La pasta madre

Nella lunga epoca delle primissime civiltà umane (100.000-10.000 anni fa), si cominciarono a macinare i chicchi dei cereali e a impastare con acqua le farine ottenute per infornare piccole focacce, da consumarsi insieme agli altri cibi, crudi o cotti. Queste focacce poterono essere ammorbidite, insaporite, dolcificate, aggiungendo agli impasti grassi e olii diversi, erbe varie o bevande e frutti. Talvolta, crediamo per puro caso, uno di questi impasti, fu lasciato riposare per qualche tempo e, inspiegabilmente per le conoscenze di allora, cominciò a espandersi, a crescere e a sviluppare una moltitudine di bollicine che sembrarono animarlo di vita propria. Da esso si ottennero focacce più alte, più morbide e molto più saporite. Era nata la lievitazione e chi la scoprì imparò presto a conservare un poco di quella pasta viva e a impiegarla come una “madre” per inoculare gli impasti successivi. A tale pasta diamo ancora oggi il nome di “pasta madre”, “lievito madre”, o anche di “madre” o “mamma”. “Sourdough” (inglese), “Sauerteigs” (tedesco), “zuurdesem” (olandese), cioè “pasta acida” è il termine preferito invece dai popoli anglosassoni e oggi anche questa denominazione si aggiunge a quelle della tradizione italiana. Altre denominazioni mediterranee che potrebbero essere utili sono quella francese (“levain”), spagnola (“masa madre”), catalana (“de massa fermentada”), portoghese (“fermento natural”), sarda (“màdrighe, madrìghe”), croata (“kiselo tijesto”), araba (“خميرة متخمرة al’ejyn almkhmr”), ebraica (“שאור shavr”), turca (“maya”), maltese (“morra”) e greca (“μεταλευτής metaleetes”). La moderna microbiologia ha studiato alcune paste madri e ha scoperto che esse ospitano interessanti comunità microbiche, variegate e dalle proprietà inaspettate. All’interno di queste comunità si ritrovano di solito lieviti e batteri, ma alcune volte solo batteri. Queste popolazioni microbiche sono uniche per ogni pasta e, si è scoperto, conferiscono ad ogni pane caratteristiche organolettiche uniche. Si aggiunga che le popolazioni microbiche immettono negli impasti, tra gli altri composti, dell’acido lattico che, oltre a insaporire caratteristicamente il pane o il dolce ottenuto, è un vero e proprio conservante naturale. Anche per questo le pagnotte ottenute dal lievito madre non ammuffiscono e durano per parecchi giorni. Dopo l’interminabile dominio, dal dopoguerra a oggi, del lievito di birra (sinonimo di vera omologazione globale dei prodotti lievitati) la recente riscoperta delle paste madri e dei loro aromi, ha finalmente risvegliato l’interesse di molti consumatori (e di molti chef) verso questo ingrediente tradizionale, che non finirà di stupirci. Eccomi quindi a descrivere come si può preparare in casa una pasta madre, se si pensa che aggiungere un tocco di personalità a tutte le ricette lievitate faccia solo del bene alla nostra creatività gastronomica.

Ingredienti:
farina di grano tenero 0 oppure 1 qb
acqua di fonte qb
2 prese di piccola frutta matura appena raccolta

Procedimento:
La mia amica Valery ha svolto tutto il lavoro descritto: questa volta, ha aggiunto a un semplice impasto di farina e acqua, piccole bacche arancioni di Pyracantha (un cespuglio molto usato come siepe), leggermente triturate con un robot elettrico.

Ha poi messo a riposare l’impasto nel forno di casa, con la sola luce accesa, ed ecco cosa ha trovato dopo 2 giorni.

Ha poi prelevato 1 tazza di questo impasto e l’ha mescolata ad un impasto ottenuto con 1 tazza d’acqua e 1 tazza di farina, lasciando riposare per altri 2 giorni. Dopo questo primo “rinfresco”, con le stesse modalità, Valery ha ripetuto un secondo, un terzo, un quarto e un quinto rinfresco, ciascuno messo in opera dopo 2 giorni di riposo della pasta. Ed eccoci quindi al quinto rinfresco, a come si presentava l’impasto.

I frammenti delle bacche sono ormai scomparsi, e la pasta “vive” di vita propria. Una vita che è ormai adattata all’impasto, che fermenta producendo le numerose bollicine di gas carbonico, ben osservabili anche dalla foto.

E’ già un’ottima Pasta Madre, capace di far lievitare un impasto qualsiasi, e di farlo piuttosto rapidamente. La foto mostra come, in 4 ore (dalle 9,25 alle 13,25), il volume della pasta sia raddoppiato! Da questo momento in poi, la Pasta Madre di Valery è stata riposta in frigo, e viene rinfrescata 1-2 volte la settimana, in genere per produrre qualche pagnotta deliziosa. L’ultimo controllo è stato fatto al microscopio, ed ecco cosa si vede. A parte 3-4 bollicine di anidride carbonica, dalle dimensioni molto grandi e dall’aspetto tondeggiante, ecco cellule ovoidali o tondeggianti, relativamente grandi e talvolta con attaccata una cellula-figlia (gemma): sono i lieviti. Ed ecco celluline molto più piccole, spesso a forma di bastoncino, appena visibili e molto numerose: sono i batteri, probabilmente lattici.

Il punto:
La Pyracantha non è che uno dei materiali che Valery, nel tempo, ha voluto incorporare nelle sue paste, per generare delle ottime Madri, tutte diverse una dall’altra. Conduce questi (e molti altri) esperimenti per svolgere con grande passione la sua tesi di dottorato che ha per tema proprio le Paste Madri. Dopo la laurea in Tecnologie Alimentari con indirizzo nutrizionista, Valery mi ha chiesto di poter svolgere una tesi di dottorato (3 anni) nel mio laboratorio, qui all’Università. E così ha cominciato a lavorare da me, collezionando e caratterizzando una cinquantina di Paste Madri tradizionali marchigiane e poi “creando” molte altre Madri, tra le quali quella che vi ho descritto. Abbiamo utilizzato, tra gli altri materiali, le more e molti altri piccoli frutti (freschi e secchi), le pesche e molti altri grandi frutti (freschi e secchi), i fiori (di alberi e di campo) e le foglie (di erbe, cespugli o alberi). Tutto questo materiale ospita naturalmente delle comunità microbiche, formate di solito anche da lieviti e batteri adatti alla Pasta Madre. Molte ricette per preparare la Pasta Madre indicano che anche un semplice impasto di farina e acqua possa essere lasciato riposare e rinfrescato nel tempo fino a che non si ottenga la Pasta desiderata. In questo caso i batteri e i lieviti arrivano dalla farina, dall’acqua, dagli oggetti impiegati, dalle nostre mani! Chi voglia produrre la propria Madre (o anche le proprie Madri!) e abbia la curiosità di farsela analizzare, può spedircene una piccola quantità, dopo avermi avvisato. Molto interessanti sarebbero delle nuove Madri aromatiche e anche molto aromatiche! Per finire, dopo aver ringraziato Valery, e tutti voi per la pazienza dimostrata, mi auguro che questo lungo post sia stato gradito e che, sempre più numerosi, voi possiate abbandonare per sempre il monotono lievito di birra e i prodotti con esso ottenuti. Viva il mondo vegan, viva le Paste Madri vegan.

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Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
  1. bellissimo il taglio scientifico del post, e che cosa interessante la diversa modalità di denominazione tra popoli latini ed anglosassoni, trovo che abbia molto a che fare con la filosofia e la psicologia di queste popolazioni…bravissimo 🙂 🙂

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  2. Ciao enri 🙂 che fascino la pasta madre… Io tutte le volte che la rinfresco e che preparo il pane mi stupisco come una bambina piccola!! Mi stupivo a 14 anni di fronte alla moltiplicazione dei fermenti per lo yogurt e al kefir d’acqua …comunque La mia pasta madre e’ stata preparata con la buccia di mela. E’ sempre all’opera 😉 anche in questo momento! Sto aspettando che faccia lievitare l’impasto della pizza per stasera e so che non mi deludera’ come sempre del resto. A me piacerebbe partecipare ad uno scambio di madri! Perche’ non lo organizziamo!?! Grazie per questo interessantissimo post! Un bacione 🙂

    Federica 🙂

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  3. @ luu, grazie mille, come va la tua pasta madre?
    @ afederica, grazie… sì, facciamo uno scambio di paste madri, con più persone, e lo facciamo seguire da una cenetta come quella di ieri sera, l’apericena di gianna, gianluca & C…. a proposito, perché non eri lì? ho conosciuto una tua connazionale riminese, annalisa, col marito… è stata un’ottima cena… a presto!

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  4. Azz… qui si va sul scientifico di brutto 😉 ehhehe bello!

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  5. Bellissimo e interessantissimo post, grazie Enri!! mi hai fatto venire tanta voglia di provare a fare la pasta madre, un giorni di questi mi sa che mi metto all’opera!! 🙂 quindi, secondo te, va bene se come frutta uso le mele o le pere biologiche che compro al mercato? e come farina posso variare usando farina di farro oppure è sempre opportuno usare quella di grano tenero? 🙂

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  6. Molto interessante Enri! E’ vero che la pasta madre più invecchia e più migliora? Cioè perde acidità e diventa più attiva?
    Sarei curiosa di sapere come è risultata quella che ti ho dato io…

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  7. Che bella spiegazione e che begli esperimenti! Ho solo una domanda. Dopo aver prelevato la quantità di pasta per i primi rinfreschi, il resto come lo utilizzi?

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  8. Grazie Enri…certo che ho gradito il post, è bellissimo e interessantissimo. Mi hai convinto sai? Ci ho provato varie volte a farla la pasta madre, una volta ci sono anche riuscita, ma nel sentirla acida dopo alcune settimane ho pensato che non sono il suo tipo!! (E l’ho buttata) Mi piace la definizione di monotono che hai dato al lievito di birra…confermo che lo è, ma beata l’esistenza altrimenti io cosa avrei fatto?? 😉 La risposta che devi dare ad Anna interessa tanto anche a me anche se ho pensato che comunque si può usare per fare un lievitato anche se non ancora ricca di fermenti e batteri…illuminami! 🙂

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  9. Annalisa???? Forse ho capito, ma non sono sicura…lei ha detto che mi conosce??? Come mai non mi avete invitata??? Ieri sarei anche stata libera… Divorzio dai miei amici!

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  10. Grazie Enrico, che fascino questa pasta Madre!! Non ho mai provato a farla, ma la tua descrizione mi ha talmente incuriosito che sicuramente proverò quanto prima..Qui da me crescono bietole e cicorie selvatiche, tra qualche giorno comincerò la raccolta delle olive, e ho ancora ben Tre pomodori sopravvissuti…tutto rigorosamente “bio”…saranno i primi ospiti della mia Pasta Madre!!
    ti terrò aggiornato!

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  11. affascinantissimo post, grazie! sono una fan della pasta madre e tra l’altro sono preoccupata x la mia che dopo 5 gg di mia assenza (lei era in frigo) sembra un po’ mortina e non mi fa + lievitare bene il pane, ora la sto tenendo fuori frigo e le do in pasto un po’ di farina e acqua ogni giorno, oltre a dirle paroline dolci, spero che si riprenda perchè le sono affezionata e mi spiacerebbe dopo 4 anni separarmene.. secondo me si è offesa perchè me la porto sempre dietro mentre questa volta l’ho lasciata a casa…

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  12. Complimenti 😉 Proprio ciò che desideravo sapere x migliorare la mia “Mamma”!
    Grazie infinite ^__^

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  13. Ciao Enri, sono un’insegnante di cucina e vorrei mettermi in contatto con te in privato, come possiamo fare? Grazie infinite!

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  14. Ciao Enri, complimenti per il vostro lavoro e grazie per aver condiviso con un articolo così semplice eppure così esaustivo. Sono un’insegnante di cucina che si occupa tra le altre cose di divulgare la cultura della pasta madre e di altri fermentati, vorrei mettermi in contatto con te in pvt se possibile! Grazie!

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  15. mamma che post meraviglioso!!! complimenti per gli studi che state facendo sono intereantissimi! teneteci aggiornati!!!!

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  16. @cassiopea, mele e pere vanno benissimo; di solito si usa il frumento tenero (nel mezzogiorno, spesso, quello duro), e poi si usa la pm per lievitare tutto, dolce o salto, farro o altro… ciao!
    @in alcuni casi sì, ma altre volte già da giovane è ottima; le pm contengono anche un po’ di acido acetico, ma talvolta ne hanno troppo; in questo caso puoi procunartene un’altra oppure la puoi preparare tu stessa; ti farò sapere i dettagli, ma mi sembra che la tua era piuttosto acida… a presto!
    @anna, il resto noi lo gettiamo via, semplicemente, e per questo conviene non esagerare con le dosi delle prime fasi… ciao!
    @poly, il lievito di birra non solo è monotono, ma come tutti i funghi acidifica l’organismo umano (non bene per la salute); le pm, anche se sono più acide delle paste fatte col solo lievito di birra, sono MENO acidificanti l’organismo (= meno problemi di salute); infine, l’acido lattico ha azione favorevole per evitare demineralizzazioni varie che invece sembra siano favorite dalle paste con lievito di birra! a presto, ciao!
    @fede, sì ti conosce…credevo che gianluca ti avesse avvisato; gli dirò di farti sapere, la prossima volta; ciao!
    @roberta, interessante, prova per cominciare con un pugno di olive! fai sapere…
    @darmasin, stai facendo bene, ma se non ottieni quanto sperato, fai un’altra pasta e getta via la vecchia, ahahahah! ciao… 🙂
    @simona, grazie, fai sapere…
    @nicotiana, ti contatto alla tua mail, se sei iscritta al blog…altrimenti fai sapere, ciao!
    @valeria, ti contatto al tuo indirizzo… a presto!
    @grazie mille, alessia… 🙂

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  17. @pippi, ho rivisto le analisi della tua pm, e il quadro degli aromi sembra molto interessante anche perché comprende molecole piuttosto rare nelle paste; inoltre la tua pm sembra essere composta da un lievito e due batteri lattici; uno di questi, a forma di sferetta, produce acido lattico e un pochino di acido acetico, ma anche una serie di aromi legati a una molecola che si chiama ‘diacetile’; il nome delle specie microbiche non è stato ancora determinato, e lo spettro aromatico andrà rifatto…ti terremo aggiornata… 🙂

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  18. Complimenti Enri! Un post meraviglioso!!! Anch’io amo la pasta madre, pensa che ne avevo una di trent’anni, che poi, purtroppo, è deceduta! So che era stata preparata un albicocche molto mature, usate come starter. L’ultima mi è stata donata, acidità zero, profumo di mela, fantastica… deceduta anch’essa quest’estate, l’ho dimenticata e sono partita per le ferie! Adesso, visto il tuo post, provo a rifarla, magari metto l’uva, che ne dici? Fammi sapere!!! Non sai quanto ho trovato interessante vedere tutti quei batterini al microscopio! 🙂 🙂 🙂

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  19. ciao carissima rossella! 🙂 che delitto, ammazzare delle paste madri profumate come le tue :-(…d’ora in poi, almeno quelle buone mandacele… aspetto la nuova, inoculata con uva o con quanto preferisci…scegli roba di stagione, mi raccomando…un abbraccio! 🙂

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  20. Enri il tuo post mi esalta!! Cavoli ti verrò a leggere, vediamo se riesco a produrre la mia pm e mandartela… wow! Grazie ancora.

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  21. Ti faccio davvero i complimenti! Ho imparato cose che prima non conoscevo 😛

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  22. Non dirmi così che sono stata male per questi due “decessi”!!! Giuro che la rifaccio e la coccolo ancora di più delle precedenti e poi davvero te la mando! 🙂

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  23. che bello enri, grazie per il post interessantissimo. Approfitto della tua competenza per chiederti un parere. Ho la sensazione che il lievito, anche quello madre, mi disturbi, per questo ho abbandonato dopo qualche prova la pm che mi era stata data. Ma vorrei dargli una seconda chance, magari non col pane….In genere non consumo prodotti industriali, faccio tutto a casa e per i dolci uso il lievito baule volante. E’ possibile sostituire questo lievito per dolci, chimico, con la pm??

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  24. @gala, grazie davvero, troppo gentile!
    @emma, non so risponderti, non può essere che sei intollerante al glutine? se così non fosse, ti posso cercare una pasta madre con soli batteri…il lievito di birra lo tolleri male? fai sapere! cero che puoi sostituire le polverine chimiche, che sono molto pratiche e veloci, con la pasta madre…i dolci sono stupendi… 🙂

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  25. Non ho mai fatto il test. Però evito le scorpacciate di glutine, perchè so che l’epidemia di intolleranza è data dal consumo in eccesso. Le piadine di farro integrale senza lievito non mi disturbano e dovrebbero averlo il glutine, no? Anche i noodles, che sono di grano, o il seitan, non mi disturbano…è possibile che il lievito madre faccia gonfiare lo stomaco di alcuni soggetti sensibili o è da escludere che dipenda dalla pm?

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  26. tutto è possibile, ma ti consiglio di scrivere a valdo vaccaro nel suo blog; lui ti consiglia di ridurre i cibi cotti e di mangiare un sacco di frutta e di verdura crudi; in questo modo il tuo organismo smette di acidificarsi; dopo una cura così, queste intolleranze di solito passano…

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  27. sì, sono già su quella strada. Anche per questo avevo smesso il pane. Per ora la mia specialità è la “pasticceria” fruttariana: 100% frutta fresca, bio e cruda. Grandi soddisfazioni per gli occhi e il palato…nonchè sulla bilancia 😉

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  28. Enri, grazie e grazie e grazie per il tuo post! mi ha rapita!!io la mia madre ce l’ho da 3 anni, mi piacerebbe farla analizzare…fammi sapere se posso e come inviartela.Grazie

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  29. Davvero notevole questo articolo, Enri! Grazie per aver condiviso con tutti noi la tua esperienza 😀

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  30. Solo per dirti che sono passata a rivedere la tua pasta madre alla pycaranta 😀 entusiasmo!

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  31. @tutti, grazie infinite, siete molto carini…

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  32. Caspita che bel lavoro che fai! Interessante scoprire come nasce la pasta madre…
    io da quando ne ho ricevuta un pezzetto in regalo non posso più pensare ad usare altri lieviti chimici…

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  33. Bellissimo articolo! Non sapevo si potesse addirittura fare una tesi di dottorato sulla Pasta Madre!Wow!
    Mi piacerebbe spedirvi un pezzo della mia, magari mi sapete dire com’è e se è un buon lievito.

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  34. Il post più bello che abbia mai letto sulla mitica pasta madre! Complimenti a te e a Valery per l’ottimo ed interessantissimo lavoro 🙂

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  35. Bellissimo questo post, è stato un piacere leggerlo!
    Belle anche le foto, viva la pasta madre! 🙂

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  36. Enri grazie per le informazioni. E’ l’articolo più completo che io abbia mai letto sulla pasta madre.
    Ho un’altra domanda. Ho provato più volte a farla, all’inizio tutto ok sia dal punto di vista della lievitazione sia dal punto di vista del gusto, poi sebbene pani, pizze e dolci vari lievitino benissimo il sapore resta molto acido. Esiste un modo per “salvare” la pasta madre che diventa troppo acida o bisogna irrimediabilmente gettare tutto?

    Reply
  37. Enri grazie per le informazioni. E’ l’articolo più completo che io abbia mai letto sulla pasta madre.
    Ho un’altra domanda. Ho provato più volte a farla, all’inizio tutto ok sia dal punto di vista della lievitazione sia dal punto di vista del gusto, poi sebbene pani, pizze e dolci vari lievitino benissimo il sapore resta molto acido. Esiste un modo per “salvare” la pasta madre che diventa troppo acida bilanciando di nuovo gli ingredienti, abbassando quindi il grado di acidità o bisogna irrimediabilmente gettare tutto e ricominciare? Grazie

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  38. @ Enri
    splendido post molto interessante e istruttivo
    Ho usato la PM per un po di tempo partendo da un pezzo che mi fu donato poi ho smesso perchè da sola non riuscivo a smaltire tutto ciò che producevo.( e sono ingrassata…mangiavo solo pane e dolci!!! )
    Mi è capitato di avere pasta troppo acida e per non buttarla la si immerge in acqua appena tiepida per10/15 minuti. Se non basta ad “ammazzare” la sua acidità si ripete l’operazione… pensi che il procedimento sia alimentarmente corretto?

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  39. Ho un’altra domanda: perchè è necessario togliere una parte dell’impasto? Non si può aggiungere acqua e farina alla totalità della pasta?

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  40. @anna, grazie; se si impiega una pm che genera paste troppo acide per i propri gusti, la cosa migliore è cambiarla con una non così acidificante; quella che io uso, ad esempio, è così; la si può chiedere a qualcuno o ci si può dedicare per metterne a punto una che sia gradevole per il proprio gusto; lo si toglie perché tanto quello lì non lo userai, serve solo per far progredire la selezione dei microrganismi…quindi basteranno solo poche cucchiaiate (= miliardi e miliardi di microbi!!!) per inoculare l’impasto successivo.
    giulia, grazie anche a te; il procedimento credo possa funzionare, ma anche a te consiglio, se hai una pm troppo acida, cambiala…

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  41. Mooooolto interessante questo articolo! 🙂 è da un po’ che vorrei provare a farla… 🙂 Senti ma se dall’impasto iniziale prelevi un tot e da questo tot prelevi un altro tot ecc ecc… con quello che avanzi che fai? Cioè, il restante impasto iniziale, il resto dell’impasto rinfrescato la 1^ volta, il resto dell’impasto rinfrescato la 2^ voltal, ecc ecc? Spero di aver formulato abbastaza bene la domanda. 🙂

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  42. Rispondo io solo per dire che della tua domanda non ho capito niente! Provo a spiegare come faccio io: mettiamo che hai 100 grammi di pasta madre e la rinfreschi con altrettanta farina; otterrai oltre 200 grammi di pasta madre rinfrescata; 100 la userai per fare il pane, 100 la metterai via nel barattolo per il prossimo rinfresco; se te ne avanza ancora ci puoi fare delle piadine, dei muffins …. mi sono spiegata? Ciao Callaudia

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  43. Complimenti! Complimenti enri Che bel post!!!!!!
    adoro la pasta madre , la mia e’ in frigo, regalata da una cara amica un bel po di tempo fa ! Uno dei piu bei regali ricevuti…
    @ callaudia se ti puo aiutare io la uso molto semplicemente cosi, la sera prima di fare il pane la tiro fuori dal frigo e la rinfresco con un po di acqua e farina( quella che voglio usare per il pane) poi quando voglio impastare la peso e da li faccio la proporzione con la quantita di farina da usare , appena impastato ne stacco un pezzo e lo rimetto nel contenitore in frigo… E a volte passa anche un mese che non faccio il pane ( perche non mai tempo) ma lei e’ li la rinfresco e si riparte…
    Non so se sbaglio, ma nn guardo molto allle dosi per i rinfreschi, forse sbaglio ma vedo che funziona a volte anche troppo… Per cui metto il pane a lievitare in frogo per rallentarne il processo…

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  44. Scusate per il ritardo!!! Non mi sono fatta notificare i commenti a questo post e me ne sono proprio scordata! 😛 Grazie a Pippi e a Fanta per le risposte, ammetto di aver formulato la domanda malissimo! Ora che la rileggo poi… non mi capisco più nemmeno io! XD comunque credevo che bisognasse rinfrescare solo la dose che serve (per esempio per il pane), invece ora ho capito che quando bisogna utilizzare la pasta madre, anche se non la si usa tutta tutta si rinfresca comunque per intero e poi si preleva quello che serve, giusto? Grazie ancora!!! 😀

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  45. Ciao a tutti
    Sono una nuova iscritta, da tempo che seguo il blog
    Volevo iniziare ad utilizzare la Pasta Madre, o Lievito Madre, la mia prima volta, però anziché cominciare da zero, se ci fosse qualcuno/a così gentile da donarmene un pezzetto, gliene sarei grata, e anche lusingata.
    So che è una cosa molto soggettiva e personale la riuscita del composto colloso, e so anche che la mia non è una richiesta facile, ma nel caso qualcuno, anche lo stesso chef della ricetta, volesse farmi questa grande cortesia, mi contatti per uno scambio etico di idee e pensieri.

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  46. Ciao VegValeFree, io abito a Mantova e se anche tu sei di questi paraggi ti dono un po’ della mia mooooolto volentieri!!!
    In ogni caso esiste un sito apposito dove c’è una cartina aggiornata di tutti gli spacciatori di Pasta Madre Italiani ed Europei, puoi trovare lo spacciatore più vicino a te! Eccoti il link, buona panificazione

    http://pastamadre.blogspot.it/p/spacciatori-di-pasta-madre.html

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