Curcumini al pesto di piantaggine

Questo piatto ce l’ho in testa da un po’ di giorni. Oggi è una bellissima giornata di sole, e allora stamattina ho preso il mio bastone di salice e mi sono incamminato nel boschetto vicino casa alla ricerca di piantaggine. E’ una pianta spontanea comunissima, ed ha tantissime proprietà. Ho raccolto solo le foglioline più piccole e tenere e, riempito un sacchettino, me ne sono tornato a casa, anche perchè faceva caldissimo. Lungo il sentiero ho raccolto anche un po’ di aglio selvatico, l’allium ursinum, dal sapore più delicato rispetto all’aglio classico e, soprattutto, gratuito. Tornato a casa mi sono messo all’opera, e questo è quello che mi è uscito.
Ingredienti:

300 g di semola di grano duro
150 g di acqua
2 cucchiai di polvere di curcuma
60 g di foglie di piantaggine
20 g di mandorle non decorticate
2 bulbi di aglio selvatico
olio evo qb
sale grosso qb

Procedimento:
Portiamo a ebollzione 150 g di acqua. Appena bolle, aggiungiamo 2 cucchiai di polvere di curcuma e la semola setacciata, togliamo dal fuoco e impastiamo bene e velocemente, prima con un cucchiaio di legno e poi con le mani. Otteniamo una palla bella liscia che andiamo a riporre sotto una ciotola di ceramica o di vetro per 15 minuti. Togliamo gli steli dalle foglie di piantaggine, sciacquiamole e tagliuzziamole anche grossolanamente. Facciamole bollire per 10 minuti, dopo di che togliamole con una schiumarola e mettiamole in uno scolapasta (possibilmente non di plastica) che andremo a riporre sulla pentola stessa, facendo in modo che sgocciolino. L’acqua di cottura ci servirà per la pasta. Passiamo così al nostro pesto. Secondo la ricetta classica, iniziamo dall’aglio (2 bulbi) e lo frantumiamo in un mortaio. Aggiungiamo il sale grosso (quantità a piacere) e frantumiamo anche questo. Ora la piantaggine dovrebbe essersi un po’ raffreddata: strizziamola con le mani nella pentola dove l’abbiamo fatta bollire e mettiamola poco alla volta nel mortaio, e continuiamo a pestare facendo roteare il pestello, cercando di spappolarla il più possibile. Poi aggiungiamo le mandorle e pestiamo ancora. Spezzarle in 2 ci aiuterà a frantumarle meglio nel mortaio. Infine aggiungiamo l’olio evo, in quantità a piacere, ma quanto basta per rendere il pesto abbastanza cremoso.
Torniamo alla pasta: prendiamo la palla, su una tavola di legno ricaviamone dei serpentelli di circa 1 cm di diametro, tagliamolo in tocchetti lunghi quanto indice e medio vicini e pressiamo ogni tocchetto tirandolo verso di noi finchè non si ribalta su se stesso. Il procedimento è simile a quello dei cavatelli o degli strascinati. Otteniamo così la nostra pasta, che ho voluto chiamare curcumini in onore alla curcuma, una spezia ricchissima di proprietà benefiche. Riponiamo i nostri curcumini su un vassoio infarinato e copriamo con un telo. Mettiamo a bollire l’acqua dove abbiamo bollito la piantaggine (se non dovesse bastare aggiungiamone un po’), saliamo con sale grosso e caliamo i curcumini. Dopo 8 minuti scoliamoli, rimettiamoli nella pentola e, a fiamma spenta, aggiungiamo il pesto e mescoliamo bene e velocemente. Impiattiamo e decoriamo con qualche mandorla pestata. E buon appetito!

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Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
  1. Mi hai dato un’informazione preziosissima! Su internet ho cercato la foto e abitando in campagna ho capito che è una pianta molto diffusa! Non sapevo che si potesse mangiare! Quindi hai cucinato solo le foglie?

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  2. Buonissimi!! poi capitano proprio a fagiolo questi curcumini perchè ho a casa della farina di semola in scadenza!! ma le dosi che hai messo per quante persone sono? 🙂 non conoscevo la piantaggine…interessante! come pure l’aglio selvatico!! ma come faccio a riconoscerlo? 🙂

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  3. Ti volevo chiedere un’altra cosa riguardo il procedimento della pasta fatta in casa. Io mescolo sempre la farina e l’acqua a freddo senza bollirla… con il tuo metodo vine un impasto migliore?

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  4. Grazie a tutti!!!

    @Gala: si solo le foglie, ma volendo, delle foglie più tenere si possono usare anche gli steli

    @Cassiopea: la ricetta è per 2 persone. L’aglio selvatico si riconosce perchè fortunatamente la foglia è alta, lunga, a ricciolo e tipica delle liliacee, quindi olivastra e tubolare come quella delle cipolle, anche se più sottile. E poi annusa, l’odore è inconfondibile anche se molto più delicato dell’aglio consueto 🙂

    @Gala: di solito anche io non la faccio bollire, anche se uso comunque acqua caldo/tiepida. Mi hanno suggerito che per amalgamare meglio la curcuma era meglio bollirla un po’. Infatti l’impasto,anche se un po’ difficile da lavorare, è riuscito bene 🙂

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  5. Ma che delizia!!! E poi il colore è spettacolare! Complimenti!

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  6. Che bei colori in questa ricetta. Direi che è proprio un primo delizioso.

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  7. Ma che bella ricetta, mi piacciono molto le erbette di campo. Questa mi mancava. Dalle nostre parti si raccoglie il “prebuggiun” con cui si fanno i pansoti in salsa di noci (prima o poi pubblicherò la ricetta).
    Stasera se ho tempo faccio un salto nelle fasce per vedere se c’è anche da me la piantaggine sono curiosa di provarne il sapore, dici che se la aggiungo per aromatizzare il riso tai con zucchine e salsa di anacardi di stasera potrebbe funzionare ?

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  8. Li voglio! Complimenti Vittorio, sembrano davvero fantastici

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  9. la mia amata curcuma nell’impasto della pasta..che meraviglia!!!!!!!

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  10. adoro la curcuma e poi,tanto di cappello che hai fatto il pesto nel mortaio (io tutta quella pazienza non ce l’ho)!davvero una ricetta interessante

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  11. la curcuma l’avevo già messa ovunque compreso nei dolci, ma questo impasto mi giunge nuovo e mi ispira parecchissimo! che meraviglia andarsene a caccia di erbette offerte dalla natura.. io in questi giorni sono in campagna e stamattina nei boschi ho fatto una ricca colazione con le fragoline di bosco, spettacolo…

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  12. Ah però, hai preparato tutto in casa: pasta, pesto, “veg-parmigiano” (ovvero le mandorle :-P)…congratulazioni per la pazienza! Un piatto decisamente ricercato 😉
    Io non saprei proprio dove trovare né come riconoscere le piante che citi…

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  13. Grazie dei commenti!

    @Olivotta: direi che ci sta benissimo, anzi io la sostituirei proprio alle zucchine…solo piantaggine e anacardi…è gustosissimo lo stesso! 🙂

    @Valentina C: la pazienza viene ricompensata dalla soddisfazione!

    @FlowerPower: la piantaggine è facilissima da riconoscere, se cerchi qualche foto su Google noterai che è inconfondibile, e cresce ovunque!
    L’aglio selvatico è anche facile da riconoscere ma è più raro e anche difficile da distinguere in mezzo alla folta vegetazione, ti aiuta il ricciolo, ma se lo vedi non avrai dubbi che è lui, anche aiutandoti con l’odore e il sapore

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  14. Oggi ho cucinato la piantaggine ma è molto amara! A me non dispiace perchè mangio anche le olive mature colte dall’albero che sono amarissime! Penso che comunque dipenda dal fatto che non sono riuscita a trovare piante giovani… le foglie erano enormi!!

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  15. Che piatto delizioso, poi tutto fatto a mano…complimenti!

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  16. @Gala: si, infatti, conviene raccogliere le foglioline più piccole se non si vuol sentire il gusto amarognolo

    @Aliing87: grazie! 🙂

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  17. Conoscevo solo le proprietà curative della piantaggine tramandate da mia nonna,io l’ho usata cruda ben lavata e passata nel mortaio, poi si applica sopra i flemmoni o le verruche,( fastidiosissimi entrambi)per più giorni coperte con garze sterili , e pian piano in 5 6 giorni la verruca esce fino alla piu sottile radice, provar x credere, son guarita da un flemmone senza l’uso del bisturi :))))

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