Brodo di giuggiole

E’ anche una metafora per indicare il massimo della felicita’  ” Andare in brodo di giuggiole”.
Ricetta estrapolata fra le tante esistenti, non e’ un lavoro facile, ma vedremo fra un po’ il risultato.

Ingredienti per 2 vasetti, ca. 600 g. finiti:
Giuggiole mature 600 g.
Zucchero 400 g. ( ho usato un brown)
Mele cotogne 2
Uva moscato 400 g.
Vino rosso 250 ml. ( ho usato il Raboso che avevo in casa,  ma va bene anche Cabernet o Merlot)
Buccia grattugiata di 1 limone
Acqua 600 g.
Tempo e pazienza abbondanti.

Procedimento:
Faccio appassire le giuggiole dapprima lavate ed asciugate per 3 giorni.

Peso la stessa quantita’ di  acqua, lo zucchero  e pongo il tutto in una pentola di adeguata capacita’, aggiungendo l’uva lavata e diraspata:.

Faccio bollire per 2 ore e mezza.
Netto, sbuccio ed affetto fini due mele cotogne

che aggiungo al preparato assieme ail vino.
Riporto a bollore e cuocio per un’altra ora finche’ il tutto  sia sfatto.
Passo dapprima al mulinetto

Poi al passino fine ed ottengo uno sciroppo denso che rimetto in pentola a fuoco medio, aggiungo la buccia di limone e faccio andare fino a consistenza filante.
Invaso in contenitori di vetro sterilizzati che chiudo e tengo capovolti fino a raffreddamento avvenuto.
Conserv0 al fresco ed al buio per almeno 2 settimane.
Note:
Il giuggiolo (Ziziphus zizyphus), e’ uno dei cosiddetti ” frutti dimenticati”, mentre qui sui Colli Euganei, specificatamente ad Arqua’ Petrarca, fanno parte della tradizione locale.
Ci sono diversi tipi di brodo di giuggiole, un liquore, una marmellata, e questa versione semiliquida, ma che hanno tutti gli stessi ingredienti, ovviamente per ottenere il liquore va aggiunto alcool.

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Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
  1. Ho visto solo una volta le giuggiole, all’inizio non sapevo neanche cosa fossero!!! sarebbe davvero meraviglioso riuscir a riprodurre questa preparazione, ottima!!! originale!!! Complimenti, è bello far conoscere frutti e ortaggi ormai sconosciuti

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  2. NOOOOOOO ma è troppo bello!!! Ma allora esiste davvero 🙂 era una di quelle cose a metà tra realtà e fantasia! Bravissimo, lo sai che queste cose mi intrigano…

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  3. Bellssimo! Pensa che la prima volta che ho assaggiato le giuggiole ero molto più a sud! E’ stato due anni fa….in Sicilia! Il frutto è presente in una storia popolare siciliane la “bell’Angiola”. Buonossime 🙂

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  4. Anch’io ho in casa una bottigklia di “brodo di giuggiole” molto alcoolica che tengo nel congelatore e con cui meraviglioi miei spiti!!! E’ una cosa ompletamente liquida e non come questa di Micillo…
    Assaggiandola si capisce perchè è nato questo modo di dire… Sembra uno sciroppo di rose!
    🙂

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  5. è vero quì nel padovano, le giuggiole non sono affatto dimenticate, ad Arquà Petrarca c’è addirittura una sagra se non erro.
    A me piacciono anche da sgranocchiare talquali 🙂

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  6. dalle mie parti chiunque ha un albero di giuggiole (noi le chiamiamo “zinzole”)! io le ho sempre mangiate fin da quando ero una cucciola.. però non ci sono preparazioni a base di giuggiole..no marmellate o affini, no liquori…che strano!!
    grande micillo come al solito! un caro saluto ^__^

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  7. Non conosco le giuggiole ma m’ispira molto questo brodo… 🙂

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  8. MMmmm, ma quindi son buone anche da sole? Fresche?
    Sto per comprare la pianta 😀

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  9. Questa meraviglia goduriosa mi piaerebbe proprio assaggiarla 🙂 In sicilia credo sia il frutto che chiamano inzinzuli 🙂 E se sono quelli li ho assaggiati alcuni anni fa 🙂

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  10. Due anni fa ero in visita ai colli Euganei e son capitata ad Arqua Petrarca proprio in uno dei tre weekend in cui si celebravani i frutti locali…..il paese?….ci andrei ad abitare oggi. La sagra?…a dir poco deliziosa, in tutte le viuzze e davanti ad ogni cancello i proprietari della casa vendono i loro prodotti, fra cui il “brodo di giuggiole” e la sua marmellata che mi ha estasiato e mi ero ripromessa di farla appena era stagione….son passati 2 anni e ancora non mi son decisa.
    Non mi dire che tu Micillo abiti in quel confetto di paese che tanto ci ha fatto sognare??
    Se non erro ancora per questo weekend c’è il mercatino delle prelibatezza locali?
    Comprai pure una bellissima collana di fichi secchi.
    Dicci il seguito del tuo “brodo” di giuggiole!
    Grazie
    Mo’

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  11. si infatti, vogliamo sapere anche tutte le altre prelibatezze che menzioni con le giuggiole!!!!! 🙂
    che spettacolo!

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  12. 😀 Carinissimo il titolo, Micillo !!!

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  13. Ciao a tutti!
    Che buone che sono le giuggiole. Qui da noi, nel veronese, però si chiamano “sinsole” (entrambe le “s” si leggo più o meno come dicono la “z” i bambini cioè un misto tra la “z”, appunto, e la “s”). Io ne vado matta, ogni anno ne faccio una scorpacciata. Non sapevo che esistesse davvero il “brodo di giuggiole”. Sicuramente lo proverò, però avrei bisogno di un chiarimento, visto che le giuggiole hanno il nocciolo, a che punto si deve togliere? E in questo modo quanto risulta alcolica la preparazione, vista la presenza del vino?

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  14. @ Sauro,
    ogni tuo intervento e’ un onore, quello che hai tu e’ appunto il liquore, una delle tre versioni del ” brodo “.
    @ caldy
    non resta alcolica, cosi’ come non resta alcolico un risotto dove il vino viene sfumato, rimane un po’ di sapore, i tannini e lo zucchero. Per i noccioli, hai messo il dito nella piaga, che nella ricetta ho sorvolato di dettagliare.
    Avevo trovato tutte ricette che prevedevano l’uso delle zizole (cosi’ si chiamano anche a Padova) intere, ma poi ne ho viste altre con le denocciolate. Ormai erano in pentola, quindi ho dato loro una passata nel mulinetto e poi ho dovuto passarle al passino fine, se le avessi snocciolate prima avrei ottenuto piu’ risultato e meno fatica.
    @ Elettra
    si chiama proprio cosi’, lo giuro..sara’ che tutti si ricordano il detto, ma pochi sanno che esiste davvero.
    @ Mo
    non so cosa darei per abitare ad Arqua’,purtroppo no.
    Ci andai anchio in occasione della sagra, un tre anni fa, ed e’ vero, oltre alle bancarelle, davanti alle case si vendono meraviglie gastronomiche artigianali, fichi secchi, giuggiole e tutti i derivati, mele,funghi, pane, marmellata di uva fragola, ed i ” sugoi ” che per chi non lo sapesse e’ mosto d’uva cotto con zucchero ed un pizzico di farina con cui si ottiene una crema deliziosa, ricordo che me ne mangiai 4 tazze una dopo l’altra.
    Non so se questo WE c’e’ qualcosa ad Arqua’, pero’ a Valnogaredo di Cinto Euganeo c’e’ la presentazione dell’olio nuovo presso il frantoio omonimo, con assaggi e degustazione ( letto su Il Mattino, giornale locale)
    @ Ambrosia
    Purtroppo ho finito le giuggiole a disposizione, chiedero’ a chi me le ha date se ce ne sono ancora e provero’ a fare il liquore, visto che gia’ faccio nocino e limoncello, non e’ difficile fare anche quello.
    @ Lucia
    mi interessa la stoeia della ” bell’Angiola” ma ho provato in tutti i modi a rintracciarla sul web senza risultato… me la racconti?

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  15. non so se questo commento arrivera’ a tutti gli intervenuti, ma domani lo inviero’ comunque a ciascuno.
    Esperimento riuscito!!!!
    e’ la confettura piu’ dolce, aromatica e sublime mai provata, giuro, e sapete che non sono indulgente nei miei medesimi confronti.
    Giustamente l’ho testata sulle fette biscottate di pane di zucca, dapprima nature e poi appena velate con un’altra invenzione, che potremmo definire un burro lavorato, che mi riservo di esplicitare prossimamente.

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  16. Io ho l’albero di giuggiole, abito in Sicilia e , per caso, ho letto la ricetta di Micillo. Sono rimasta piacevolmente impressionata. Le mangiavo così come sono e basta.
    Proverò a fare la marmellata e vi farò sapere. Grazie.

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