Le castagne bollite

Continuo le mie ricette sulle castagne con un altro classico: le castagne bollite. Approfitto di questo post anche per fare alcune considerazioni sulla giornata odierna (commemorazione dei defunti) con la speranza di non intristirvi.

Ingredienti:

castagne
alloro
finocchio selvatico
sale

Procedimento:
Mettete in una pentola le castagne con 1 presa di sale, qualche foglia di alloro e un po’ di semi di finocchio selvatico. Portate a bollore e lasciate cuocere per almeno 40 minuti. Se le castagne sono molto grandi andranno cotte anche 1 ora. Queste sono state bollite con la buccia e qui da noi si chiamano “baletti” (“ballotte “nella vicina Toscana), se invece si fanno cuocere sbucciate, abbiamo le “mondine” (da noi, in dialetto, si chiamano “borgoi”). Ogni regione utilizza nomi diversi per le castagne a seconda di come sono cotte (arrostite, bollite, ecc.); alcuni di questi nomi sono simili (come nell’esempio che ho appena fatto). Mi piacerebbe sapere come si chiamano dove vivete voi. Le castagne che ho utilizzato sono nostrali e mi sono state regalate da un’amica come dicevo nella ricetta delle caldarroste. L’alloro e il finocchio selvatico vengono dal mio orto. Questo piatto mi ricorda i sapori di una volta, quando era tradizione preparare le castagne bollite per la sera da mangiare dopo cena e conservarne alcune sbucciate per la colazione o la merenda del mattino dopo.
Considerazioni:

Alcune considerazioni sulle fotografie e sulla giornata odierna. Chi mi conosce e chi segue sul blog saprà della mia passione per la fotografia (i risultati, però, li lascio giudicare a voi); anche le fotografie che ho messo in questo post sono state “studiate”: l’ambientazione, la luce, gli elementi compositivi. Non è però solo per fini estetici che ho messo un libro nelle fotografie. Questo libro, il libro “Cuore” di Edmondo de Amicis, è un’edizione del 1923 che apparteneva (assieme a molti altri libri) ad un mio zio di multiformi saperi e di cultura eclettica che è venuto a mancare. Pur avendo vissuto una vita assai travagliata (è stato anche recluso in un campo di concentramento nazista) fino all’ultimo ha voluto ampliare i suoi orizzonti ed imparare cose nuove. Questa diventa quindi un’occasione per ricordare lui e tutti i nostri cari che sono defunti. Un modo per ricordare l’affetto che ci ha legato e che continua, seppur per vie diverse, a legarci a loro. Non sono più “da noi” ma sono sempre “con noi”. Mi auguro quindi che il giorno della commemorazione dei defunti sia un giorno per pensare a loro in maniera ancora più intensa e per sentirli ancora più vicini a noi. In questa giornata, se possiamo, proviamo anche a rivolgere un pensiero, a recitare una preghiera per quei defunti, tanti nel mondo attuale, che non hanno mai avuto una persona che li pensi e tanto meno una preghiera e che anche in vita non hanno mai incontrato una mano e un cuore che abbia cercato di salvarli.

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Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
  1. Grazie Francesco…
    mi hai commosso…oggi è un giorno di preghiera anche per me…
    e grazie per i ricordi che mi hai donato, con quel libro bellissimo e le castagne bollite della mia cara nonnina………….un bacio grande………..

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  2. Anche per me è un giorno di ricordi. Io non so pregare, so solo amare. Un libro, una fotografia, un piatto preparato assieme mille volte. Una canzone che mi risuona continuamente in testa. Provo un senso di vuoto che a volte mi spaventa, ma che si attenua ripensando a un gesto, un ricordo, un’immagine. Grazie per questo pensiero. Oggi mi sentirò meno sola.

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  3. E’ molto bello quello che dici Francesco. Ricordo i miei nonni materni, che sono con me ogni giorno della mia vita. Penso sempre a loro e so che mi amano e mi sono vicini.
    E anche la tua ricetta me li ricorda, xchè mia nonna preparava sempre i “ballotti” (qui a Pietrasanta si chiamano così) ed io li mangiavo e poi avevo il mal di pancia!

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  4. Francesco, come al solito oltre ad una grande vena artistica dimostri una grande sensibilità…un abbraccio a te e a tutti coloro che in questo giorno rimpiangono ( ma non solo oggi, eh ) le persone care…io mando in cielo un abbraccio a mia mamma e alla mia stupenda nonna Olga…

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  5. Grazie Francesco. Anche la mia nonna (della provincia di Pistoia) li chiamava ballotti e anche lei mi manca ogni giorno. Ci penso ogni volta che guardo mia figlia, visto che non è riuscita a conoscerla per soli cinque giorni…
    Qui sull’Amiata bollite con la buccia invece si chiamano “suggioli” (perché si succhiano), senza buccia non me lo ricordo.

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  6. Ciao Francesco, anch’io le faccio cosi le castagne, bollite con la buccia ma non hanno un nome particolare che io sappia 🙁 Per quanto riguarda il pensiero ai tanti morti che sono morti senza il conforto di qualcuno che gli ha voluto bene, aggiungerei i milioni di animali uccisi quest’anno in Italia e i miliardi nel mondo. La foto e’ bellissima.

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  7. Dalle tue considerazioni (queste e altre in fatte in precedenza) si deduce che sei una persona molto sensibile. Oggi in occasione della ricorrenza, e un po’ tutti i giorni, il nostro pensiero va a chi non c’è più. Umano o no, non fa differenza.
    Da queste castagne si fa poi la crema di marroni dolce, giusto?

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  8. Solo tu Francesco potevi riuscire a farmi lasciare un commento su una cosa che odio: le castagne bollite…
    ma i tuoi pensieri e le tue foto si meritano una visita!
    E’ proprio vero che i nostri cari (animali e umani) che non sono più con noi li sentiamo sempre vicini, e non soltanto oggi.
    😉

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  9. Semplicemente grazie…….. anche il tuo post è riuscito a farmi scendere le lacrime (senza stristezza)…….mentre leggevo la mente a cominciato a rivivere immagini con le due persone che più ho amato: i miei genitori, e le tue castagne, che la mia mamma tanto adorava, qui a Como le chiamano belegote o qualcosa di simile! Grazie anche a te per questo bellissimo post 🙂

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  10. Ciao io sono Laura e vivo in Lombardia, più precisamente a Cantù un paese della provincia di Como…..
    Da noi le castagne bollite con la buccia si chiamano: bregul
    Mentre non so come si dicano le castagne bollite senza buccia….

    Ciao ciao

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  11. Le mie origini sono della valle del Serchio,la Garfagnana, in Toscana.
    Per noi la castagna è stata da sempre parte integrante dell’olimentazione (almeno fino a una trentina di anni or sono) ed io , quando posso non disdegno di farne raccolta e di consumarle, preferibilmente bollite.
    Leggendo quanto da lei scritto, ho percepito un suo interesse per la fotografia, questo interesse ci accomuna, nel senso che io collezione apparecchi fotografici analogici-meccanici.
    Le allego l’indirizzo del mio semplice blog : http://lemiemacchinefotografiche.blogspot.com/

    Saluti
    Arturo

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  12. A Napoli si chiamano “i palluotti”.
    Per quanto riguarda i defunti: il modo migliore di pensarli è cercare un sorriso nel ricordo e un suggerimento, una risposta nei momenti di dubbio, come avrebbe fatto il babbo?, la mamma?, il nonn?, la nonna?

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  13. Risposte in ordine sparso: grazie a tutte/i per avermi indicato come si chiamano da voi le castagne bollite.
    @ Arturo: ho visto il blog, molto interessante; quante belle macchine fotografiche, io ne ho pochissime e ormai fotografo solo con le digitali.
    @ tutti: mercoledì prossimo sarà di nuovo il 2 novembre; in quest’ultimo periodo sono venute a mancare tante persone a me care, altre che conoscevo ed anche che, se anche non conoscevo, stavano nella mia zona (mi riferisco alle vittime della recente alluvione). Tanti motivi quindi per ricordarle in quel giorno ed anche in tutti gli altri giorni.

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  14. da noi a Piacenza si chiamano bastùrnòn (basturnoni) quelle cotte sul fuoco, balìtt (balitti) cotte a lesso con la buccia e plòn (peloni) cotte a lesso senza buccia.
    grazie e saluti

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  15. Grazie per la tua ricetta e per il libro Cuore… Ho fatto vedere ai miei alunni la ricetta e visto che stiamo leggendo il libro Cuore hanno apprezzato che tu ne parlassi sul blog !! Ciao Annalisa

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  16. Le sto cucinando or ora … quindi grazie 🙂
    Un abbraccio a quel grande amico di vita e di gioco che e’ stato mio padre. Ciao Luciano e grazie !

    Franco (Treviso)
    Qui le chiamiamo, penso, castagne lesse :))

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  17. quelle con la buccia a Napoli vengono dette “palluottele”, mentre senza buccia “àllesse”. preferisco quelle senza buccia, ma un casino per toglierla! un saluto a tutti.

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  18. Ciao Francesco, che bello leggere la tua ricetta e quanti ricordi quel libro, io mangiavo sempre le castagne lesse che mi preparava mia madre e che erano senza buccia, a Cremona si chiamano Ciucaroi e mi piacerebbe sapere se qualcuno in questo blog conosce la ricetta.
    Grazie e ciao.

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  19. In Campania le castagne bollite con le bucce si chiamano ” palluottoli ” –
    Buona serata.

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  20. A Viadana le castagne secche sbucciate si chiamano ciucaroi.
    Queste lessate in acqua o latte (zucchero lauro ecc.) rappresentano un’ottima e tradizionale squisitezza che da bambini era molto apprezzata.
    Oggi i miei nipoti ne sono quasi indifferenti.

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  21. a Napoli oltre ai “palluotti” si cucinano “a’less” la nonna (io ho 62 anni)le sbucciava la sera lasciando la pellicola vicina,con qualche castagna più bella che si metteva intere, in una pentola di terracotto con acqua e alloro ed un pò di sale,si lasciava in ammollo per una notte,poi si passava alla cottura dopo la cottura si sbucciavano privando della pellicina si serve “a’less” nel piatto accompagnato con qualche “palluott” e buona colazione

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  22. anche se in ritardo volevo dirvi come le chiamiamo noi nel Biellese le castagne bollite con pelle “frulj ” ciao a tutti

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  23. gabrj sei anche tu di Bi!? incredibile una conterranea!!

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  24. In toscana si chiamano “ballotti” non ballotte.Te lo dice un toscano da generazioni?

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