Al Gnòc Fret

O, per meglio dire, lo gnocco fritto, piatto tipico dell’Emilia-Romagna, in particolare della provincia di Modena, dove abito io 😉

Ci sono infinite ricette tutte diverse per fare lo gnocco che, originariamente, contiene strutto e viene anche fritto in questo.

Veganizzarlo è semplicissimo: usiamo l’olio!

Qui da noi se ne mangia ovunque, con salumi, formaggi, marmellata e Nutella 🙁 Soprattutto tutti lo friggono nello strutto perchè costa meno e viene più ” buono “.

Così sono davvero pochi i ristoranti dove si trova fritto nell’olio, ma non c’è alcun problema: viva l’autoproduzione che fa risparmiare anche tanti soldini ed è molto divertente! 😀

Ingredienti per 30 pezzi di gnocco:

– 500 gr di farina

– 3 cucchiai d’olio d’oliva

– 1 cucchiaio di sale

– lievito di birra

– un cucchiaino di zucchero

– acqua frizzante

– 1 litro d’olio per friggere

Procedimento:

Far sciogliere il lievito in mezzo bicchiere d’acqua tiepida con il cucchiaino di zucchero. In una terrina disporre a fontana la farina, il sale, i 3 cucchiai d’olio. Quando il lievito avrà creato la schiuma, aggiungerlo al composto e lavorarlo energicamente per 10 minuti aggiungendo man mano l’acqua frizzante, fino a che non risulterà un composto omogeneo e liscio.

Se avete tempo, lasciatelo lievitare per 3 ore se no usate questo metodo efficacie: scaldate il forno a 30-40 °, non di più, mettete l’impasto in una pirofila coperta con carta argentata e lasciate lievitare all’interno del forno per 40 minuti, ovvero fino a che il volume non sarà raddoppiato.

Stendete l’impasto con il mattarello fino ad ottenere uno spessore di due millimetri. Quindi tagliate dei rettangoli, dei quadrati o dei triangoli, come preferite.

In una padella capiente scaldate un litro d’olio ( più ce n’è, meno lo gnocco lo assorbirà ) e fatelo friggere. Quindi immergete non più di quattro pezzi alla volta. Quando si gonfieranno e diventeranno dorati girateli dall’altro lato, fate attenzione perchè cuociono in fretta.

Scolarli dall’olio e strofinarli con della carta assorbente.

E quindi serviteli caldi, per noi veg accompagnati da una bella salsa giardiniera, sottoaceti o formaggi veg 😀

Sono molto soddisfatta, visto che è la prima volta che faccio lo gnocco e che desideravo tanto mangiare! 😛

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Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
  1. Nooooooooooo!! Non è della provincia di Modena, è NOSTRO!!! Reggiano!!!!!!!!!!!!! Ci avete già rubato l’aceto tradizionale adesso volete anche i diritti d’autore sullo gnocco?!?!!?
    (Ovviamente scherzo, anzi complimenti sei stata bravissima!!)

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  2. FRancesca ma tu sei di reggio??Anche io!
    Che buono questo gnocco!io nn lo faccio mai per via del fritto però ogni tanto ci sta!!
    A me l’idea che venga fritta nello strutto disgusta…che schifo!MOlto meglio il salutare olio evo!

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  3. @Francesca: Nooo, lo gnocco è di Modena e l’aceto balsamico di Spilamberto! ( paese dove abito io ) 😛

    @Attars: credo che sia la prima volta che friggo qualcosa, ma ogni tanto non fa male 😛

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  4. Che buono, io lo adoro!!! La Romagna vi invidia lo Gnocco..;-) Ma noi abbiamo la piadina!!! ah ah ah 😉 BACIII

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  5. Queste sono le cose maialose che mi fanno impazzire io li faccio una volta ogni morte di papa ma se mi capita non sò resistere 🙂

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  6. A 35 anni di distanza capisco una gag di Alto Gradimento (programma radiofonico “cult” per la mia generazione): c’era uno che passava tra gli ombrelloni e urlava “gnocco fritto” e io non ho mai capito cos’era…ora lo so!!
    Sei carina!! 😉

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  7. Ehi.. anche io sono di Modena! Mi sa che è uno dei pochi piatti che possiamo inserire tra le categorie regionali..davvero lo strutto qui dilaga per me fa una puzza che si impregna ovunque..molto meglio la tua versione.. Confermo, il gnocco è di modena o se proprio di Bologna, ma lì si chiama crescentina!

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  8. Meravigliose. Complimenti. Senza strutto, che bello! 🙂

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  9. Gnocco e tigelle, è stata una delle prime cose che ho mangiato a Modena … domanda insidiosa, come sostituire il pesto modenese (o lardo battuto)? io proverei a tritare rosmarino ed aglio e li unirei a del burro di soia, poi però lo farei stazionre in frezeer 🙂

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  10. @Nadir: Ora mi informo bene dai miei nonni, loro sono tutti bravissimi cuochi e di certo mi aiuteranno a trovare degli alimenti sostitutivi a quell’insieme di crudeltà, violenza disgustosa che è il Lardo 🙁

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  11. mmmmmhhhh gnocco fritto!!!! bonoooo!!!

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  12. Wow!! mi ricorda qualcosa di famialiare qui a Parma :), detta anche “torta fritta”!
    Una bontà! davvero un peccato però, come hai ben detto, lo strutto lo mettono ovunque!! :S
    Ben venga anche questa veganizzazione, complimenti 😉

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  13. W l’autoproduzione e lo GNOCCONE FRITTO NELL’OLIO 😉

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  14. Modena o Bologna cambia poco, sempre della stessa regione parliamo l’Emilia Romagna.. dove vive il mio grande amore “VASCO” ed una mia cara amica “Dany”… questo gnocco fritto dev’essere delizioso chissà se riesco a venire fin la ad assaggiarlo..nei programmi è prevista una capatina a casa del Blasco.. 😀

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  15. non so se lo gnocco fritto sia di Modena o di Reggio, so solo che vederlo mi fa tornare alla mente la mia magnifica vita a Correggio!!!! Che bello!!!! …e…. che buono!!!!

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  16. ciao giulia, scusa ma non avevo letto prima che sei di spilamberto. E’ il paese dove abita un mio carissimo amico, che coincidenza!!!

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  17. eh, il gnocco fritto è una di quelle cose che mi ha seriamente fatto propendere per l’emigrazione in terra modenese…

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  18. @AleDD : Sul serio? Wow! 😛
    @Rob il magnifico: già, molti invidiano la nostra cucina. Purtroppo i piatti tipici modenesi sono tutti ( o quasi ) a base di carne 🙁

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  19. Anch’io da parmigiana doc confermo: è una meravigliaaaaaa!

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  20. Io ho un’amica che quando viene a cena da me lo porta sempre! Lo fa lei perchè ha origini emiliane e devo dire che è davvero buono ‘sto gnocco!

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  21. Ma che buoooooono! Non lo preparerei mai perché è fritto, ma non credo che saprei resistere avendolo davanti nel piatto…. mmmmmh 😛

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  22. Finalmente scopro cosa sono gli gnocchi fritti!
    In Abruzzo la chiamano semplicemente pizza fritta e viene servita alle sagre o nei ristoranti tra gli antipasti (spesso accompagnata da qualcosa di poco veg).
    La tradizione contadina abruzzese però frigge in olio di oliva!
    Brava!

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  23. Laura anche tu abruzzese?????? 🙂 Siamo in due allora con tali origini 😉

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  24. bellissimo e buonissimo!
    anche qui a piacenza li fanno un po’ ovunque, noi li chiamiamo anche chisolini!

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  25. Mai assaggiato però… che gola!! e complimenti per le belle foto 🙂

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  26. Questa ricetta mi fa venire veramente voglissima. brava infinita, ma proprio brava!

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  27. Sul lago di Suviana lo friggono nell’olio. L’ho specificamente chiesto, al ristorante, sapendo che per le paste fritte (così le chiamiamo da noi*) le fanno con lo strutto 🙁

    *in realtà è mio suocero, di quelle parti, ma sai… adoro la montagna!

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  28. Eddy, credo che a Bologna le crescentine (o tigelle) siano queste: http://www.mostrilla.com/wp-content/uploads/2007/05/cresc_basket.jpg

    Lo gnocco fritto lo chiamano “pasta fritta”

    🙂

    Poi magari sbaglio, eh…

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  29. Che costi di meno, con lo strutto, sono d’accordo, che sia più buono ha i miei dubbi… 🙁
    Scusa lo scetticismo… ma lo strutto non mi é mai piaciuto… proprio come idea… quindi ben venga questa versione all’olio di oliva: bellissima ricetta, ben fotografata e invitante! Sei bravissima! 🙂

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  30. Cara Infinita1ben già il fatto che dici “lo” gnocco anziché “IL” gnocco dovrebbe essere sufficiente a far crollare la “modenesità” che vanti e a collocarti a sud di Lampedusa 🙂
    Io ho radici familiari della bassa modenese cioè Carpi (Cherp), più precisamente Migliarina (Miareina)con attuale estensione della famiglia da Reggio a Bologna, fin quasi in Romagna (Pochissimi chilomeri).
    Al gnoc frét l’é “arsan” e “modnés”, leggermente diverso è anche bolognese col nome di crescentina (carsintéina). Ne esiste una variante romagnola a pasta più consistente chiamata in loco “ficattola”.
    Anche la paternità tigella e da dividere tra Modena e la Romagna.
    La piadina o piada (Pié) è invece completamente e inconfutabilmete solo romagnola.
    Tutto modenese vedo invece il borlengo, come tutto reggiano credo siano l’erbazzone (Scarpasòt?) e il gnocco, quello alto tre dita e cotto nel forno come il pane.
    Correggetemi se sbaglio…
    Ciao

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  31. ciao eric, da me a reggio emilia si dice lo gnocco, ma “lo” gnocco è fritto, mentre “il” gnocco è al forno… (e questo è fonte di discussioni durante le cene :D)
    si usa lo strutto perchè da noi non si aveva altro grasso che quello di maiale e il burro era un lusso… non esisteva olio di oliva men che meno vergine 😀
    Io fino alla fine degli anni settanta in casa ho visto solo strutto, lardo (che non è strutto…), burro e olio di vinaccioli (ma non era usato tantissimo). poi è arrivato l’olio cuore e dopo l’olio evo (che faceva pizzicare in gola la nonna e non si è mai abituata.
    Tipicamente reggiani sono l’erbazzone e lo Scarpasòt, il primo è una torta di bietole con pasta matta, mentre il secondo è una specie di frittata di bietole senza pasta e richiede una lunghissima cottura in padella a fuoco lento (esiste per tutto una versione vegan, ma con i grassi animali lo Scarpasòt non si attacca al fondo della padella e i fritti con lo strutto sono meno unti pare…).
    Poi che i modenesi rubino le idee degli altri è cosa nota, ma gnocco fritto e gnocco ingrassato al forno sono tipicamente reggiani e poi ci sono le chizze, se volete provare il gnocco fritto ripieno! 😀

    buona cucina!

    ps: questi piatti basic e tradizionali sono antichissimi e diffusi su tutto il territorio italiano e quando pensiamo alla pasta fritta ricordiamoci della tradizione parallela dei dolci di carnevale: gli intrigoni o chiacchiere o frappe (o come le volete chiamare) fritte nell’olio e zuccherate (probabilmente in origine con il miele) come le castagnole e la cicerchiata.

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  32. La ricetta è longobarda, discutere dell’appartenenza non ha alcun senso… è tanto reggiano quanto modenese, si cucina da secoli in entrambe le province.

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  33. la pasta lievitata (e non) fritta è una ricetta antichissima. qualunque popolo che avesse a disposizione i cereali poteva arrivare alla” clamorosa” scoperta culinaria.cambia il nome, la possibilità di farcirla o miscelarla con vari cibi,.al sud d’Italia prende nome di pettola, in Medio Oriente altri nomi,ma sempre pasta fritta è

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  34. oh mamma…questo blog è pieno di resdòre! 🙂

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  35. Ciao!

    Per quanto riguarda i Borlenghi, io ho trovato una buona soluzione sostitutiva al Pesto modenese col lardo.

    Io lo faccio mescolando:

    – Aglio
    – Rosmarino tritato
    – Mozzarisella

    Devo dire che ha un sapore molto simile, detto anche da onnivori

    😉

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