Cena nordica 1

La cucina nordica sta vivendo un periodo di rinnovamento senza pari, all’insegna del ritorno alle origini ed agli ingredienti a km zero, come bacche, erbe spontanee ed altri prodotti strettamente legati al territorio. Questo mix di concettualizzazione ed estrema naturalità mi ha molto affascinato, così ho deciso di provare a mettere insieme un menù, questa è la prima parte. Come apertura abbiamo il cavolfiore al pino e quindi una bella crema di radici amare e funghi.

Ingredienti per il cavolfiore al pino:
1 cavolfiore (freschissimo)
2 cucchiai di pinoli
1 spruzzata di aceto di mele
olio evo
sale, pepe qb
1 piccolissimo rametto di pino fresco

Ingredienti per la crema di radici amare e funghi:
1/2 radice amara
3 patate
1 tazza di funghi freschi o surgelati
1 cipollotto fresco
1 spicchio di aglio
olio evo
sale, pepe qb

Procedimento per il cavolfiore al pino:
Per prima cosa preparate il condimento, lavando, tritando e quindi pestando finemente in un mortaio un paio di aghi di pino, aggiungendo quindi i pinoli e creando una pastina che metterete in 1 ciotolina con l’olio, l’aceto e il pepe. A parte, affettate con una mandolina il cavolfiore ben lavato, volendo salatelo leggermente (ma è buonissimo anche senza sale) e poi cospargetelo con la salsina al pino. Decorate con qualche pinolo intero. Naturalmente potete preparare in anticipo la salsina, che sarà così ancora più saporita.

Procedimento per la crema di radici amare e funghi:
Lavate e grattate la radice amara poi cuocetela al vapore con le patate sbucciate. Nel frattempo mettete in una padella 1 filo d’olio, l’aglio ed i funghi (potete usare gli champignons freschi, io ho trovato solo degli ovuli surgelati, peraltro ottimi). Aggiustate di sale e pepe poi frullate i funghi cotti (e relativo olio profumato) con i tuberi, usando l’acqua di cottura degli stessi per diluire leggermente la crema (che deve comunque rimanere piuttosto densa). Le radici amare tendono ad avere una parte fibrosa che la frullatura non elimina completamente, se disponete di un passa-verdura questo è il momento di usarlo… :). Regolate di sale e tritate finemente il cipollotto, poi mettetene un po’ in ogni porzione.

Il punto:
Per essere ancora più fedeli ai sapori della nouvelle cuisine danese, potete sostituire l’olio evo con quello di colza, come fanno loro. Io non me la sono sentita, perché l’olio di colza contiene un’alta concentrazione di acido erucico, che è fortemente tossico per l’organismo umano (la legge ne ammette una percentuale massima del 5% nei grassi alimentari). Per ovviare a questo problema è stata creata una colza OGM con cui si produce l’olio di canola, che contiene effettivamente meno acido erucico ma che è transgenica (e qui male mi sento… 🙂 ). Ho fatto anche una versione cotta della ricetta del cavolfiore al pino, in questo caso ho messo gli aghi di pino tagliuzzati nell’acqua di cottura del cavolfiore. Enri dice che non era niente male… 🙂

To be continued.

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Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
  1. Aghi di pino, radici? Interessantissimo questo post..non avevo idea che si potesserò cucinare gli aghi di pino e le radici?Che radici sono? Sei una fonte di ispirazione…aspetto di vedere il resto. Grazie!

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  2. caspita gli aghi di pino! 😀
    ma che cosa interessante!!! complimenti!

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  3. @Romina: le radici si trovano al supermercato o al mercato, sono delle specie di carote molto lunghe e bianche, sono dette anche radici scorzabianca…di solito si mangiano bollite e condite con olio e limone (vedi ricetta di Pippi http://www.veganblog.it/2010/02/06/radici-amare-al-limone/ )
    un abbraccio!
    @Mirtilla: ogni tanto bisogna cambiare sapori… 🙂

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  4. Ciao,Luu!Complimentoni per tutto:ricette,foto e spirito di semplicità e naturalità!Anch’io ho parecchi libri sulle erbe spontanee.Daccordissima con te sul’olio di colza.Anche se trovavo prodotto certificato “vegan” ma con l’olio di colza non lo compravo!Interessante uso di aghi di pino per profumare(in erboristeria consiglia il decotto antiscorbuto ricchissimo di vit.C).Mi rispondi per favore anche su “bento box alla melanzana”:).Grazie!A presto!

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  5. uh come mi piaci luu 😀 sono entusiasta!!! 😀

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  6. Questa ricetta è davvero affascinante e ricca di personalità. Evviva il Nord, evviva la riscoperta degli ingredienti a Km 0!!!

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  7. ma sai che ultimamente girando sul web vedo che diversi chef usano l’olio di colza,e proprio ieri mi chiedevo…ma non farà male?bene,mi hai risposto tu.volevo sapere una cosa,ma gli aghi di pino vanno bene qualsiasi?nel senso,davanti a casa sono piena di pini,ma con l’inquinamento come la mettiamo?no,perchè se mi dici di andare tranquilla,stasera vado a raccogliere e faccio questa salsa stupenda.

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  8. @Valentina C: ma che bello è avere i pini davanti a casa??? 🙂 🙂 in effetti l’ideale sarebbe di prendere gli aghi da alberi lontano dal traffico, ma si parla di pochissima roba…se la lavi molto bene…prova, dai! e fammi sapere 🙂 🙂

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  9. Davvero golosissimo!!!! =)

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  10. accipicchia! grazie Big Mum…! sabato ti faccio assaggiare un paio di portate… 🙂 🙂

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  11. Intrigante la salsina di aghi di pino..pensa che io davanti casa ho una bella..pineta!! quindi pini e pinoli a go-go 😉
    quanto all’olio di colza..non l’avevo mai sentito..però mi meraviglio che, sapendo che è tossico, ci sia chi continua a consumarlo! a questo punto, me ne terrò alla larga 😉

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  12. che belle le tue cene etniche!! ho scoperto le radici amare da pochissimo ma mi piacciono già, trovo che ricordino vagamente i carciofi senza lo sbattimento delle spine, questa vellutata è da provare..

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  13. Cassie, ma come fai a raccogliere i pinoli? Io ancora non ho capito come si fa 🙁 ..ho tantissime pini davanti casa, ma le pigne cadute non ne contengono, mi puoi aiutare?

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  14. Romina: in genere, i pinoli escono da soli dalle pigne con la caduta e li trovi sparsi sul marciapiede/viale al di sotto del pino! qui ce ne sono davvero tanti..l’unica ‘rottura’ è poi sgusciarli a casa…io li martello finchè non si aprono 😀

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  15. Anche noi ci divertiamo ad andare a caccia di pinoli…ma è una dura lotta con gli uccelli furbacchioni! 😉
    @Romina: se le pigne sono vuote, si vede che sono cadute da un po’ e che è passato qualcuno prima di te! 🙂 Oppure le pigne che trovi tu non sono né di pino pinea (di cui le Marche sono ricche, così come tutta la zona mediterranea. E’ un pino dalla chioma larga e non a punta, per intenderci) né di pino cembro (altro tipo di pino diffuso per lo più al nord dell’Italia). Non tutte le conifere fanno i pinoli! Questi piccoli semi sono nascosti fra le “scaglie” della pigna, che vanno aperte per estrarli. Sono contenuti in un piccolo guscio legnoso che si apre facilmente anche schiacciandolo con un sasso. Spero di esserti stata di qualche aiuto…

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  16. bellissimi, luu…e, per quelli che ho assaggiato… buonissimi!! brava davvero, con le tue fascinazioni nordiche! 🙂
    @romina, non tutti i pini producono pinoli commestibili; il più diffuso dalle nostre parti è il pino domestico (pinus pinea) detto anche ‘pino da pinoli’, appunto; le pigne di questo pino sono in genere rotondeggianti (come quelle del pinus pineaster, non adatto per i pinoli), e non coniche, allungate od ovali, come in altre specie di pinus 🙂

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  17. Ma pensa che fantasia! Cene nordiche, ma quando le hai pensate? Ahahaha, troppo belle!!! Quando parli di radici intendi il daikon? L’ho comperato proprio oggi, no perché stasera me la preparo, è troppo “giusta”!!! 🙂 🙂

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  18. spettacolare!!!! non vedo l’ora di vedere i seguiti!!! questa me la segno! che buona combinazione di sapori!!

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  19. @Romina: i pinoli sono un vero e prprio integratore alimentare, consigliato a chi si sottopone ad ore snervanti di studio o a grandi stress fisici dovuti ad attività sportive, inoltre sono noti fin dai tempi dei romani come afrodisiaci…vedi di trovarli, Romi!!!! 🙂 🙂 🙂

    @rossella: ciao! no, il daikon è un ravanello gigante, queste sono più sottili, sembrano delle carote giganti bianche… 🙂

    @tutti: grazie 🙂 🙂

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  20. Ah sì ho capito quali sono, le avevo comperate una volta dai contadini, sono amarissime!!! Mi ricordo che mio marito me le voleva tirare dietro tutte quante, ahahahah!!! Niente cremina allora stasera, uff!

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  21. Non avevo mai sentito prima che gli aghi di pino fossero commestibili e addirittura caratteristici di determinati piatti… Quante cose si imparano qui su VeganBlog! La radice amara invece l’ho vista parecchie volte al supermercato, ma non l’ho mai provata (anche per un briciolo di repulsione data proprio dal concetto di “amaro” :mrgreen:); domanda banale: che sapore ha??? I pinoli li adoro, oltretutto come hai sottolineato tu sono ricchi di proprietà, ma trovo semplicemente assurdo che un prodotto di così facile reperibilità sul nostro territorio venga venduto a prezzi ESORBITANTI!
    La cucina nordica posso dire di non conoscerla, eppure mi incuriosisce ed affascina allo stesso tempo…ma per caso sei di ritorno dalla Danimarca? Ma quanto viaggi ;-)!?! Racconta, racconta!
    P.S. riguardo l’olio di colza, ho letto giustappunto ieri che è molto nocivo per la salute umana…e pensare che potrebbe essere utilizzato come bio-carburante!!! Il mondo va proprio tutto al contrario 🙁
    Va be’, scusa, stasera sono un po’ in vena polemica 😆

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  22. @rossella: il sapore amaro, per la medicina cinese fa bene al cuore, mentre per l’erboristeria fa bene al fegato…in tutti i casi è bene mangiarne ogni tanto 🙂 il trucco è di metterne poche insieme a tante patate, che stemperano…prova! 🙂

    @FlowerPower: la radice amara è…amarognola! 🙂 e concordo con te sul costo esorbitante dei pinoli 🙁 bisognerebbe andare a raccoglierseli… no, non sono mai andata in scandinavia, e mi manca un po’…ma RyanAir ha delle tariffe scontatissime e prima o poi un WE ci scappa…! un abbraccio 🙂

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  23. p.s.: nelle automobili diesel, aggiungendo l’olio di colza al gasolio in percentuali dal 30 al 70%, il motore funziona e la fumosità diminuisce. C’è una leggera perdita di prestazioni, ma viene compensata dal risparmio economico: per una percorrenza di 20.000 km si riduce da 1.356 euro (solo gasolio) a 1.102 euro (30% gasolio – 70% colza) anche per effetto dell’evasione delle accise. Attenzione! questa evasione è
    da sei a tre mesi e multa del doppio dell’imposta evasa non inferiore in ogni caso a 7.500 euro.

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  24. ops! dicevo, che questa evasione delle accise sul carburante è illegale e viene punita con una pena da da sei a tre mesi ed una multa del doppio dell’imposta evasa (non inferiore in ogni caso a 7.500 euro)… 🙂

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  25. ops! dicevo che questa evasione ILLEGALE e viene punita con una pena da sei a tre mesi ed una multa del doppio dell’imposta evasa (non inferiore in ogni caso a 7.500 euro)… 🙂 🙂

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  26. Grazie delle risposte..ma i pini che trovo io anche se appena caduti non hanno nulla all’interno..sarà il pino sbagliato 🙁

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  27. Volevo dire le pigne dei pini che sono qui… 😀

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  28. Eh, lo so, putroppo 🙁 Infatti è per questo che non ci ho mai provato…però trovo ingiusto che le compagnie petrolifere continuino in questo modo ad esercitare quello che, a tutti gli effetti, è un monopolio! Obbligandoci così non solo a non avere di fatto possibilità di scelta in fatto di carburanti, ma anche e soprattutto ad INQUINARE!!!

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  29. volevo dirvi che da ora in poi non farò più a meno degli aghi di pino *_* ho provato a prenderne un ramettino e penso sia un aroma buonissimo! fresco e dolce, li ho frullati anche insieme ai semi di girasole, grazie Luu per l’ispirazione 🙂

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  30. amore a prima vista <3

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  31. Il cavolfiore non so mai come prepararlo, confesso che non ne amo il sapore. Ho appena preparato il tuo carpaccio crudo per pranzo, con gli ingredienti che avevo a dispozione (il rametto di pino è diventato rosmarino e l’aceto di mele succo di limone). Il risultato è meno rivoluzionario dell’originale sicuramente resta comunque davvero interessante e ben riuscito il matrimonio di sapori.

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