Eleonora’s “Cheese”cake

Niente girasole stavolta, mi sembrava di rasentare il ridicolo portandomelo dietro in studio. Trattasi difatti della torta che ho portato in studio per festeggiare il mio compleanno (che in realtaà era ieri).

Ho passato l’ultima settimana in preda invasata da sperimentazione folle, somministrado alla dolce metà praticamente un “cheese”cake ogni due giorni perchè non riuscivo mai ad ottenere quello che volevo. Ho iniziato cuocendoli nel forno ma il risultato era che il tofu alla fine si trasformava in una “frittatina” spugnosa che era proprio l’effetto che non volevo. Ma alla fine ho ottenuto la consistenza giusta, anche se non gli avrebbe fatto male essere appena appena più soda. I colleghi hanno gradito, se non mi sbrigavo a fare le foto non avrei postato nulla stasera!

Ingredienti per la base:
300 gr di biscotti vegan
olio di semi bio (non avevo il burro di soia perchè non lo compro mai, mai nemmeno assaggiato ma forse sarebbe stato meglio)

Ingredianti per la farcitura:
700 gr di tofu silken ma firm
350 gr di sheese (credo che si trovi anche in Italia ma è molto più caro)
5 cucchiai di lievito alimentare
50 gr di zucchero (non volevo farlo troppo dolce)
1 cucchiaino di essenza di vaniglia
2 cucchiai di succo di limone
1/2 cup di latte di soia
3 cucchiaini di agar agar in polvere

Ingredienti per la copertura:
marmellata di pesche (quanto volete)
150 gr di yogurt di soia bianco
3 cucchiai di cocco essiccato (o anche no) grattugiato

Procedimento:
Tritare i biscotti con il frullatore e amalgamarli con la sostanza oleosa che più vi aggrada (basta che sia vegan e commestibile). Schiacciateli sul fondo di una teglia con cerniera e mettete nel forno già caldo a 200°C per 7/8 minuti. Nel frattempo frullate tutti gli ingredienti per la farcitura ad eccezione dell’agar agar e del latte di soia. Una volta frullati ben bene metteteli da parte. In un pentolino sciogliete l’agar agar con il latte di soia e mescolando continuamente portate a ebollizione. Tenete ancora sul fuoco per alcuni secondi e rovesciate il tutto istantaneamente nella terrina dove ci sono gli altri ingredienti. E’ fondamentale una terza mano che munita di minipimer frulla il tutto all’istante.  Versate la cremina sulla base di biscotti e dimenticatevela in frigo per un paio d’ore. A questo punto la base è abbastanza neutra, potete completarla come volete. Io ho sciolto la marmellata nello yogurt di soia in un pentolino a fuoco lento e quando si era ben amalgamata l’ho rovesciata sulla torta. Ho fatto freddare e ho guarnito con le pesche a fettine e il cocco. Ora, io non sono particolarmente portata per i dolci anche perchè di base non sono il cibo che più mi aggrada, ma questa era proprio buona! Non so nemmeno se i colleghi (che sanno delle mie convinzioni alimentari) si siano posti il problema della veganicità o meno! Diciamo che era abbastanza cremosa e “grassa” per incontrare i loro gusti… Comunque, questa è una foto oribbbbile di una fetta che sono riuscita a carpire in studio prima che le cavallette spazzolassero via tutto:
Dicevo, alla fine ho ottenuto la consistenza che volevo, lo sheese è fondamentale ma mi sto attrezzando per carpirne i segreti e provare a riprodurre qualcosa che lontanamente gli assomigli. Superata la prova colleghi il prossimo fine settimana mi aspetta una prova ancora più ardua: il quadruplice compleanno mio-della mia metà-di mia sorella-del ragazzo di mia sorella, tutti nati tra il 4 e il 23 di giugno. Spero di fare foto più decenti in quell’occasione, comunque sicuramente vario la frutta. Una versione che ho fatto era a base di zucca (sì, lo so, ma ero troppo curiosa) ed era buonissima :-)! A presto e con ritardo imbarazzante dò il benvenuto anche a tutti i nuovi chefs!

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Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog

Pubblicato da EleonoraNW3

ciao, sono eleonora, classe '78, architetto, londinese di adozione e senese di origine. sono a londra dal 2007. vegeteriana lo sono quasi sempre stata, e credo di essere diventata vegana, oltre che per scelta etica, come reazione salutistica al junk food da cui mi sono vista circondata praticamente appena atterrata a stansted...in questi due anni ho avuto modo di sperimentare e approfondire le potenzialità di una grande varietà di alimenti, che in italia non conoscevo; e ho anche la fortuna, devo dire, di trovare moltissimi prodotti (giappo-indio-mediorientali-etnici, organic, fairtrade, cruelty free,...) quasi sotto casa. la cucina per me è come l'architettura: c'è una struttura di base, c'è dell'inventiva, a volte c'è il genio; c'è l'uso di un materiale in modo non "ortodosso", c'è il tradizionale accostato all' inusuale, che rafforza la percezione di entrambi; c'è il particolare azzeccato, che non ti saresti aspettato ma senza il quale il "prodotto" finale non sarebbe lo stesso. nel tempo libero (pochissimo ahimè!) amo leggere, viaggiare, nuotare, camminare senza meta. amo descrivermi con gli ultimi versi di Ulisse di Saba: "me al largo sospinge ancora il non domato spirito, e della vita il doloroso amore"