Pandoro resistente

Diciamoci la verità: non è affatto facile fare un pandoro e tantomeno vegan… E questa sarà la cronaca di una mezza riuscita o di un mezzo fallimento, a seconda dei punti di vista… Buon passaggio di solstizio invernale a tutti!

new pandoro resistente 17 

Quindi rinnovo i miei massimi complimenti a Clotilde, che mi ha preceduto sulla via della veganizzazione di questa preziosa specialità dolciaria! E sicuramente ha fatto un pandoro più buono e  più bello del mio (per cui Clo, ti  chiedo per piacere di leggere con pazienza questo reportage e darmi qualche suggerimento!). Ma offro la mia testimonianza a chi pur non essendo un pasticcere rifinito anela con tutto il suo cuore a festeggiare il solstizio invernale pucciando la burrosa fettozza dell’aurea pagoda in un fumante cappuccino veg!

Sia ben chiaro: non è detto che otteniate quello che vi aspettate… dopo un misero primo tentativo riscattato come vedrete sotto da una bella ideuzza, questa è la cronaca del secondo tentativo, che mi ha riempito di gioia… fino all’assaggio… Da fuori sembrava perfetto (vedi foto sopra!). Ma non era ben lievitato… colore splendido, oro caldo, ma consistenza ancora un po’ umido-stopposa, profumato, ma con un retrogusto di sale (che abolirei o ridurrei a un pizzichino quasi invisibile la prossima volta). Beh, però per essere il primo tentativo semiriuscito ci siamo accontentati. Spero che la terza sarà la vorta bona! ma ormai se ne parla il prossimo anno!

 

 Ed ecco i fatti.

Per la ricetta e il procedimento al secondo tentativo fortunato ho seguito la ricetta pubblicata in questo blog:

http://www.cavolettodibruxelles.it/2009/12/il-pandoro

È un blog onnivoro che sicuramente tutti conoscerete, poiché anche un gourmet rigorosamente vegan che frequenta la rete sicuramente va a sbirciare ogni tanto nelle cucine non crueltyfree… Questo blog tutto sommato tende al vegetarismo e soprattutto pullula di straordinarie idee culinarie, fotografate con eccellenza.

 

INGREDIENTI

 

Seguite dosi (buone per uno stampo da 1 kg) e ingredienti del Cavoletto (a sua volta ispirata dalle sorelle Simili come Clotilde), veganizzando nel modo seguente:

 

Al posto delle 4 uova

frullare 1 banana e 1 mela annurka con un po’ di succo di limone (per non far annerire la frutta). Aggiungere un pizzico di curcuma a vostro gusto e preparare un cucchiaino di kuzu (o forse anche due o tre? Bisognerebbe provare…) sciolto in poca acqua da aggiungere alla purea di frutta.

 uova veg 3 

Per un tuorlo utilizzate una cucchiaiata abbondante del composto, e per un uovo ne utilizzate due belle cucchiaiate. Penso che il bel giallo finale dell’impasto sia merito di questa sbobbetta!

Al posto del burro onnivoro, burro di soya (ho trovato quello della Provamel che è tale e quale al burro tradizionale). Clotilde invece ha usato la margarina (Clo, com’è il sapore del tuo pandoro? Uguale all’originale anche con la margarina?).

Per lo zucchero ho usato quello di canna. Per me quello bianco non esiste proprio.

Per la bacca di vaniglia… pur avendo le stecche ho preferito usare una bustina di vanillina per il semplice fatto che dovevo sbolognare l’ultima rimasta per poi non ricomprarla mai più!

Il resto è esattamente tale e quale alla ricetta onnivora (ho usato la farina Manitoba come indicato). Direi che insieme agli ingredienti alimentari però ce ne sono anche di tipo psicologico che non possono assolutamente mancare: la pazienza, la forte volontà all’Alfieri di avere un pandoro veg tutto per sé, e una grande capacità di resistenza  e sopportazione, anche nel caso che i risultati non siano all’altezza delle vostre aspettative. Imparare a fare il pandoro è cosa lunga e laboriosa. Non è detto che un giorno ci si riesca… però è stato divertente ed istruttivo.

 

PROCEDIMENTO

 

Seguite passo passo, letteralmente, quello che indica la ricetta e buona fortuna!

 Fra il momento in cui si comincia il ballo e il pandoro pronto trascorrono circa 24 ore, vi consiglio di iniziare in tarda mattinata così la sera avete finito tutte le fasi di impasto e sfogliatura e potete lasciare l’ultimo impasto a lievitare 12 ore circa (se possibile in un forno obbediente a 40° – io eccezionalmente, lo so che non avrei dovuto farlo, ho tenuto accesa una stufetta elettrica fino alle 2 e l’ho riaccesa la mattina alle 6).

 pietra filosofale x pandori 

Dopo la preparazione di quello che Cavoletto chiama lievitino e Clotilde biga, e che io definirei pietra filosofale pandorogena (nella foto sopra quella del primo tentativo, già a buon punto di lievitazione), e dopo i primi due impasti che non presentano particolari difficoltà si passa invece a una fase veramente critica, che è quella della sfogliatura.

Beh la prima volta ho avuto un blocco nella lievitazione a questo punto, probabilmente dovuto al fatto che avevo preso un lievito secco bio ma non lo avevo fatto rinvenire in acqua… e inoltre avevo fatto lievitare in forno acceso al minimo e nella fornace di casa mia probabilmente questo ha avuto come risultato la morte del lievito per ustione! Stavolta quindi niente lievitazione in forno, ma vicino a stufetta… con copertina di lana – una vecchia vecchia della mia vita preveg. Inoltre devo aver fatto un pasticcio anche con la sfogliatura, perché ho diviso il burro in tre porzioni e ogni volta ho ricominciato da capo il complesso procedimento. Stavolta decifrando meglio il testo della ricetta ho capito che il burro va messo al centro del quadrato di sfoglia tutto insieme! Il che è già un bell’alleggerimento!

 new pandoro resistente 3 

Il quadrato di sfoglia va ripiegato in modo che i quattro lati coprano il burro al centro… ma prima di capire come dovevo effettivamente farlo mi sono fermata a riflettere per un po’… alla fine ho trovato la soluzione, che consente infatti di chiudere bene le pieghe.

 new pandoro resistente 4

In questo lungo processo di lavorazione come minimo si comincia a meditare sulla numerologia del pandoro… soprattutto arrivati a questa fase di sfogliatura, in cui c’è prima il ripiegamento in quattro che vedete nella foto sopra e poi si stira una lunga sciarpa di sfoglia che a sua volta va ripiegata in tre. Questa sciarpa che si trova davanti a voi va piegata prima la parte superiore verso il centro e poi quella inferiore sulle precedenti due. E poi va ruotata di 90° e deve misteriosamente mantenere il lato della piega sempre sullo stesso lato… Io ho fatto come nella foto sotto, mantenendola a destra… e poi partendo sempre da questa situazione dopo aver estratto il panetto messo in cellophane per mezz’ora in frigo, per ricavare una nuova sciarpa con il matterello…

Non saprei dire se ho svolto l’operazione in modo tecnicamente impeccabile e se qualche esperto di sfogliatura ha qualcosa da dire si faccia pure avanti!

 new pandoro resistente 5

Una parentesi personale

Questa numerologia del pandoro mi ha fatto capire perché mi piace così tanto questo dolce (io che con i dolci poco vado d’accordo): perché c’è una base numerica astrologica, materia che da sempre è la mia passione… Lo zodiaco ha due numeri fondamentali, il 3 e il 4, che compongono tutte le sue strutture. Inoltre la scelta della direzione della piega mi fa pensare a una strana caratteristica che fa definire gli zodiaci (ovvero sistemi planetari) levogiri o destrogiri (cioè con una direzione di percorrenza obbligatoria, per essere semplici)… Chiudo questa parentesi che probabilmente può avere un senso solo per me e vado avanti con questo pandoro, così resistente alle mie voglie…

 A questo punto della lavorazione al primo tentativo mi sono ritrovata con una palletta di pasta sfoglia che non sembrava assolutamente avere l’aria di poter lievitare…

 stampo pandoro 3 

Dopo aver capito che quella palletta non sarebbe mai andata oltre tale dimensione ho avuto un lampo di genio: ho steso la sfoglia e l’ho trasformata in pandoro-croissants (era il periodo in cui in Veganblog impazzavano i cornetti)…

 pandoro-croissants 3Si sono aperte delle piccole crepe dell’impasto in cottura, forse non sono tanto belli, ma che buoni! Li ho riempiti con marmellata di mele fatta in casa e pezzetti di cioccolata di Modica (non avevo voglia di scioglierla con la margarina per fare la cremina, comunque un po’ si è ammorbidita). Ognuno di questi cornettini ha allietato le mie colazioni per svariati giorni! Erano morbidissimi e profumatissimi… anche se diversi dal cornetto standard ovviamente.

 pandoro-croissants 9 

Stavolta invece per fortuna questa fase della lievitazione ha funzionato regolarmente (o almeno così mi è parso) e ho ottenuto questo magico risultato.

Prima:

 new pandoro resistente 6

E dopo:

 new pandoro resistente 11

Tuttavia l’impasto non è arrivato all’orlo come chiesto dalla ricetta… Io ho interpretato il fenomeno come necessità di aumentare le dosi al prossimo giro… ma forse non è questa la spiegazione… la lievitazione non è stata perfetta… forse perché ho spento la stufetta dalle 2 alle 6… la prossima volta ahimé non la spegnerò!

Lo stampo è in alluminio, mi è stato detto che conduce meglio il calore di quello in acciaio ed è meglio per un forno a gas come il mio, e difatti quello di alluminio costa di più – quello in silicone non l’ho proprio considerato, una diavoleria troppo moderna per me! E comunque anche il Cavoletto che li ha provati ha dovuto constatare che non funzionano! 

 E comunque già questo mezzo pandoro mi ha riempito tutta di gioia!

 new pandoro resistente 19 

Come dice il titolo che ho messo alla ricetta, si tratta di un “Pandoro resistente” non a caso.

Ecco i motivi della nominazione:

1. Il pandoro è resistente innanzitutto a chi lo prepara. Bisogna impegnarsi con tutte le proprie forze e soprattutto quella di volontà per riuscire a sfornare il detto pandoro (vai a cercare lo stampo che non costa poco, procurati il burro di soya – e alla fine lo trovi, studiati le ricette dei pandori onnivori, e sono chilometri di letture… perlustra il web per vedere se qualche vegano ti ha preceduto – niente o quasi!)

2. Il pandoro autoprodotto è resistente nei confronti del consumismo imperante. Questo è ovvio, no?

3. Il pandoro autoprodotto vegan è ancor più resistente perché testimonia uno stile di vita rispettoso della vita in tutte le sue forme, quindi pacifico, egualitario, ecologico – e cercare di portare avanti questo stile di vita in una società che ti spinge a fare esattamente il contrario non è per niente facile!

 Ecco perché se vuoi un pandoro resistente, te lo devi sudare! Ma la soddisfazione se riesce è enorme, perché il pianeta ci ringrazia!

 palline di natale ceramica castelli E con questa pallina dell’albero di natale in ceramica di Castelli mando a tutti tanti tanti tanti auguri per un mondo migliore, cioè più ecovegan! A tutti voi chef di Veganblog che mi state inondando di auguri la casella di posta elettronica rispondo da qui, invitandovi a mettere online i bei pensieri che sto leggendo! E mi auguro di rileggere presto tanti di voi, ultimamente poco presenti!

 

Aggiornamento al 31/12/2009: foto della fetta tagliata e del pandoro resistente sotto lo zucchero a velo! E con questo auguro buon 2010 a tutti gli gli chef di Veganblog!!!!

pandoro innevato

 

fetta di pandoro resistente

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Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
  1. Mariagrazia, sei un mito, non ho altre parole!

    Reply
  2. Semplicemente deliziosa, sei grandiosa Mariagrazia, vedi nonostante io passi le ore in cucina sò che non mi cimenterò mai nella preparazione di un pandoro sarà che non mi è mai piaciuto, potrei stare anche due giorni per preparare del pane ma non un pandoro………l’aspetto sembra comunque molto bello e buono, il tuo reportage poi mi è piaciuto un sacco come sempre 🙂
    Alla faccia del consumismo se avete sentito ieri dei sequestri che han fatto a proposito di panettoni e prodotti dolciari vari ben venga il tuo bellissimo Pandoro resistente! Bravissima Mariagrazia ti saluto con un grande augurio di un felice e sereno Natale 🙂

    Reply
  3. GRAAAANDE Mariagrazia!!! 😀
    A parte i miei complimenti in generale (BRAVISSIMA E TENACISSIMA, soprattutto per la doppia prova!), un chapeau per lo studio del “come sostituire le uova” 🙂
    La sfogliatura è esattamente come l’ho fatta io 🙂
    Quanto al gusto finale a me ricordava il pandoro “normale” (che però in effetti non mangio da 10 anni, quindi boh!), il moroso onnivoro invece non ha fatto obiezioni di sorta (a parte che era poco ;)).
    Non so a sto punto se a me abbia coadiuvato un sacco nella lievitazione l’utilizzo della lecitina?
    forse la mela e la banana “appesantiscono l’impasto”?
    Oggi comunque lo rifaccio (credo… )
    Davvero bravissima e approfitto per farti gli auguri per questo Natale 🙂

    Reply
  4. MariaGrazia…sei un mito……………….un mito……………

    Reply
  5. @ Ila
    beh, forse questa non è la mia prova migliore… ma certamente stravissuta!
    grazie!

    @ Chicca 66
    i tuoi auguri sono altrettanto deliziosi! beh mi pare ovvio che non ti dedicheresti a una cosa che non ti è mai piaciuta… io per esempio non mi sognerei mai di fare un panettone!
    Spero che però la prossima volta il mio pandoro sia resistente solo per i punti 2 e 3 che ho indicato sopra!

    @ Clotilde
    Grazie per i tuoi commenti e suggerimenti, mia maestra pandoraia! La prossima volta seguo pari pari il tuo procedimento (stavolta non avevo in casa la lecitina) e così capirò da cosa è dipesa la difficile lievitazione.
    Beh comunque una soddisfazione stamattina immergere il mio pandoro resistente con zucchero a velo nel latte e cacao caldo caldo…
    Se il moroso non ha fatto obiezioni per il tuo è ovvio che era ottimo!
    Che coraggio rifarlo di nuovo… tanto più che non è il tuo dolce del cuore! comunque sarà entusiasta il tuo moroso!
    augurissimi anche a te!

    😉
    😉
    😉

    Reply
  6. @ Franci
    sì, un mito buffo stavolta!
    questa ricetta non la far vedere ai tuoi parenti!
    augurissimi anche a te
    😉

    Reply
  7. Ma daiiiiiiiiiiiiii….è splendida!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! e non dico tanto per dire, giuro!!!!!!!!!!!!!!!!! bacino!

    Reply
  8. ti ringrazio allora! bacino anche a te!
    😉

    Reply
  9. quanto mi manca il pandoro! propositi per l’anno nuovo: esercitarmi a farlo per tutto l’anno, magari per il prossimo natale viene perfetto!! 🙂
    sei bravissima! ormai la cucina etica non ha più limiti

    Reply
  10. Meraviglioso!!
    Io invece adoro il pandoro, soprattutto nel caffè latte!
    Non so se mai mi cimenterò, però sapere che si può fare è già una bella consolazione!!
    Grazie !!

    Reply
  11. ((^_^))una bella avventura…e che risultati….(visto che coi dolci non ci fai, parole tue…e se ci facevi che succedeva?)et voilà…una medaglia al valore vegano non te la toglie nessuno…pandoro a parte…lo sai che quei cornetti m’attizzano da morì?

    Reply
  12. complimenti anche a te! pensate si possa cuocere in formato più piccolo in delle ciotole di ceramica? i negozi sono chiusi qua e non troverò mai uno stampo da pandoro a berlino..

    Reply
  13. @ tecla
    anche per me il pandoro forse è l’unica fondamentale mancanza che avrei dovuto subire da vegan (questo è il secondo natale) ma confesso che l’anno scorso ho mangiato un pandoro onnivoro…
    quest’anno ho il mio piccolo conforto, ma confesso che un’addentata a quello che è stato regalato a Stefano (ancora parzialmente vegetariano)forse la darò… chiedo perdono anticipato! anche per capire la differenza con il mio eh!
    😉

    @ Pippi
    è vero, sapere che si potrà fare aiuta! spero che il prossimo anno mi verrà così bene che l’addentata ai pandori onnivori non la darò più!
    😉

    @ Virginia
    sei molto carina, ma è proprio così, non sono golosa (e infatti mi ritrovo spesso con i commenti di Chicca) e quindi sono poco produttiva come pasticcera. Ovviamente ogni tanto mi piace concedermi qualche dolcezza a modo mio… e comunque hai ragione, i cornetti erano veramente squisiti! (e ci credo un concentrato di burro di soya!).
    😉

    @ Alessio
    grazie! La mia esperienza è proprio limitata sia come pasticcera che come pandoraia – però penso che sicuramente si può cuocere l’impasto in qualunque stampo, piccolo o grande, siamo noi che lo associamo alla tipica forma stellare! Prova, almeno cominci a prendere familiarità con la preparazione e quando avrai lo stampo sarai avvantaggiato!
    Comunque sono sicura che ti verrà un capolavoro! postalo mi raccomando! ogni esperienza è di aiuto!
    😉

    Ora entro nel vortice della festa… ci risentiamo domani!

    Reply
  14. A me sembra veramente favoloso, questo pandorino !
    Bravissima Mariagrazia e tantissimi cari auguri di Buone Feste !!!

    Reply
  15. Brava! Io non ho neanche il mezzo pandoro veg….uffi!

    Reply
  16. yesssss!!! grandissima Mariagrazia, bel pandoro e bellissimo “reportage”!!!

    Reply
  17. Brava!!! Complimenti per il reportage dettagliatissimo e sulle riflessioni ecovegan concordo pienamente!!! Tanti Auguri!

    Reply
  18. Complimenti, che bellezza, adoro il pandoro, a Catania dove vivo non ha mai avuto un buon sapore sempre secco anche quello delle migliori marche, ma quando ho vissuto a Verona ho mangiato un pandoro che era una bontà, questo quando ero onnivora. Oggi che le cose sono cambiate condivido quello che dice Pippi, forse non mi cimenterò mai, ma è bello sapere che in qualunque momento posso decidere di farlo, e questo grazie a voi. Baci e tanti auguri.

    Reply
  19. brava brava mariagrazia
    quante cose sai far tu……
    maria grazia quella del lievito …….

    Reply
  20. comunque è molto bello e poi deve essere una soddisfazione riuscire a realizzare un pandoro veg!!!!!! io con le cose lievitate sono ancora un po’ a disagio……ma miglirerò!

    Reply
  21. Ieri ho visto i pandori della CONAD nel supermercato in vendita a 1,85 euro…!
    Brava Mariagrazia, testimonio che ti ci sei impegnata tantissimo, per più di un giorno e che questo sì vuol dire essere “resistente” contro le industrie, le multinazionali alimentari che ci vogliono far del male lentamente con tutte le schifezze che usano.
    Tanta fatica che non ha prezzo ma tanta soddisfazione…
    Ora e sempre resistenza ecologista…!

    Reply
  22. …e comunque la tua impresa è e resta una muraglia cinese….eheheheh …un giorno intero di lavoro!eheheeh\:-)

    Reply
  23. Meraviglia! Anche i cornetti! E anche la palla-mondo! Auguri anche a voi!

    Reply
  24. plasticmannequin2000 25 Dicembre 2009, 12:18

    bravissima anche a te!!! va bhe dai, è sempre la prima prova, ma scommetto che è venuto buono..:D
    nella ricetta del pandoro di clotilde mi hai detto che ho fatto un incidente ecologico..certo che si!:P io mi muovo sempre o a piadi o in bici, in città, il mio sogno è quello di vedere meno macchine e più mezzi di trasporto ecologici (se non altro ancheper la gente che non sa guidare l’automobile…che nervii!!) però qui mi sa che vanno più in bici gli anziani dei giovani… buone feste a tutti, di nuovo!

    Reply
  25. Incredibile…come sempre!!
    efficace, funzionale e…SAPORITO!

    Reply
  26. dalla foto è davvero bello!! complimentissimi mariagrazia per questo lavoro!!! che belli i colori della pallina e della nostra terra. L’azzurro ed il verde, mi trasmettono tanta serenità e positività, oltre che vitalità. (tutti con l’accento sulla à) :mrgreen: buon natale mariagrazia a te e stefano!!!!

    Reply
  27. @ Elettra
    sì, è vero è molto fotogenico… ha i suoi difettucci però sembra che di giorno in giorno il sapore migliora… (me lo sto centellinando)! anche per te auguri e buon proseguimento di feste!
    😉

    @ Mirko
    sì, è vero quest’anno mi sento una privilegiata con questo mezzo pandorino, mi ha veramente rallegrato le feste! lo tengo in bella vista come un presepe! beh, ma sicuramente il prossimo anno riuscirai ad organizzarti no?
    😉

    @ Babyjei
    thanks!
    😉

    @ Marilu
    tanti auguri ecovegan anche a te!
    😉

    @ Silvia
    certo, sapere che è possibile realizzare un pandoro vegan è confortante! quando sarà il momento giusto proverete anche tu e Pippi!
    😉

    @ Morfeo
    ma non era Maria Rosa? “qui la vita è sempre rosa solo quando ci sei tu?” grazie comunque per la divertente connessione!
    😉

    @ Angelica
    sì, è una soddisfazione fare con le proprie mani qualcosa che consideriamo mitico! e tu mi pare che non dovrai migliorare così tanto per provare! hai già fatto delle bellissime torte!
    😉

    @ Stefano
    eh già, la nostra “falsa economia” ci dà a prezzo stracciato qualcosa che comunque alla fine gli ecosistemi pagheranno…
    e non solo, chissà quanti di quei pandori finiranno nei cassonetti…
    e come diceva Chicca sono stati fatti sequestri di pandori e panettoni… così la festa l’avrebbero fatta ai malcapitati assaggiatori…
    tutte queste considerazioni fanno scomparire la fatica!
    😉

    @ Virginia
    che bello, la vedo una muraglia cinese tutta edificata di pandori! che visione paradisiaca!
    😉

    @ Cri
    auguri a te e alla tua famiglia, soprattutto alla belva!
    la palla-mondo è stata dipinta da una bambina-o un po’ più grande di tua figlia, delle scuole in cui Stefano va a fare educazione ambientale!
    😉

    @ Magda
    sì, a dir la verità il gusto sta migliorando di giorno in giorno, e ieri sera è piaciuto anche agli onnivori parenti di Stefano, a casa di cui me ne ero portata due fettine come dessert di emergenza!
    complimenti per il tuo impegno ecologico-ciclistico! speriamo che sarai di esempio ai tuoi coetanei!
    😉

    @ Francesco
    Di quale regione? tu sai che di Franceschi ne conosco parecchi sparsi in tutta Italia! mi sa che sei il Fra del Molise, dato che ci siamo sentiti oggi via mail eh?
    Comunque il mio pandoro non è ancora perfettamente funzionale… ma sono a un punto promettente!
    😉

    @ Nello
    hai visto la palla-mondo eh che bella? dipinta dai bambini di una scuola elementare! certo che deve trasmettere quello che dici! i bimbi sono la nostra speranza!
    E per gli auguri, che ci siamo già fatti in tutte le salse, siamo ormai al buon santo Stefano!
    😉

    auguri di buona digestione a tutti!
    😉

    Reply
  28. che foto meraviglia il pandoro sul tagliere di legno! davvero.. bellissima! e bravissima 🙂

    Reply
  29. Cara Mariagrazia, nell’era ecozoica (se riusciremo ad arrivarci)si mangeranno solo pandori resistenti (che ormai non dovranno neanche più resistere…) e non si compreranno più agli ipermercati ma si baratteranno con altri doni nei mercatini locali di Natale…

    Reply
  30. @ masochista!

    Reply
  31. @ Nicole
    sono contenta che questa foto sia piaciuta a una maestra fotografa come te! La cosa che mi ha colpito di più e che me l’ha fatta mettere in copertina è quella saettina di luce sul berretto dell’omino di neve! ci fantastico sopra!
    😉

    @ Stefano
    sì, e allora i miei pandori avranno raggiunto la giusta dimensione! ma secondo me non si comprerà e non si baratterà più nulla, si prenderanno quando servono (e non un grammo di più rispetto alle necessità) dalle vetrine senza vetro come sul pianeta degli alberi di natale di Gianni Rodari!
    😉

    @ Virginia
    ma no, la muraglia di pandori è un sogno! e nei sogni la fatica non esiste! Anzi la dedico a tutti i bambini del mondo! sono tutti invitati a servirsi come dalle case di marzapane e dalle torte volanti di Rodari!
    😉

    Reply
  32. Grazie!un abbraccio sorridente 😉

    Reply
  33. carissima sei meravigliosa!sia per la preparazione in sè, sia x il modo perfetto e la generosità con cui la comunichi, sia x la visione del rispetto verso tutti gli esseri e verso la terra…
    condivido pienamente e ti ringrazio anche se personalmente non ho la stessa tua passione e pazienza in cucina
    baci
    teri

    Reply
  34. @ Stefano
    anche se un po’ in coda alla tua giornata, buon onomastico!!!!!

    @ Julie
    un abbraccio sorridente anche a te…
    😉

    @ teri
    beh forse non avrai pazienza e passione in cucina, ma ne hai tanta di fronte alle tue tele e alle tue opere bellissime!
    Quindi tanto più ti ringrazio per il tuo sincero e caloroso apprezzamento delle mie pietanzuole!
    un bacione anche a te!
    😉

    Reply
  35. Ma sì, l’Era Ecozoica ce la possiamo sognare come più ci piace, come Gianni Rodari e Thomas Berry…
    Sarebbe stato bello offrire il tuo pandoro resistente a queste due bellissime persone, un poeta e un eco-teologo ambedue grandi sognatori… E sono sicuro che da lassù loro lo stanno guardando con l’acquolina in bocca…

    Reply
  36. beh, la prossima volta pregherò Rodari e Berry di vegliare sulla sua lievitazione…
    però c’è da dire che Cirino l’ha voluto assaggiare e l’ha gradito… oltre i suoi cibi da gatto, il peperone ripieno veg, i ceci secchi e la cioccolata ora ha una nuova passione…
    😉

    Reply
  37. Bravissima mariagrazia ^_^
    Per la pazienza e la tenacia..per partecipare al concorso ti chiedo delle cose però:
    1.dovresti aggiungere il bannerino (prelevandolo dal sito) a questo post linkandolo alla pagina del concorso e citando la collaborazione con Loison.
    2. Inviarmi alla mail del concorso tutti i dati (foto a tua scelta da far concorrere compresa) richiesti
    3.nella mail che mi invierai riscrivermi la lista degli ingredienti e il procedimento (puoi fare un copia incolla)

    Ti rigrazio intanto, attendo tue nuove così posso aggiungerti anche alla gallery fotografica 😉

    A presto

    http://metamorfosirosa.blogspot.com/2009/11/are-you-ready.html

    Reply
  38. grazie carissima Daphne

    In fondo questo pandoro resistente è dedicato a te, anche se non lo avevo scritto. L’idea di fare il pandoro era partita (abbastanza per scherzo) quando mi avevi parlato a fine novembre del tuo bellissimo concorso per panettoni e pandori dedicati a chi soffre di intolleranze, e quello vegan è ottimo per chi ha intolleranze a latte e uova oltre alle sue motivazioni etiche. Al secondo tentativo pensavo fosse scaduto il termine e quindi ti ho mandato il pandoro resistente solo per farti gli auguri e qui ho scoperto che la scadenza era prorogata… per cui: il destino chiama e il pandoro resistente risponde!

    Ho adempiuto (credo) a tutte le richieste elencate, se manca qualcosa fammi sapere!

    Sono molto contenta che il pandoro resistente (e insieme a lui un pezzettino di Veganblog che mi ispira in tutte le mie avventure culinarie veg) si troverà nella bellissima compagnia che ho già intravisto nella fotogallery!

    Buon 2010 a te e tutti quelli che soffrono di intolleranze alimentari!
    😉

    @ Per tutti
    Leggete l’aggiornamento sopra con gli auguri a tutti i Veganchef! Buon 2010!
    😉

    Reply
  39. Mariagrazia complimenti, sembra stupendo, invitante. A me il pandoro è sempre piaciuto tanto soprattutto pucciato nel cacao. L’aspetto è bellissimo, son sicura che anche il sapore non deluda, ma la cosa più importante, complimenti per la costanza nella preparazione!

    Reply
  40. grazie Giorgia, anche a me il pandoro piace pucciato nel latte di soya con cacao!
    Sì è carino e il sapore genuino, mi è piaciuto ogni giorno di più (eh me lo sono fatto durare quasi una settimana)! ora non c’è più, sigh…
    Non vedo l’ora che arrivi il prossimo Natale per rifarlo!
    😉

    Reply
  41. Ciao Mariagrazia,
    mi sono letta attentamente la ricetta del pandoro e i vari passaggi… che lavorone, e che pazienza, ma sono sicura che sia veramente gustoso.
    Complimenti, Donatella.

    Reply
  42. Grazie Donatella! Si era gustoso, ma spero che la prossima volta diventi gustosissimo!
    😉

    Reply
  43. Stupenda ricetta e non sai quanto mi è piaciuta la faccenda della numerologia del pandoro 🙂
    come dolce il pandoro non mi è mai piaciuto, troppo “burroso”…ma questo qui, così numerologico e ecopacifista, potrei farlo adesso 🙂
    Bacioni Fatina.

    Reply
  44. E se lo fai adesso prendo il primo treno per venirmene a gustare una fetta!
    Sono contenta che hai apprezzato la mia lettura numerologica del pandoro, in effetti anche nel risultato la sua è una struttura stellare!
    😉

    Reply
  45. Resistente anche nel tempo: siamo quasi a pasqua, e parliamo ancora di pandoro!
    Me lo segno, neh 🙂

    Reply
  46. hai ragione Silvana!
    ma a volte si possono anche infrangere le convenzioni e preparare un pandoro veg per pasqua e una colomba veg per natale, perché no?
    😉

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  47. 🙁 Arrivo sempre tardi… ma arrivo! Quindi eccomi qui, dopo Pasqua, a farti i complimenti per questa avventura che hai intrapreso… Ho un sacco di ricette di panettoni e pandori salvate sul computer in attesa del coraggio di veganizzarle… Aldo ha fatto un bellissimo panettone e tu un bellissimo pandoro… penso che parassiterò le vostre ricette 🙂
    Per la lievitazione: il sale la blocca, lo zucchero la accelera, la farina più é ricca di glutine più ‘se gonfia’… quindi potrei provare ad aggiungere un po’ di glutine nell’impasto? Ho tempo fino a dicembre… In un dolce che ho fatto ho messo della purea di mele e il risultato morbidezza é stato eccezionale… Meglio di quando metto la banana!

    Per quanto riguarda l’acquisto di panettoni/pandori & C. vendo dalla brutta esperienza della mia infanzia, quando in periodo di boom anni ’80 si scialacquava comprando queste preparazioni in svendita: duravano fino a Pasqua, e me le dovevo mangiare a colazione, una fetta al giorno, altrimenti si sprecava… Non che per l’anno successivo servisse da lezione… Quindi da quando sono andata a vivere da sola (a 21 anni) mi sono ripromessa di comprarne al massimo uno all’anno. Anche perché un altro sicuro te lo regala qualcuno, più quelli che mangi a casa di altri… Da un paio d’anni non compro neanche più quell’unico, e cmq a Natale 2009 ne ho avuti due in regalo!
    Sono perseguitata dai panettoni e dai pandori! Quest’anno me li farò e regalerò quelli che eventualmente riceverò!

    Interessante la spiegazione fotografica per la sfoglia: deve essere una palla immensa a farsi!

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  48. Scusami Barbara se ti ho fatto aspettare un po’… ma tanto c’è tempo fino al prossimo Natale no?
    Prova pure anche il glutine nell’impasto: ogni esperimento è sempre benvenuto e di insegnamento. Proverò anch’io a mettere la purea di mela nei dolci, l’idea mi attrae. La banana di solito non la metto mai perché le finisco sempre prima…

    Forte il tuo racconto della persecuzione da panettoni!

    Per me la sfogliatura e tutta la giornata passata con il pandoro sono state magiche, non so come spiegarti… ero troppo elettrizzata dall’esperimento, quindi ho fatto tutto molto volentieri! Però certamente ci vuole che passi un anno prima di riprovarci!

    😉

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  49. Mariagrazia ricetta geniale, tanti complimenti!
    Volevo farti una domanda sulla sfogliatura ma rileggendo meglio è tutto chiaro.
    Grazie!!

    L’alternativa cruelty free esiste, sempre!

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  50. @ Diana
    Allora ci stai provando??? Bellissimo!!!
    Sono contenta che la spiegazione della sfogliatura sia comprensibile, speriamo tutto ok!
    Tienimi al corrente su come procede!
    W l’alternativa cruelty-free!
    😉

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  51. ho letto di nuovo tutto il post, convinta che alla fine avrei trovato la versione 2010 del pandoro di mariagrazia e invece …
    mariagrazia!!! non te la cavi così!!! facci vedere il nuovo pandoro!!
    baci da una pigrona che il pandoro non lo farà mai

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  52. cara Isabella
    il nuovo pandoro lo devo ancora mettere in cantiere quest’anno… mi fa piacere che tu voglia tanto vedere anche quello nuovo! Beh, ti terrò aggiornata! Per le nuove regole del blog non potrò mettere una foto qui ma non credo che pubblicherò una nuova ricetta di pandoro, ho già tanti di quegli arretrati! Comunque avendo tu commentato qui ho ricevuto la tua e-mail nella notifica, quindi se vuoi ti spedisco la foto della nuova creatura scattata appositamente per te!
    Così magari ti verrà la voglia di metterti pigramente all’opera… non è un’attività faticosa… solo un po’ lunga…
    😉

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  53. Sei stata fantastica, resistente e paziente come il tuo Bel Pandoro Veg..
    Ho letto con interesse tutta la ricetta e il procedimento lungo per ottenere questo splendido dolcetto Natalizio.
    Non sono mai stata un’appassionata di Pandori e Panettoni, il panettone perchè come puoi ben sapere non amando uvetta e canditi non ha mai fatto per me ed il Pandoro, perchè seppur soffice, tr volta rimaneva stoppaccioso e poco piacevole al gusto..
    Meriti davvero la lode per questo meraviglioso impegno, l’inventiva e la pazienza…
    Io sono sempre poco paziente in cucina, le attese mi snervano, vorrei sempre fare tutto subito.. Ma il più delle volte in cucina si sa, bisogna saper aspettare per ottenere sei buoni risultati..
    Non avevo visto nemmeno il pandoro di Clotilde, ma quanto siete brave.. Davvero i miei complimenti.. Non avrei mai pensato di ricrearlo, non sapendo da dove paritire.
    Mi ripeto, complimenti per la fantasia e la pazienza, è davvero meraviglioso..
    ps: Anch’io ho il porta-candele a forma di pupazzo di neve 🙂

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  54. Dimenticavo, è davvero meravigliosa la pallina di Natale 😛
    Ed un’altra cosa, anch’io ora sono curiosa di vedere la nuova creatura 2010 😉

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  55. Mi era sfuggita l’anno scorso … brava Mariagrazia. Se mai dovesse cogliermi vaghezza di provarci, terrò presente i tuoi suggerimenti.
    Approfitto per fare a te e alla tua famiglia tanti auguri di buon Natale 🙂

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  56. @ Mimì
    sono sicura che se solo lo volessi un bel pandoro resistente te lo prepari anche tu! e magari ci daresti un sacco di dritte di alleggerimento!
    La nuova creatura è nata… ma credo che la rifarò. Il motivo lo capirai nelle note alla nuova edizione che metterò sotto per non confonderle con i commenti!
    😉

    @ Tati
    La nuova edizione la fotograferò e posterò in coda a qualche nuova ricetta!
    😉

    @ Elena
    Se lo fai tieni conto anche delle note che metto ora qui sotto!
    Buon passaggio di solstizio invernale anche a voi!
    Più tardi pubblico la ricetta per farvi gli auguri! mi sono presa un paio di giorni per preparare un po’ di cosette per le feste…
    😉

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  57. NOTE AL PANDORO 2010

    (Dato che le nuove regole non mi consentono di aggiungere nulla al testo sopra metto qui alcune osservazioni, molte delle quali si aspettano se possibile consulenze da parte degli esperti fornai e panettieri del blog)

    Premessa: io ho uno stampo da 22 x 15,8 che dovrebbe produrre un pandoro da 1kg. Io ho ottenuto un mezzo pandoro da 900 g. Ma credo che abbia lievitato bene… Non sarà che dovrei raddoppiare le dosi?

    – stavolta ho usato lievito secco naturale attivo al posto del lievito di birra e l’ho messo tutto nel lievitino.
    Il risultato sembra un po’ meno morbido di quello dell’anno scorso, forse dovrei tornare al lievito di birra?

    – nel primo impasto quindi non ho aggiunto la dose minima di lievito, perché mi sono dimenticata di dividerla da quella principale, questa piccola aggiunta è fondamentale?

    – però ho aggiunto un mezzo cucchiaino di bicarbonato nel secondo impasto…

    – la sfogliatura è decisamente la parte più difficile… per aiutarmi quest’anno ho applicato un foglio di pellicola fra impasto e mattarello per non restare incollata dalla margarina in fuoriuscita libera. Comunque consiglio a tutti di non perdere la calma e andare pian pianino avanti, anche se tutto vi sembra un disastro!

    – la temperatura di cottura. La ricetta originale credo che prevedesse un forno ventilato e quindi stavolta ho aumentato un po’ (almeno credo considerando che ho un forno a gas che è una fornace). Quindi 10 minuti a circa 185, 20 minuti a circa 175 e 15 minuti a circa 170.

    La prossima volta lo rifaccio con il doppio delle dosi in modo che con la lievitazione si riempia tutto lo stampo e possa quindi cuocerlo in piedi e non capovolto come ho fatto finora, dato che stavolta mi si è un po’ bruciacchiata la parte in alto, mentre sarebbe preferibile il contrario. Poggerò lo stampo su un piatto che va in forno. E speriamo bene.

    Chiunque possa darmi qualche illuminazione sui punti esposti sopra si faccia avanti!

    Comunque anche stavolta con lo zucchero a velo sopra avrò un pandoro resistente per il prossimo Natale, e ne sono soddisfattissima (manca solo la prova gusto…).

    Per gli auguri ci risentiremo più tardi.
    😉

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  58. ovviamente il risultato del pandoro da 900 g nello stampo da un kg in teoria sarebbe perfetto, senonché la forma si è riempita solo a metà!
    😉

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  59. Carissima Mariagrazia provo a fare qualche deduzione, premetto non ho mai fatto il Pandoro, da tempo cerco di non consumare margarina nemmeno vegan, quindi autoelimino quelle preparazione dove è indispensabile, dove è possibile sostituisco.
    La prima deduzione, quando metti in forno il pandoro, copri con un foglio di alluminio l’apertura dello stampo, tieni il foglio largo solo appoggiato, controlla che lievitanto non tocchi l’impasto, questo strucco l’ho adottato con i panettoni, lo scorso inverno ne ho fatti tantissimi, e con le torte. Utilizzo sempre la funzione “ventilato” per non scurire la superficie copro.
    Il lievito naturale, spesso ha bisogno di un cucchiaino di lievito di birra secco per poter far lievitare perfettamente l’impasto, questa piccola regola l’ho letta su un libro di Aldo Bongiovanni sulle Pane, sulla confezione del lievito non sempre viene indicata.
    La tua sfogliatura sembra perfetta. Hai una pazienza infinita.
    Lo zucchero di canna è molto pesante, dovresti provare a frullarlo per renderlo più fine, il peso influisce sulla lievitazione.
    L’unico dubbio che ho è sul sostituo dell’uovo, ho il timore che influisca sulla lievitazione essendo un mix “pesante”, la banana in particolare, forse potresti sostituire con farina di soia. Aldo nel libro suggerisce farina di lupini, o altri legumi.
    Le mie sono solo deduzioni, come ti dicevo non ho mai fatto il pandoro, ma ho letto diversi testi sull’argomento, in particolare l’ultimo acquisto di Aldo Bongiovanni, ti ho solo riportato nozioni memorizzate.
    Spero d’averti comunque aiutato, un abbraccio e auguri di Buon Natale, con il tuo pandoro…. comunque bello e buono!!!!

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  60. @ Felicia
    Scusa il ritardo nel rispondere, ma il tuo commento si meritava un momento tranquillo e la dovuta ponderazione.
    Intanto grazie per aver risposto al mio appello, la cosa bella di questo blog è proprio l’aiuto e il consiglio reciproco, in cucina e non solo. Questo tuo commento per me è uno dei più bei regali di natale mai ricevuti.
    Io di margarina ne consumerò due confezioni l’anno, una delle quali è riservata al pandoro (ma l’anno scorso ho usato il burro di soia provamel – praticamente non ho notato la differenza). Quest’anno volevo fare la margarina di Mimì – ma dovevo smaltire quest’ultima confezione annuale di margarina! Per la mozzarella veg di Concita invece sostituisco con olio d’oliva e mi viene buona uguale… quindi non ho più ragione di ricomprare la margarina industriale, evviva! (che prima di diventare vegan sinceramente non ho mai usato…)
    Il consiglio del foglio di alluminio a coprire non fa al caso mio. Io ho un forno a gas antidiluviano, che non ha nessuna possibilità di ventilazione, e quindi mi si brucia il fondo dato che per il pandoro devo occupare tutto lo spazio forno. Dovrei invece trovare il sistema di fare la cottura con lo stampo capovolto, e credo potrei farlo mettendo sotto un piatto che va in forno (ce ne ho uno!). La prossima volta ci provo.
    E per la lievitazione userò il lievito secco naturale insieme al lievito secco di birra come mi suggerisci, oppure torno semplicemente al lievito di birra, vedremo. Io avevo aggiunto un cucchiaino di bicarbonato per aiutare.
    La sfogliatura mi ha fatto tribolare stavolta, schizzava più del solito, ma ho risolto appoggiando un foglio di pellicola sull’impasto!
    Grazie per l’idea di alleggerire lo zucchero di canna frullandolo, lo farò senz’altro.
    Per il sostituto d’uovo hai proprio ragione. Cambierò sistema la prossima volta, magari usando la farina di soia che Aldo consiglia, oppure quella di ceci. Ma in che quantità?
    Oppure proverò l’uovo finto di Concita, decidendomi finalmente a prendere la lecitina di soia, che non compro mai perché non so cosa farci, piuttosto cara e troppo chimica per i miei gusti…
    Certo che mi hai aiutato!!! E grazie ancora per aver apprezzato questo mio tentativo maldestro che a me sono già due natali che mi riempie di gioia! Ho nutrito questa fame-ricordo, e la mia anima è deliziata, più del mio corpo! Soltanto vederlo sul tavolo nella sua confezione con fiocchetto mi rischiara la giornata! E il sapore quest’anno è uscito migliore! Sembrava veramente di mangiare un pandoro un po’ più denso!
    Un abbraccio oval-ecozoico! E quando hai suggerimenti nel commentare una mia ricetta esprimili pure, ogni vostra osservazione per me è un dono prezioso!
    😉

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  61. Capisco benissimo la tua soddisfazione, lo scorso Natale ho sfornato panettoni a nastro….. avevo fatto versioni mignon da regalare, la mia ricetta prevedeva l’olio d’oliva, l’unico incoveniente era che si induriva leggermente, era necessario prima di mangiarlo farlo rinvenire leggermente nel micronde. Però a questo ero preparata, senza burro o margarina il panettone tende ad asciugarsi. Hai perfettamente ragione il bello del blog è proprio questo, è il suo scopo primario, scambiarsi consigli e aiutarsi a vicenza, personalmente non amo le preparazioni senza “scopo”, quando pubblico qualche ricetta è solo un modo per condividere, nella cerchia delle mie amicizie sono vista come una mosca bianca, quasi tutti criticano. Per quanto riguarda la percentuale di farina di soia o ceci non conoscono bene la percentuale ma sono sicura che in rete troverai tutte le notizie necessarie. Personalmente ho constatato che unendo una piccola parte di polpa di canellini alla focaccia ottengo una morbidezza unica, ne posso dedurre che la farina di legumi abbia esattamente lo stesso scopo. Il tuo non è un tentativo maldestro, anzi tutt’altro, è ammirevole il lavoro che stai facendo, aspetto i tuoi esperimenti magari il prossimo anno ci provo anch’io!!!! Come dicevo quest’anno sono andata in pausa, forse ne ho fatti troppi lo scorso anno. Un bacione (è solo un piacere poter condividere) 🙂

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  62. Hai ragione Felicia, il piacere della condivisione è alla base di questo blog!
    Per questo ti volevo segnalare un articolo sul microonde che ho letto online sul sito di AAMM Terra Nuova! Sembrerebbe meglio evitarne l’uso… io non ce l’ho per fortuna!
    Chissa’ che belli i tuoi panettoncini dell’anno scorso: a me senza i canditi! per questo preferisco il vegpandoro! ma anche per il gusto.
    Spero che il prossimo tentativo sostenuto dai tuoi incoraggiamenti e consigli mi dara’ il pandoro resistente definitivo!
    😉

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  63. Ho sempre avuto qualche dubbio sul microonde, non lo utilizzo moltissimo con questa funzione, sono le riscaldare, o far rinvenire le briosche, (essendo senza grassi animali tendono a indurirsi leggermente) il nuovo microonde che abbiamo acquistato, ha la funzione forno ventilato e grill, alla fine è un semplice forno, di dimensioni leggermente ridotte, raggiunge la temperatura richiesta in pochissimo tempo, riduce i tempi di cottura, solo perchè l’ambiente è più piccolo. Con queste funzione sto utilizzando meno il forno tradizionale, è un aiuto sopratutto per piccole cose (siamo in due). Preferisco cucinare con padelle e pentole, alla vecchia maniera, adoro mischiare, spadellare, sfumare….. ecc.,
    Non vedo l’ora che i tuoi tentativi abbiamo inizio, sono proprio curiosa di vedere i risultati. Un abbraccio e un affettuoso augurio di buon 2011

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  64. Sono venuta a vedere subito, forse per un problema tecnico il tuo commento non è ancora stato caricato, torno tra poco a controllare.

    Reply
  65. @ Felicia

    No non ci sono problemi tecnici, è solo che mi ero preparata il commento fuori linea perché a volte me li perdo e poi mi tocca riscriverli!!! ma i tuoi cioccolatini trigusto mi hanno distratto! Ecco:

    Brava, fai bene ad avere dubbi sul microonde, meno lo usi meglio è! Vedo comunque che anche tu che sei una persona attenta e coscienziosa ne facevi comunque istintivamente un uso moderato.
    Ti suggerisco un modo di scaldare senza forno piuttosto efficace se ti organizzi: a bagnomaria! Io ci scaldo anche pizza e spiedini veg! La pizza la metto o sul piatto di legno della polenta (coprendo con un altro piatto da polenta) oppure nei contenitori take-away di cartone, posando su una pentola con due dita d’acqua che bollono sul fornello! Vedrai, meglio del microonde! Se vai nella mia ricetta “spiedini intelligenti” vedrai anche il sistema escogitato per scaldarli senza seccarli nuovamente in forno!
    Le vecchie padelle sono sempre lo strumento migliore e anch’io come te mi diverto a cincischiarci dentro!
    I nuovi tentativi pandoriferi mi sa che li vedrai il prossimo natale, a meno che non mi torni prima la nostalgia per il mio dolce di natale preferito! Ieri ho finito l’ultima fettina!
    Anche a te invio un abbraccio oval-ecozoico di augurio!
    😉

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  66. Un abbraccio e un affettuoso augurio di un sereno 2011, nella speranza che ti possa donare solo il meglio, in previsione del veg-fest di aprile spero sinceramente di poterti incontrare, sarebbe meraviglioso 🙂

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  67. Grazie, un abbraccio ovale ed ecozoico! Auguro anche a te il meglio e di più! Incontrarsi sarebbe davvero meraviglioso! Lo spero anch’io!
    😉

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  68. Ogni volta che mi capita di leggere un’articolo che tratta di farine e lieviti lo leggo con attenzione, ormai il tuo pandoro resistente è un’idea fissa.
    Le notizie più recenti che ho trovato: il “burro” o grasso utilizzato dev’essere freddo, si può utilizzare la farina di lupini o di soia per legare e come sostituto dell’uovo. La farina che da migliori risultati nelle lievitazioni lunghe è la 0 o Manitoba.
    La mia sfida personale, ti girerò tutte le informazioni che trovo. Un anno di infomazioni, il prossimo Natale gusteremo il Pandoro resistente insieme!!!!!

    Reply
  69. @ Felicia
    Oh che bellezza! con la tua consulenza sono quasi sicura che il prossimo anno arriveremo alla meta! Io ho usato la Manitoba, e trovo con facilità la farina di soia, quindi proverò con quella. Bisogna mettere a punto la dose, in qualche commento sopra mi pare che me l’avevi accennato, quando sarà il momento mi rileggo tutto!
    Che bello potersi gustare insieme questo Pandoro resistente anche nel corso della sua preparazione!
    😉

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  70. Rieccoci a novembre 2011, io sono una neo vegana e cercavo una ricetta per il pandoro…..
    sono un pò imbranata ancora e ho letto km di post…. ma ora non ci capisco davvero + nulla……
    esiste sul sito un riassunto con spiegazione per Veg-dummies???
    ciao claudia

    Reply
  71. Bellissimo festeggiare con il primo pandoro vegan! emozionante!
    L’unica semplificazione che posso suggerirti è quella di sostituire l’uovo di mela-banana con altri tipi di ovosostituti, tipo il no-egg (segui dosi della confezione) oppure la lecitina di soia o l’uovo di lino (ma su due piedi non so darti le dosi).
    Ti auguro una buona riuscita, fammi sapere!
    Potresti stamparti la ricetta copiando solo le parti che ti interessano così ti confondi di meno!
    😉

    Reply
  72. Ora,non mi chiedere perché io, crudista igienista, all’alba delle 23 e 43, mi sia messa a leggere ricette di dolci cotti e pieni d grassi e glutine che di certo non farò mai… Ma di certo una stella cometa precoce mi ha condotto alle tue affascinanti considerzioni in materia pandor-numerologica. Caspita! Credevo si parlassero di cibo e mi trovo nel bel mezzo di un trattato alchemico. Bellissimo, grazie infinite. Beh, direi che l’opera al giallo citrino ehm pandorino è riuscita. Ancora complimenti!

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