche . E se fosse stata messa come coadiuvante antifermentativo assieme all’acido citrico ?

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  10. Scusa per la risposta in ritardo. Cerco di essere il più chiara possibile, in caso se hai dubbi chiedimi pure 🙂

    Dell’Aloe vera la parte utilizzata è una (le foglie, succulente), ma le droghe ottenute sono due: il succo concentrato ed essiccato e il succo fresco (anche conosciuto come gel).
    Le due droghe, anche se in origine sono la stessa cosa, a causa della loro struttura/lavorazione hanno proprietà diverse.

    Il gel fresco, ottenuto tramite spremitura, è quello che non ci interessa in ambito alimentare. È ricchissimo di mucillagini, quindi è emolliente, doposole, debole filtro dei raggi UV e probabilmente cicatrizzante. Se ne fa comunque uso esterno.

    Il succo essiccato è quello che si usa per via interna e dovrebbe esserci in tutte le erboristerie. Si ottiene per concentrazione e riscaldamento del succo fresco, ma purtroppo non so ancora come si fa, probabilmente ottenerlo in casa è molto difficile. Ha aspetto bruno-rossastro, gommoso al limite del vetroso. Contiene derivati antrachinonici, oltre che le già citate mucillagini, e normalmente è usato come lassativo o a dosi maggiori come purgante, tanto che è riconosciuto da FUI (Farmacopea Ufficiale Italiana). A bassissime dosi è amaro, stomachico e digestivo, il prof a lezione ha citato i fernet, per quello penso proprio che si debba usare questa droga e non quella fresca.

    Purtroppo l’A. vera è una delle piante su cui si è detto di tutto, addirittura si trovano tesi per cui è considerata antitumorale – che sarebbe bellissimo, ma è totalmente falso. Lo stesso vale per le proprietà antifungine e antibatteriche: il succo lasciato aperto a temperatura ambiente sviluppa da sé batteri (in gran parte è acqua), quindi dubito che abbia funzione conservante sugli altri.

    L’acido citrico funziona da conservante perché abbassa il pH, perciò i batteri che prolifererebbero a pH neutro, come quello dell’acqua, non riescono più a farlo.

    Per quanto riguarda la dose per l’amaro non saprei, appunto l’aloe essiccata è digestiva a dosi “bassissime”, che in fondo è relativo. Dal momento che un amaro si beve in genere in bicchieri non molto grandi, il 6% mi sembra una quantità accettabile!

    Fammi sapere se non mi sono spiegata bene 🙂

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  11. Non solo ti sei spiegata bene, sei stata professionale e perfetta. Sull’etichetta c’era scritto Aloe Vera, ma non in che versione era usata, come c’era scritto zucchero ma che fosse caramellato. Lì ci sono arrivato dal colore che Lali_64 mi ha detto avere l’amaro. La prossima volta uso quella essiccata , oltretutto molto più comoda perché si trova dall’erborista e comunque è una garanzia, anche col peso. Trovare una bilancia che sia precisa su quelle quantità (3 – 5 grammi) non è facile. Mi ero guardato un po’ di siti sull’aloe. Hai fatto un riassunto perfetto di quanto avevoletto con qualche chiarimento in più . Grazie !!! Non ti metto le faccine (belle) perché non sono capace. !!

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  12. Ahahah farò come se ci fossero 😀 contenta di essere stata utile! Buona giornata e ancora complimenti per le ricette!

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  13. ciao.Michele,non pubblichi più?

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  14. Penso che presto, con l’arrivo della primavera e erbe che nascono metterò ancora delle ricette. Quelle che mi erano rimaste erano tutte fuori stagione e rischiavano di finire nel dimenticatoio

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  15. Michele carissimo, ciaooooooo!!! 😀
    Non vedo l’ora di trovare una tua nuova ricetta in pole position!!! 😉
    Torna presto… ci manchi 😕 !!!
    Un caro saluto 🙂

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  16. Ehi Lali_64 ! Effettivamente quanto tempo è passato. Ma lo sai che proprio ieri sera stavo bevendo la versione alcoolica di questo amaro che ho chiamato Amaro Alpino e ti dirò che è veramente gradevole ! Ho aperto la posta per vedere se mi aveva risposto un giornalista della Gazzetta e ci ho trovato la posta di Madda , stamattina la tua. nel frattempo mi sono operato alla mano destra che ancora però è un po’ infiammata. Mi farò vivo presto, magari con la versione alcoolica di questo amaro qui. A presto !

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  17. ciao.ok, riprenditi presto.

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  18. ciao Michele, ti scrivo dalla Romania… ho fatto anche io la riccetta tua …devo dire che non ho avuto tutti gli ingredienti ma ho agiunto al posto altre piante dalla nostra flora montana…e venuto molto buono…anche quello alccolico e gradevole…grazie di averti trovato sul web…Namaste

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    • Ho fatto la prova. Quando è passata la settimana di bagno delle erbe nell’acqua era tutto ammuffita. Ho buttato via tutto. Come mai?

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      • Michele Allochis 19 Marzo 2021, 18:17

        Non ne ho idea Valentina . L’ho fatto una sola volta per prova e tutto è andato bene. Decisamente vado sull’alcolico anche se moderato

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  19. Ciao Elisabeta, grazie per i complimenti . A me piace di più la versione alcolica, sarà che sono più abituato a usare l’alcol. Si possono usare tante erbe per fare i liquori, da quelle che trovi nel giardino o vicino casa a quelle che trovi in erboristeria. Ci sono tante ricette che ho inserito qui su vegan blog, leggile e sperimenta. Adesso sto bevendo quello fatto con i grespigni (cicoria selvatica) radici e foglie. E’ veramente gradevole. Prova le ricette e mi fai sapere . Ciao !

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  20. L’ acido citrico non è estratto da limoni ma da una muffa e non è per niente salutare

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